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Meteore Rossoblù – Rickler, nipote d’arte con il calcio nel sangue e i motori nel cuore

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Calcio e figli d’arte, un binomio che da sempre affascina e allo stesso tempo alimenta le chiacchiere da bar. Dai Maldini ai Conti, meritatamente nell’Olimpo del pallone tricolore, fino ai flop dei Mancini e Ancelotti junior: o tutto o niente, in un’equazione che produce risultati agli estremi della scala del successo.

Di figli d’arte, nel corso degli anni, ne non passati anche sotto le Due Torri: tra i più recenti compare Mattia Destro, con papà Flavio roccioso difensore di Torino, Ascoli, Pescara ed Empoli. Ma mentre il bomber ascolano si inserisce senza dubbio nella schiera di coloro che hanno gloriosamente seguito le orme di famiglia, nella storia del Bologna vi sono anche casi di talenti incapaci di replicare i trionfi dei loro predecessori.

Cesare Gianfranco Rickler Del Mare rientra probabilmente tra questi ultimi, vestendo i colori rossoblù senza lasciare traccia. Nipote d’arte con la palla tra i piedi, figlio d’arte al volante: suo nonno è infatti Gianfranco Dell’Innocenti, ex centrocampista di Roma, Udinese e proprio Bologna, mentre suo padre Renato si è fatto un nome nel rally e nella Parigi-Dakar (la corsa motoristica nel deserto più famosa del mondo).

Solo l’imbarazzo della scelta per il piccolo Cesare, che sin dalla più tenera età opta per la passione del nonno dando i primi calci al pallone nella squadra di Lido di Camaiore. La qualità a Cesare non manca di certo, mostrando dimestichezza e grandi potenzialità, ma come potrebbe essere altrimenti con un campione di serie A in famiglia?

Col tempo il ragazzo cresce non solo tecnicamente, ma anche fisicamente, diventando un colosso di 196 cm e quasi 90 chili: perfetto come stopper delle incursioni avversarie. Definito dunque il suo ruolo di competenza, Cesare passa prima alla primavera della vicina Pistoiese e poi del Pisa. Qui gioca dal 2002 al 2004, mettendosi in mostra per le proprie abilità in fase di interdizione e copertura, attirando l’interesse di diverse società della massima serie. A spuntarla è il Chievo Verona, che nella stagione 2004/05 preleva il difensore classe ’87 per fargli fare le ossa nel proprio settore giovanile, prima di debuttare tra i grandi del calcio italiano.

Esordio che finalmente arriva il 18 aprile 2007, quando Cesare appena ventenne viene mandato in campo dall’allenatore Delneri nella trasferta romana contro la Lazio. Un’apparizione che fa da apripista alle successive presenze da titolare, che in campionato si fermano tuttavia a quattro, mentre la squadra retrocede inesorabilmente in serie B.

Serie cadetta che si rivela il palcoscenico ideale per un giovane in rampa di lancio come Rickler, che nella stagione 2007/08 totalizza ben 17 presenze dal primo minuto guadagnandosi le attenzioni di altri club tra cui il Piacenza. Sono proprio i Lupi a prendere in prestito il giovane nel 2008 e a farne uno dei propri pilastri negli anni successivi: per lui 43 presenze e tre reti in due stagioni, intervallate dall’annata 2008/09 con i canarini modenesi.

Nel 2011 ecco la tanto attesa chiamata dalla serie A: a richiederlo questa volta è il Bologna, che vuole puntare sulla sua voglia di riscatto per fargli fare il definitivo salto di qualità. Ecco quindi che il 28 giugno entra immediatamente nell’organico rossoblù, presentato con i migliori auspici per ripetere in campo le grandi gesta del nonno.

Purtroppo però, Rickler ha davanti a sé una spietata concorrenza. Con la difesa blindata dai navigati Portanova, Antonsson, Sørensen e Morleo gli spazi sono pochi, se non praticamente inesistenti, e Rickler viene perciò confinato nei meandri più remoti della panchina felsinea.

Caduto velocemente nel dimenticatoio, il talentuoso difensore toscano non riesce e non può mettersi in mostra, soprattutto in una squadra che in quella stagione realizzerà il record di 51 punti che vale il nono posto. Sull’esperienza bolognese di Rickler, in realtà, c’è davvero poco da argomentare: una presenza da titolare in coppa Italia – in cui peraltro viene espulso – e nessuna apparizione in campionato. Un anno da dimenticare per il nipote d’arte, che più avanti rischia addirittura la carriera, immischiato nel caos del calcioscommesse. Squalificato per un anno e due mesi, Rickler viene messo fuori rosa dalla società fino al 2013, quando viene girato in prestito in Lega Pro prima al Mantova, e poi nella stagione successiva al Prato. Qui colleziona una manciata di presenze, prima di terminare la propria carriera calcistica nel 2016, risolvendo il contratto con il Bologna.

Appesi gli scarpini al chiodo però, Rickler non è di certo rimasto con le mani in mano: seguendo le orme del padre, si è buttato a capofitto nel mondo delle corse fuoristrada. Ha partecipato alla sua prima Parigi-Dakar nel 2017, concludendola al quarantesimo posto, replicando la presenza anche nelle edizioni 2019 e 2020.

Ha scelto i motori, il giovane Cesare, senza troppi rimpianti per il calcio di nonno Gianfranco. E Chissà, forse è tra le dune del deserto che può davvero dimostrare di che pasta è fatto.

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