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Bologna

Mi ricordo… – 16 Gen

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Mi ricordo Simone Verdi
e le corse sulla fascia

Scusaci, Marcella Bella, ma oggi è il nostro giorno e proviamo a fare nostra la tua famosa canzone del 1972.
Sì, a differenza tua, siamo stati fortunati. Il nostro numero 9 non ha preso il treno e non è emigrato in cerca di fortuna come ha fatto la tua famiglia. Simone è rimasto a gran richiesta, grazie ad un popolo che, nonostante tutto, ha mostrato il suo affetto verso un giocatore che si sta avvicinando alla definitiva consacrazione. La buona sorte, lui, l’ha già trovata. E pazienza se, a volte, l’amore per i colori può sfociare in piccole controversie come quelle di pochi giorni fa: ci sarà sempre un amico mio più sincero pronto a scendere in campo per difendere chi vuole che gli stia a fianco. In questo caso non un coniglio dal muso nero, bensì un allenatore che ha voluto metterci la faccia in una situazione delicata.

Non ci saranno rimpianti per quante volte ho cercato il sole/quante volte ho mangiato sale, almeno per i prossimi cinque mesi. La città aveva mille sguardi, la corte di Sarri sembrava più pressante che mai. C’è chi dice che non sia partito per non ammuffire in panchina e chi crede che sognava montagne verdi, sulle quali campeggiano i giocatori che rimangono ammaliati più dal nome scritto sul petto piuttosto che dal cognome impresso sulle spalle. Noi, gente mortale miscredente del Dio Denaro, votiamo la seconda.

Le montagne verdi, alla fine, Marcella Bella le rivedrà perché grazie al suo amato non avrà più paura e riuscirà a diventare più donna. Bologna, invece, vuol vedere Verdi diventare uomo al Dall’Ara, dove quelle corse sulla fascia fanno splendere il sole di più rispetto al Sud.

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