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Bologna

Milano da bere o da sognare?

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Otto anni fa, quasi esatti esatti.

Era il 30 gennaio 2005, ancora Paponi non si conosceva, l’Italia aveva ancora tre mondiali, Guaraldi forse era con la fidanzatina a Sala Bolognese, capelli un po’ più neri per tutti insomma.

Siamo a San Siro, va in scena Milan-Bologna.

I rossoneri sono a cinque punti dalla capolista Juventus. Non possono permettersi alcun passo falso.

L’ospite è il Bologna, per il quale sarebbe stato l’ultimo anno nella massima serie, vista la finale retrocessione a causa dello spareggio perso col Parma.

In panchina sedeva mister Mazzone che schierò questo undici titolare:

Pagliuca in porta, Juarez, Gamberini, Torrisi, Nastase, Amoroso, il greco Zagorakis, Colucci, Sussi e Locatelli-Bellucci in attacco.

Il Milan di Ancellotti rispondeva con Dida fra i pali (con l’attuale Abbiati suo vice), difesa a quattro composta da Cafù, Stam, Maldini e Serginho; centrocampo a tre composto da Pirlo regista affiancato da Gattuso e Dhorasoo con Kakà trequartista dietro a Shevchenko e Crespo davanti.

Era una giornata gelida di pieno inverno, ma al minuto ventisette del primo tempo i tifosi rossoblu si scaldarono.

Fu la svolta: azione travolgente da parte del trio Bellucci-Locatelli-Zagorakis i quali con una spaventosa avanzata dettata anche da fini colpi di tacco riuscirono a portare in vantaggio i rossoblu. L’ex Loca davanti a Dida non sbagliò.

Stam e Maldini immobili di fronte a questa maestosa combinazione.

0-1 al 27’, c’è tempo. “Difficilmente il Bologna terrà botta”, sosteneva la maggioranza.

Precedentemente, esattamente al 15’ Dhorasoo aveva messo la palla in rete, per giunta all’incrocio dei pali, ma il gioco era fermo.

Mancava così un’ora abbondante al triplice fischio del signor De Santis.

Al Milan infatti non mancarono le occasioni: Ambrosini trovò sulla sua strada Zagorakis, che con Pagliuca battuto salvò sulla linea di porta, mentre il pendolino Cafù fece, come si suol dire, la barba al palo.

A complicare le cose per i rossoneri ci si mise l’infortunio a Sheva.

Al 39’ del primo tempo l’ucraino ebbe uno scontro a gamba tesa con Gamberini. Il primo ebbe la peggio.

L’infortunio si rivelò abbastanza grave e l’attaccante fu costretto ad abbandonare il campo con Tomasson al suo posto.

Il Milan effettò disperati tentativi fino all’ultimo, ma non ci fu nulla da fare.

Il Bologna riuscì a finire il match con la propria porta inviolata, i tre punti andarono ai rossoblu, sconfitti 0-2 all’andata al Dall’Ara.

Fu festa grande in città.

Eravamo settimi, in piazza Maggiore si parlava d’Europa; c’era veramente tanta euforia.

Zagorakis, detto mister Europa, giocò la partita della vita. Arrivato tra squilli di fanfara dopo aver vinto l’Europeo con la Grecia essendo anche stato eletto miglior giocatore dello stesso, fece veramente male a Bologna.

In questa partita poi si superò.

Che dire di Juarez…Fino ad allora malissimo, invece a Milano giocò una partita strepitosa, soprattutto in difesa.

In questa partita soffrimmo tantissimo, il Milan dominò largamente, ma alla fine il calcio è fare gol e non prenderlo.

Il Bologna applicò questa tattica e riuscì ad espugnare il San Siro.

Questa tecnica applicata principalmente contro le grandi funzionò, un mix di fortuna e sagace lettura tattica della partita portarono il Bologna ad un successo insperato.

Il Milan proclamò ufficialmente lo stato di crisi, il Bologna contrariamente era piuttosto in forma.

Fu purtroppo una grazia momentanea dato che questa partita fu la fine di un iceberg visto che dopo di essa il Bologna non ne azzeccò più una intraprendendo la strada che pian piano portò a una desolante retrocessione.

In un campionato che si rivelò un anno dopo falsato grazie alle indagini effettuate nel caso “Calciopoli”, il Milan con quella sconfitta perse altri tre punti dalla Juventus, che tra un Rolex e un altro, possedeva la vetta solitaria con otto punti di margine.

Erano comunque quarantuno anni che il Bologna non espugnava San Siro. Era l’1 marzo di un anno abbastanza importante sotto le Due Torri, il 1964.

Il Bologna vinse per 1-2 con gol di Amarildo, Nielsen e Pascutti.

La storia si ripetè l’ultimo anno di Serie A, così come il primo anno di A dopo il purgatorio, nel 2008.

Portò in vantaggio i rossoblu un certo Marco Di Vaio appena acquistato dal Genoa, pareggiò Ambrosini, la portò a casa Valiani con un eurogol.

Sono dunque cinque anni che non si batte il Milan a San Siro.

Il Bologna nella sua lunga ed eccelsa storia lo ha saputo fare, sabato si ripresenta l’occasione.

Sfruttarla credo sarebbe cosa molto gradita.

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