Seguici su

Bologna

Mimmo Maietta: «Mi sarebbe piaciuto tantissimo giocare in questo Bologna»

Pubblicato

il

Crediti: bolognafc.it

Questa sera, la nostra trasmissione “1000 chiacchiere rossoblù”, ha ospitato un grande ex capitano del Bologna, Mimmo Maietta. Di seguito sono riportate le sue parole.

Qual è, secondo te, il segreto di questo Bologna?

«È un bologna che gioca, si diverte e fa divertire. Secondo me il segreto e la forza è il gruppo. Un gruppo che ha dimostrato di saper soffrire, di saper lottare, di compattarsi nei momenti difficili ed esultare nei momenti felici. C’è stata un’alchimia con l’allenatore e un grandissimo lavoro con Sartori e lo staff dirigenziale. È il gruppo che fa la differenza e ora la classifica sorride».

Che mese è stato quello di gennaio e com’è stata la ripresa?

«Gennaio è stato il periodo nero, quando le cose non andavano. Ma il Bologna in casa è stato una squadra da scudetto, lo dicono i numeri. Adesso si giocano molti scontri diretti fuori casa, perciò il Bologna deve cambiare marcia, per andare fuori casa e giocarsi al meglio le proprie carte e imporre il proprio gioco. Adesso hanno una mentalità vincente, si vede anche nel post-partita e questa l’ha portata proprio Thiago Motta. Ieri sera vedevo anche la differenza tra i due allenatori. Thiago incitava sempre i suoi giocatori, passava sull’errore del giocatore cercando di rassicurarlo, mentre Italiano sembrava sempre contro i suoi giocatori. Thiago fa si che i giocatori siano più tranquilli nelle giocate».

Quali sono i tuoi giocatori preferiti di questo Bologna?

«Ne ho due. Beukema è il difensore che permette a Calafiori di porsi in avanti, perché è sempre attento e coperto per dirigere una difesa in modo impeccabile. Poi c’è Remo Freuler che ha mille polmoni. Non mi soffermo su Zirkzee e Calafiori, ma per me Freuler e Beukema sono importanti. Anche Moro è un giocatore eccezionale, con tempi e inserimenti fantastici».

Come vedi Kristiansen?

«Benissimo. È un giocatore con attenzione e tranquillità anche nella giocata. La cosa bella vedendolo da fuori vedi che questi ragazzi ormai giocano a memoria, perché consapevoli dei movimenti dei compagni».

Su Fabbian: «È un altro calciatore che se gioca titolare fa la partita. È un giocatore duttile, che pressa molto, perciò è molto importante per questo gruppo. Lo vedevo le prime volte nella Reggina e pensavo già lì che fosse fenomenale. Ha carisma e voglia, perciò quando si trovano giocatori così tutto è più semplice. Ha proprio il senso della porta e una grande intelligenza tattica».

La concorrenza di Calafiori ha spronato Lucumi a migliorare?

«Cresce il gruppo e cresce il singolo. Cerchi di assimilare le cose positive. Beukema, quando all’inizio con il Cagliari fece quell’errore, io non gliel’ho più visto fare. Oramai è entrata in testa la mentalità vincente. Quando trovi singolarmente questa forza poi sei invincibile. In 31 minuti ha fatto due gol. Questo non fa del male a Zirkzee, come dicono tanti, anzi questa è un’arma letale in più che ha il Bologna. È una squadra e un gruppo completo».

Sulla mancanza di Freuler, domenica: «È sicuramente una perdita importante. Dispiace, però sarà ben ricompensata dalla presenza di altri validi elementi». 

Sulle riserve: «Non le vedo come seconde linee, per me sono tutti titolari. Anche perché, per il calcio moderno, è difficile parlare di seconde linee. Anche per quanto riguarda il portiere».

Su Thiago Motta: «La società ci ha creduto e ha supportato questo allenatore. Adesso stanno mantenendo tutte le aspettative e le promesse fatte ai tifosi. Quando era allo Spezia ho pensato subito che fosse un allenatore vero e forte, anche quando perdeva».

Su Sartori: «Il miglior direttore possibile non è colui che vince sempre, ma colui che non sbaglia mai».

Su Ndoye: «Mi piace tantissimo. Questo è il classico giocatore che ti fa venire i crampi. Mi ricordo la partita contro l’inter in cui era difficile stargli dietro. Acerbi lo sta ancora cercando. Giocatore eccezionale».

Su Orsolini: «A lui piace giocare con il piede invertito, a cui piace partire esterno per poi rientrare».

Che cosa ti ha spinto a scegliere il Bologna in quell’estate in cui la società stava per fallire?

«Quando Filippo Fusco mi chiamò non esisteva una società, era tutto fallito. Io venivo da Verona in cui ero visto benissimo dalla gente, ma con la società ero in rottura. Andai a fare il colloqui accompagnato da mio cognato, tifossisimo del Bologna. Al colloquio eravamo io, Fusco e il mio rappresentante, D’amico. Filippo mi disse che avevano solo bisogno di vincere, e lì non mi dovette dire più niente, perché si era innescata in me quella mentalità. La prima partita era a Perugia, e l’abbiamo persa. Non c’era una società, perciò dovevamo compattare il gruppo, era l’unica cosa da fare. È stato difficile per noi avere una mentalità vincente. Siamo partiti che eravamo titubanti, e poi, con l’arrivo di Saputo, piano piano siamo cresciuti fino ad arrivare a dove siamo ora».

Cosa ne pensi del presidente Saputo, arrivato proprio quando c’eri tu?

«Io ho avuto tanti direttori e presidenti, però lui è un signore del calcio. È stata sempre una persona eccezionale. Quell’abbraccio con Thiago Motta fa capire che è un grande presidente».

Sulla partita contro la Lazio di questa domenica: «Penso che il Bologna debba andare a Roma e giocarsi alla grande le sue carte. Deve affrontare la partita consapevole delle proprie forze, consapevole di avere tra le mani qualcosa di importante da tersi stretti. Possono realizzare il sogno di questa città, partita per partita. Io vedo il calendario. Me la sono sempre sentita dentro questa maglia e questa gente, perciò si deve dimostrare sempre la nostra forza, in campo e fuori dal campo».

Secondo te sono contate quelle due settimane di stop, dedicato all’allenamento? 

«Hanno aiutato a fare gruppo, a staccare dal campionato, perciò qual do ricominci lo fai a mille all’ora».

Ti sarebbe piaciuto giocare in questo Bologna?

«Mi sarebbe piaciuto tantissimo. È un gioco bellissimo, nel modo di interpretarlo soprattutto».

Quale portiere tra Skorupski e Ravaglia da più affidabilità nella ripartenza dal basso?

«Sono due portieri diversi, molto affidabili. Ravaglia ha più il fraseggio, però Skorupski è migliorato tantissimo, è un portiere di livello e di esperienza. È un buonissimo portiere, un portiere moderno, perciò ha un’arma in più per il futuro. Ma comunque non saprei chi scegliere».

Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

adv
adv

Facebook

adv