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Mottastics – Il Mercato è finito, andate in pace

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Numeri (e considerazioni) ai tempi di Thiago Motta

 
Dopo la vittoria di ieri e il bel pareggio (nonostante le polemiche che qui non riproporremo) di Torino, è giusto iniziare a fare delle valutazioni, per quanto molto parziali, di quello che ha portato, in termini di valore aggiunto, il mercato rossoblù.
Valutazioni che sono già state fatte dal mondo dei social, impaziente e spesso superficiale nel farle, frequentemente non sostenute da particolari competenze.
Ed è la pancia del popolo dei tifosi, che porta spesso ad abbandonare la strada del raziocinio per seguire l’emozionalità più pura, che porta non di rado a ragionamenti poco equilibrati. Ma il bello del calcio è questo, primo sport al mondo per seguito e incassi economici.
Il popolo dei tifosi bolognesi non è esente da questa riflessione: in questi giorni, nonostante un mercato a dir poco spettacolare, di fronte ad un’autentica rivoluzione, emergeva (sempre sui social) il rimpianto per il mancato arrivo di una punta e ad altri omissioni, tralasciando quanto di buono fatto in 60 giorni, con tutte le complicazioni avvenute nel durante. E’ mai possibile? 
 

Rivoluzione annunciata

 
Eravamo a cavallo di aprile/maggio quando, in un intervista ad un media locale, Giovanni Sartori aveva fatto una riflessione sull’intera rosa, facendo intendere che la sua idea e filosofia di gioco (ricordate  che è sempre il Ds che assembla la squadra e l’allenatore l’allena, suggerendo, di quando in quando, giocatori che possano essere ritenuti adeguati alla filosofia di gioco adottata?) poteva dare luogo ad un “rimpasto” dei componenti della stessa, utilizzando un delicata formula per dire che, anche per motivi di bilancio, nella successiva (questa, ndr) sessione di mercato avrebbe operato, avendone le possibilità, per riallineare il gruppo e renderlo più funzionale all’idea di gioco, condivisa con Motta. Non lo aveva detto così chiaramente, come lui lo aveva in testa, ma lo aveva fatto assolutamente capire.
 

LE PARTENZE 

Dal primo acquisto (perchè tale si tratta, in altra sede ragioneremo sulle formule), ai primi di luglio, quello di Sam Beukema, 7 milioni di euro più il cartellino di Kasius (necessario per la sostituzione di Adama Soumaoro per i prossimi 6 mesi), è stata una continua accelerazione, con tentativi su decine e decine di giocatori che avrebbero potuto formare l’ossatura della sua squadra vincente. Ma se Sam era una necessità (ricordiamo che Adama Soumaoro, centrale difensivo,  rientrerà presumibilmente nel 2024 e i sostituti in rosa per quel ruolo erano contati), il resto era la realizzazione della sua (condivisa con Motta, che ne è il pianificatore sul campo) filosofia di gioco: stava nascendo il Bologna secondo Sartori.
Da lì in avanti una regia sapiente ha condotto il percorso in questi ultimi 40 giorni di mercato, nonostante le mille difficoltà, composte da richieste (alle volte senza alcun costrutto) di giocatori, procuratori/agenti e società che ne hanno “accidentato” il cammino: prima le scadenze non rinnovate di Roberto Soriano, Gianluca Sansone, Gary Medel, Francesco Bardi e lasciati andare i prestiti di Andrea Cambiaso (ma qui il Bologna poco ha potuto) e Georgios Kyriakopoulos, abbassando drasticamente il monte ingaggio (le stime superano i 12 milioni, ma si attende il bilancio per fare i conti esatti) e l’età media. 
Poi Sartori ha iniziato la fase delle cessioni (appaiondola alle trattative in entrata), anche se i primi giocatori venduti non erano esattamente quelli auspicati: Jerdy Schouten (15 milioni, incerti i bonus) e Marko Arnautovic (8+2 di bonus, a cui vanno aggiunti i risparmi di 3,1 milioni di euro netti a stagione di ingaggio, per un totale di circa 7mln con il Decreto Crescita), oltre ai 2 milioni incassati per Denso Kasius, nell’affare Beukema. Per finire negli ultimi giorni i 9/10 milioni cash per Nicolas Dominguez, che accasandosi al Nottingham Forest dava il via libera, in prestito ma con obbligo, a quel Remo Freuler che potrebbe essere il nuovo play maker di fronte alla difesa. Mentre scriviamo stiamo assistendo anche alla possibile partenza di Musa Barrow per l’Arabia Saudita, dove il suo cartellino viene valutato 8 milioni più due di bonus: appena avremo l’ufficialità di questa “spinosa” trattativa,  ne riparleremo per dire la parola fine.
Infine ci sono i prestiti di diversi giocatori, dai Luis Binks a quasi tutti gli ex Primavera (Mazia, Anatriello, Raimondo, Pyythia, Stivanello, Motolese) finendo con Joaquim Sosa (che andrà, in settimana, alla Dinamo Zagabria, la squadra di Bruno Petkovic), che servono a far crescere in esperienza questi ragazzi e a valorizzarli per un domani, indipendente che sia la nostra Prima Squadra o altre società. Insomma le cose sono state fatte con grande raziocinio, sfoltendo la rosa e acquisendo risorse finanziarie per rimodulare la rosa, come anche (e soprattutto) da indicazioni di Thiago Motta. Il capitolo uscite dovrebbe aver permesso di incassare liquidità intorno ai 37 milioni circa (con il bilancio saremo ancora più precisi), che aggiungendo gli 8+2 di Barrow porterebbero gli incassi intorno ai 47 milioni (contro i 53 milioni, relativi alle uscite).
Agli incassi andrebbero aggiunti i risparmi sugli stipendi, che abbiamo segnalato sopra, per avere il quadro completo della “manovra finanziaria” rossoblù per questo mercato.
 

GLI ARRIVI

 
Detto della “necessità” di Beukema, Giovanni Sartori e Marco Di Vaio sono intervenuti sulle fasce con acquisti mirati in termini di determinazione e conduzione della palla (Ndoye e Carlsson), per completare (alla grande ci verrebbe da dire, ndr) la fascia sinistra (con Kristiansen e Calafiori) e riempire i “buchi” lasciati dalle uscite di centrocampo (la conferma di Moro, l’acquisto di Freuler e Fabbian, insieme all’olandese El Azzouzi, altra bella sorpresa di questo primo scorcio di campionato), innalzando ovunque la qualità, valutando sempre i costi-benefici (tenendo perennemente a mente le regola dei bilanci e delle linee guida finanziarie).
In tutto questo non dimentichiamoci l’operazione rinnovo di Riccardo Orsolini, che ha mantenuto in rosa una punta che l’anno scorso ha segnato 11 reti. 
Poi le ultime ore, passate a rincorrere una punta, tenendo a mente le stesse regole sopra elencate, hanno sottolineato come fosse difficile comprare un giocatore che desse realmente un valore aggiunto; comprare per comprare non aveva alcun senso (non lo ha mai, ndr), sapendo di avere, in rosa, quel Sidney Van Hooijdonk che, proprio nelle ultime ore, lo stesso Thiago Motta ha legittimato (“anche Sidney deve diventare parte del Gruppo“).
Da qui in avanti parte un altro lavoro dell’Area Tecnica, che mira alla “rifinitura” di un Gruppo già altamente performante e che si svolgerà sulle due prossime sessioni di mercato, lavorando di programmazione e pianificazione futura, come una Società seria vuole fare quando ragiona in maniera importante sul concetto di crescere. Tutto bene, no? Invece…
 

E NONOSTANTE TUTTO…

Ancora molti tifosi esprimevano, anche in maniera “pesante”, il loro disappunto sulle uscite (nella top ten rimangono le vendite di Marko Arnautovic e Jerdy Schouten, a detta di alcuni “irrinunciabili” e “insostituibili”), sul mancato acquisto di una punta (ragionamenti fatti sopra inviterebbero alla prudenza prima di esprimersi, come se ci fosse sempre qualcosa di sbagliato nell’operato societario), sul non aver scelto un altro portiere (e avere puntato su un secondo, a dir loro, privo di quell’esperienza necessaria per un campionato di Serie A) e sul non aver previsto una possibile sostituzione del senatore De Silvestri (su cui abbiamo letto spesso dubbi ingenerosi sulla sua tenuta); spesso concetti espressi con termini grossolani e poco circostanziati, facendo capire che frequentemente i giudizi partivano dalla pancia e non dal raziocinio.
Insomma un diffuso malessere, spesso assolutamente ingiustificato, soprattutto dopo 3 partite di campionato, di cui una vinta in rimonta e una pareggiata a Torino, che dimostrano che abbiamo una squadra che può raccontare una storia importante in questo campionato.
 

LE PAROLE DI THIAGO

Ci piace concludere il nostro ragionamento con le parole del nostro allenatore, dette ieri sera a margine del match:”Abbiamo un gruppo di qualità, alcuni che hanno iniziato bene, altri che devono aspettare. Ma il mercato l’abbiamo fatto molto bene, siamo arrivati ai giocatori che volevamo noi. (Sapendo) che non siamo un club che può fare la squadra perfetta“.
Grazie Mister per questa benedetta consapevolezza: da qui si riparte per costruire una stagione piena di soddisfazione, con la saggezza di aver fatto l’ennesimo passo lungo quanto la gamba per migliorare e fare divertire. Il resto sono sempre e solo chiacchiere e ne facciamo volentieri a meno.

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