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Mr.Segafredo sbaraglia il re dei latticini – 28 set

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Massimo Zanetti lo aveva detto in tempi non sospetti che se ci fosse stato bisogno lui per il Bologna ci sarebbe stato e finalmente nel tardo pomeriggio di ieri ha mantenuto la parola data. Un grande gesto, in un mondo come quello del calcio, nel quale rispettare le promesse è tutt’altro che scontato. Lo dimostrò il presidente del Genoa Preziosi che nonostante un accordo verbale per lasciare Gilardino sotto le due torri, lo riprese in Liguria, spezzando così un patto di ferro con la società felsinea. L’imprenditore del caffè invece non si è tirato indietro ed ha teso una mano a Guaraldi per scongiurare l’ipotesi di fallimento e garantire al club rossoblù una continuità gestionale. D’altra parte è giusto dare seguito ad una gestione che ha prima smantellato una squadra da 51 punti, costruita in larghissima parte dai predecessori, l’ha fatta retrocedere da penultima in classifica, l’ha fatta penalizzare in serie B e poi l’ha portata ad un passo dal fallimento. In tutti questi momenti non c’era bisogno del socio più danaroso del gruppo creato da Consorte, altrimenti lui per il bene del Bologna si sarebbe fatto subito vivo. Non c’era bisogno di lui quando a febbraio veniva venduto, a mercato in entrata chiuso, il capitano Diamanti, e non c’era bisogno di un suo intervento nemmeno quando mesi dopo non si trovavano i soldi per pagare l’Irpef sugli stipendi. C’era invece estremo bisogno di lui, ieri, per impedire che due americani provassero a diventare i proprietari del Bologna Calcio. In pochi giorni Tacopina e Saputo avevano raccolto l’entusiasmo dei tifosi, e il consenso del sindaco Virginio Merola, pronto con grande gioia ad assecondare i progetti di ristrutturazione dello stadio e di riqualificazione della zona adiacente, ma non era giusto dare tempo all’avvocato newyorkese che si era appena dimesso dalla carica di vicepresidente alla Roma e al Patron dei Montréal Impact, uno dei 400 uomini più ricchi del mondo, fino all’otto ottobre per partecipare all’aumento di capitale, perché appunto nell’ambiente del calcio nessuno mantiene la propria parola ed è sempre bene non fidarsi. E non importa se per garantirsi una sorta di prelazione avevano versato 1 milione di dollari su un conto indicato dal Bologna. Meglio evitare che Joey Saputo da imprenditore caseario utilizzasse i terreni di Granarolo per un progetto in sinergia con Fico, magari creando nuovi posti di lavoro, impedendo però la costruzione di un magnifico centro tecnico. Seriamente, non si capisce perchè il signor Massimo Zanetti, che va enormemente ringraziato per aver salvato il Bologna nel 2010, abbia avuto così tanta fretta di sottoscrivere l’aumento di capitale, dopo tre anni nei quali si era completamente defilato, mettendo i bastoni tra le ruote a chi avrebbe potuto far sognare Bologna. Il mio medico lo dice sempre che il caffè rende nervosi ma non avevo capito che rendeva nervosi anche solo sentirne parlare. Da ieri per me è così.

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