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Ora anche il Bologna è “pop”

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Foto di Damiano Fiorentini

Qualcosa sta cambiando, anzi qualcosa è già cambiato. Che si tratti di trend passeggero o svolta duratura lo diranno i prossimi mesi ma intanto le luci della ribalta sono rosse e blu: ora anche il Bfc è pop. 

Vincere non solo aiuta a vincere ma anche ad alimentare entusiasmi ed attenzioni inedite per gli ultimi anni, il successo rotondo contro l’Udinese è la miglior copertina possibile per descrivere l’hype che si sta creando intorno al Bologna. I campanelli d’allarme partono dai social network e lì si espandono traducendosi prima in curiosità e poi in una sorta di supporto non definibile tifo ma trattamento riservato alle note “big”.

Qui c’è qualcosa da raccontare, qualcosa di interessante che merita menzione ed infatti le menzioni non si fanno attendere. Sia l’account di Dazn sia quello della Serie A diffondono da giorni la clip dell’azione che porta al gol di Barrow eleggendola la migliore del weekend; le varie pagine di sport satirico (piacciano o meno hanno una rilevanza importante) dedicano il post della domenica a Posch quale difensore goleador già idolo dei fanta-allenatori e non è l’unico. Non ultimo, il lavoro di Thiago Motta che entra nelle mire e nelle chiacchiere interiste. I risultati e la classifica, che rimane con un asterico legato al futuro incerto della Juventus, non possono non far parlare del Bologna, l’ottava forza del campionato. 

Dal clamore dei successi alle riflessioni per i più appassionati circa il lavoro di Sartori, il quadro si completa facilmente fino a dipingere un “modello Bologna” magari non del tutto veritiero ma appetibilissimo da narrare. 

E ancora, dal trend virtuale a quello reale che, per forza di cose, si concretizza sotto le due torri. Aiutati dalle numerose promozioni, i biglietti venduti per le ultime sfide al Dall’Ara superano regolarmente le 20 mila unità che significa colpo d’occhio da stadio pieno e che anche chi non è propriamente un purista del tifo preferisce godersi dal vivo una partita che è diventata intrattenimento durante il quale è probabile succeda qualcosa di bello da ricordare, da non vedersi dal divano, in definitiva, da non perdersi.

In una città che, sempre escludendo ultras e tifosi solidi, è piena di stimoli e di eventi, sportivi e non, che cercano di vincere l’attenzione, il tempo e le risorse economiche dei propri cittadini, la crescita del tifo è fortemente indicativa della popolarità crescente che il Bologna sta vivendo. Collegandosi a questo discorso, anche la fidelizzazione intorno al rossoblu è preziosa; sentir parlare della prossima partita in uscita dallo stadio non solo due milordini dei distinti (come li chiamò Gazzoni) ma anche due studenti universitari che hanno approfittato degli sconti vale moltissimo. 

L’obiettivo, l’avere un obiettivo ad inizio aprile che non sia quello di vivacchiare per due mesi, perché quello è stato da quando la squadra è tornata in Serie A nel 2015, è il motore dei tutto questo impianto? Sì, ovviamente, ma anche se non si dovesse raggiungere, l’hype attorno al Bologna faticherà a calare drasticamente nell’immediato perché un cambiamento di lettura del club da parte del pubblico (che in un’industria dell’intrattenimento come la Serie A ha sempre ragione) è già avvenuto, in particolare negli ultimi mesi. 

Senza valutarla nello specifico, anche la serie sulla scorsa stagione dedicata alla memoria di Mihajlovic e prodotta da Dazn concorre alla discussione e all’attenzione dei media verso il Bfc. 

Dopo il panegirico fin troppo positivo figlio del 3-0 come suo culmine, forse un richiamo alla calma che tenderà a ricrearsi, in parte, alla prossima sconfitta, va fatto. Ma va fatta una distinzione: mentre l’umiltà e la testa bassa va tenuta dagli interpreti che scendono in campo, ai tifosi va permesso, o meglio, non devono chiedere il permesso a nessuno per crogiolarsi nei voli pindarici e nelle prospettive di un epilogo più grande del solito. Anche perché, il sogno, un po’ si esaudisce sognando. 

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