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Ritrovarsi

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Bologna FC

E’ questo il verbo chiave per raccontare la rinascita di Nicola Sansone.

Bologna-Lazio, minuto 18 della ripresa: De Silvestri batte la rimessa laterale e appoggia per Barrow che ottiene l’uno-due con Orsolini. Il gambiano, giunto quasi sulla linea di fondo dalla destra, crossa in mezzo per Sansone che di destro, al volo, trafigge un incolpevole Pepe Reina. Un gol fondamentale per il Bologna, che da lì in poi avrebbe controllato la gara fino alla fine.

E’ stata la partita perfetta della banda rossoblù e i meriti, ovviamente, sono da attribuire agli interpreti di un’orchestra che ha suonato alla perfezione. Sabato pomeriggio sono stati tanti, forse tutti a giocare una gara maniacale, pulita. C’è però qualcuno che ha spiccato più di altri. Questo qualcuno ha un nome e un cognome: Nicola Sansone.

Se il Bologna sta (ri)cominciando a giocare bene è anche, o soprattutto, merito di chi – per lungo periodo – è rimasto in letargo. Quello di Sansone è stato bello lungo, a tratti misterioso: in questa stagione sono state nove le partite saltate per infortunio, con la maggior parte di essere arrivate tra inizio dicembre e la metà di gennaio. Quando è un problema fisico a bloccarti non hai molte colpe, Sansone però ci ha messo del suo. Nel periodo prima dell’infortunio aveva dato poco, davvero poco alla causa rossoblù; vuoi un calo fisico, vuoi un crollo mentale per una serie di fattori che di certo non lo hanno aiutato. Sembrava un calciatore perso. Come spesso avviene nel calcio però, spesso ci sono delle seconde possibilità, anche nel caso di Sansone. Prima di questo splendido ritorno, l’attaccante italiano non segnava dal dicembre del 2019, quando il Bologna venne sconfitto in casa dal Milan. Un altro grande spartiacque per lui è stato il rigore sbagliato a Marassi, contro il Genoa: da lì in poi il buio.

Ha percorso un cammino tortuoso, a tratti asfissiante, ma quando cadi in basso puoi solamente lavorare per cercare di rialzarti. La data cruciale è il 16 gennaio corso, quando contro l’Hellas Verona riassapora l’odore del campo per sette minuti. Poco, quasi nulla. Ma non per lui. Sansone aveva bisogno di continuità, Mihajlovic lo intuisce e nella partita successiva, contro la Juventus, gli concede un tempo di gioco. E’ sempre stato un calciatore fragile, anche per questo il serbo ha cercato di proteggerlo e farlo rientrare a tratti graduali: un’altra ricaduta sarebbe stata difficile da digerire. Nella partita successiva, contro il Milan, il suo minutaggio aumenta: addirittura 67 minuti in campo, non giocava così tanto da troppo tempo. Sono le due successive partite, però, a consacrare il ritorno definitivo di Nicola Sansone. Nel derby contro il Parma, dominato per 3 a 0, due suoi assist hanno indirizzato la gara nel verso giusto. Una grande iniezione di fiducia, il prossimo step sarebbe stato quello decisivo: serviva il ritorno al gol. 

Si arriva dunque al 12 febbraio: al Dall’Ara, il Bologna ospita il Benevento. Sansone è uno degli uomini più in forma del Bologna e Sinisa lo sa. E’ titolare, meritatamente. Passano pochissimi secondi e Barrow, dopo un’azione personale, scarica alla sua sinistra per il numero 10 che – a porta quasi vuota – sigla l’1 a 0 rossoblù. Un gol liberatorio, un cuore alla telecamera e la convinzione che uno dei periodi più bui della sua carriera sia ormai alle spalle. A fine gara i rossoblù usciranno solo con un punto, Sansone forse con qualcosa di più. Si arriva così a sabato pomeriggio, giorno della gara contro la Lazio. Anche qui c’è di mezzo il destino, perché l’ultima gara disputata da Sansone prima della serie di infortuni è stata proprio la gara di andata contro i biancocelesti. Quella, però, era tutta un’altra storia. Sansone si è ripreso definitivamente il Bologna. All’andata volò l’aquila laziale, due giorni fa è stato lui a volare come non faceva da tempo. Non solo la rete, ma una fiducia ritrovata. Senza dimenticare tante belle giocate, un apporto decisivo ai compagni e la convinzione di poter essere ancora decisivo. Ritrovare sé stesso è fondamentale per rinascere. Sansone lo ha capito, ha lavorato in punta di piedi ed è ritornato a essere decisivo. Come un fantasista, come un numero 10

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