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RS – Corsera – I progetti di Massimo Zanetti: “La A, il Dall’Ara, i miei piani” – 5 ott

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Massimo Zanetti torna al comando del Bologna. Dopo quattro anni riprende il comando del club. Non è ancora presidente, ma lo sarà presto, forse già a dicembre. A Vicenza il re del caffè è stato accompagnato dal suo braccio destro Luca Baraldi, possibile futuro amministratore delegato del club rossoblù, e da Stefano Trombetti, uomo di fiducia di Segafredo. Il futuro patron si è accomodato in tribuna affianco di Albano Guaraldi. Il vecchio il nuovo insieme in un’unica foto che rimarrà negli archivi. Nel presente però c’è uno stop deciso a Saputo, ma pure un progetto in grande per il futuro: il ritorno in serie A e un’idea per los stadio, con la voglia di coinvolgere il sindaco e i costruttori.

Dottor Zanetti che sensazione le dà tornare a seguire il Bologna dal vivo?

“E’ sempre un’emozione. Nella mia vita ci sono solo due squadre il Bologna e il Treviso, entrambe fanno soffrire perché tifare Juve  o Milan è facile, ma vincere una battaglia con il Bologna dà più gusto. L’ultima gara dal vivo l’ho vista a San Siro con l’Inter, ma in tv l’ho sempre seguito”.

Perché ha deciso di impegnarsi nuovamente?

“Per senso del dovere. Il calcio è un fatto sociale, il Bologna non è né mio né di nessun altro, ma di un’intera comunità, questo intendo per senso del dovere”.

Quali obiettivi si è dato?

“Primario è il ritorno in Serie A, già in questa stagione. La squadra mi sembra buona e spero di arrivare tra i primi due senza passare dai play off”.

Se fosse necessario interverrà sul mercato di gennaio?

“Se serve sì. Sono qui per fare il bene del Bologna”.

Assumerà la carica di presidente?

“Mah… fino a dicembre avanti così e poi… Si dai va bene, l’idea è quella di fare il presidente, sì”.

Dopo quattro anni come ritrova club e soci?

“Sono finiti in serie B perché senza mezzi economici si fa fatica. La gestione è stata così, ma rincominciamo tutto”

Le spaventa la difficile situazione economica del club?

“Non è facile, sui conti cercheremo di fare il nostro dovere: li digeriremo anche se sono pesanti.  Non sono spaventato, so cosa mi aspetta”

Perché rientrare adesso e non a giugno?

“Nessuno me lo aveva chiesto prima. Le due volte che me lo hanno domandato ho sempre detto sì: quattro anni fa lo fece Consorte, l’altra è stata un mese fa. A giugno quando è venuto  casa mia Guaraldi non mi chiese di entrare nel club, ma solo quali erano le mie intenzioni”.

C’era anche un capo ultras quella volta con Guaraldi?

“Sì, fu gentile. E’ un veterinario e nel suo negozio tempo fa ho comprato un cane per mia figlia”.

Ha parlato con il canadese Joey Saputo?

“Mi ha chiamato un pomeriggio mentre dormivo. Mi suona il cellulare ed era lui, gli ho detto di cercare Baraldi”.

Non la convincono gli americani?

“Se uno voleva il Bologna doveva solo staccare un assegno da 13 milioni e fare l’aumento di capitale, non era difficile. E poi non capisco una cosa: perché questa mania del Bologna? Cioè uno viene dall’altra parte del mondo per comprarselo? E perché non una squadra in Portogallo o da un’altra parte? Il Bologna ai bolognesi”.

Con Saputo è finita qui?

“Io non ci voglio proprio parlare. Per me è chiusa, poi mi pare proprio una mania quella per il Bologna”.

Si parla tanto di stadio, le interessa?

“Certo. Tutta quell’area della città insiste sullo stadio. Ho sentito che c’è questa possibilità del terreno del Dall’Ara in concessione per 99 anni, il progetto è bello. Ne possiamo parlare con i costruttori, vedere di fare insieme”.

Fonte: Corriere della Sera

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