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RS – IL RESTO DEL CARLINO – Gli obiettivi di Tacopina: la A in due anni e un call center per i tifosi – 12 set

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Come annunciato ieri Tacopina non sarà a Pescara questa sera. L’avvocato americano preferisce lavorare già per il futuro del Bologna; per questo andrà da Rizzo Nervo, perchè poi l’assessore porti al sindaco le prove che il suo gruppo fa sul serio. Lunedì ci sarà l’incontro decisivo con Guaraldi, dove si capiranno molte cose: se l’acquirente vuole davvero comprare e se il proprietario vuole davvero vendere. Mercoledì prossimo poi Tacopina tornerà a New York con la speranza di avere posto le basi per l’acquisizione della società.

 

Tacopina già immagina il Bologna del futuro. Camminare per le via della città, respirare la passione che nutrono questi tifosi verso questa squadra, gli ha fatto capire che 3 anni per tornare in serie A sono troppi. Se non si riuscirà a risalire quest’anno, il prossimo deve essere quello della promozione. Ma non a qualunque costo. Perchè l’avvocato americano non intende spendere e spandere così a casaccio, ma vuole costruire un progetto solido per arrivare il più in alto possibile.

 

Sarà un Bologna all’americana nella conduzione e molto italiano negli uomini di calcio che ne faranno parte. Joe non ancora scelto il management definitivo che lavorerà con lui, ma se le indiscrezioni sono attendibili, con lui ci saranno due maghi statunitensi del marketing sportivo, due autorità in materia. L’obiettivo è di far sorgere anche un call center rossoblù, che sarà a disposizione dei tifosi, ma che avrà anche il compito di scovarne altri, di indurre i bolognesi a tornare in massa allo stadio.

 

In poche parole Tacopina vuole fare del Bologna una piccola e snella industria, vuole che la squadra di calcio non sia solo argomento di conversazione ma che il maggior numero di bolognesi trovi un buon motivo per tornare allo stadio. Con un progetto come base, ci potrà essere anche un Bologna forte, senza progetto sarà difficile costruire qualcosa di buono e le ultime gestioni lo insegnano.

 

Fonte: il resto del carlino

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