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RS – STADIO: Bologna, ascolta Ulivieri: “La squadra può salvarsi con il gioco” – 10 apr
Renzo Ulivieri è oggi il Presidente dell’Associazione Italiana Allenatori, un ruolo che gli imporrebbe di essere super-partes. Tuttavia, nell’intervista che oggi appare su “Stadio”, il tecnico di San Miniato confessa di avere ancora un affetto particolare per il Bologna, affetto peraltro ricambiato da tifosi e città. Impossibile che sia altrimenti: Ulivieri ha allenato tante squadre nella sua lunga carriera di tecnico, cominciata appena 24enne nel Cuoiopelli e dipanatasi poi per quasi quarant’anni, ma le sei stagioni passate sotto le Due Torri sono state senza dubbio le più significative.
Arrivò con la squadra in Serie C, la portò in B e quindi direttamente in A con due promozioni consecutive: era il Bologna della “cooperativa del gol”, una squadra operaia che stupisce anche al primo anno di massima serie, sfiorando un clamoroso piazzamento in Europa che sfuma per pochissimi punti.
E’ il Bologna degli Shalimov e dei Kolyvanov, di Kenneth Andersson e di Carletto Nervo, della difesa composta da De Marchi, Tarozzi e Torrisi.
La stagione successiva arriva in rossoblù nientemeno Roberto Baggio, e le frizioni tra i due sono evidenti da subito. Ciononostante, il Bologna ottiene un ottavo posto che significa Intertoto e il campione realizza ben 22 reti in 30 gare, strappando un posto per il Mondiale 1998: entrambi lasceranno il club a fine stagione, con Ulivieri che scende in B per rifare grande il Napoli fallendo però e trovando l’esonero a campionato ormai concluso.
Il tecnico di San Miniato ha allenato anche il Parma, qualche mese nel 2001 con una squadra forte ma non fortissima con la quale comunque non si trova: finisce esonerato prima di novembre. C’è tempo per un altra esperienza, non esaltante a dire la verità, ancora a Bologna prima del ritiro, due stagioni in B con una squadra che fatica a uscire dalla melma e che lo vede esonerato due volte, sostituito da Mandorlini prima e da Cecconi poi. Un altra stagione e poi il ritiro per diventare come detto Presidente dell’AIAC, gli occhi quindi sempre ben puntati sull’attualità calcistica. E ovviamente, grazie al suo ruolo, Ulivieri può dire di conoscere molto bene Ballardini: “la prima volta che l’ho incontrato, gli occhiali scuri, tutto impettito, la fissa del bel gioco…ho pensato <è un coglione!>…ma poi mi sono ricreduto. Nel mare di errori che ha fatto il Bologna questa stagione, due cose ha fatto bene: credere in Pioli prima e in Ballardini ora. Due brave persone, due tecnici competenti.”
Domenica tiferà Bologna, e non potrebbe essere altrimenti: “il rapporto con il Bologna è stato più intenso, ovviamente. E poi nella vita mi sono sempre schierato dalla parte del più debole. Quindi…”
Ulivieri ha parole al miele anche per Donadoni: “Siamo legati dall’affetto per Sergio Buso, che non c’è più. Qualche giorno fa lo ha ricordato e mi ha commosso.” E poi ha capito come prendere Cassano, “un grande talento a intermittenza. Quei ragazzi lì devi lasciarli liberi, Donadoni sa come si fa. Io l’ho capito tardi. Ero scadente nella gestione dei grandi talenti, dai, lo ammetto. Favorivo il popolo a discapito della borghesia, ci siamo capiti?”
Come può salvarsi questo Bologna? “Con il gioco, che è migliorato. A San Siro con l’Inter poteva addirittura vincere.”
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