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RS – STADIO: Ecco chi è Lopez – 09 lug

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“La serie B è difficile. Le squadre impongono ritmi alti e ci sono spesso condizioni estreme. La strada più rapida per affermarsi è una sola: giocare bene al pallone. Ecco perché avere un centrocampo dinamico e di qualità è indispensabile. Il Bologna dovrà far vedere un bel calcio. E non perché è più divertente. Ma perché così, in questa categoria, puoi fare la differenza. Dobbiamo essere aggressivi per prendere la palla subito. Senza aspettare. Dobbiamo aver noi la palla perché in questi mesi avremo imparato a utilizzarla per bene. Io direi che è solo una questione di lavoro e di un po’ di tempo.”
Ecco come, in una lunga e bella intervista che possiamo leggere integralmente sull’odierna edizione di “Stadio”, il nuovo tecnico Diego Lopez spiega la sua filosofia calcistica. E mentre si viaggia attraverso i ricordi (“Cominciavo a giocare a pallone come si fa sempre, con i miei amici, con le squadrette del quartiere. Ero attaccante, facevo gol. La mia squadra era la Estrella del Norte, perchè dove vivevo era la parte più settentrionale della capitale. Poi, poco dopo i dodici anni, feci un provino con altri ragazzi del barrio. Lo facemmo tutti quanti al River Plate di Montevideo”) e si cita un nome a sorpresa come allenatore di riferimento (“Io ricordo sempre il tecnico che avevo nell’under 17, Jesus Rodriguez. Lui mi ha insegnato tantissimo. Aveva la passione per il lavoro sui giovani, poche volte si affacciò alla prima squadra. Ora non allena più. Ma il calcio deve tantissimo a grandi educatori e grandi allenatori di questo tipo”) si capisce la sua grinta ed il suo continuo riferirsi all’importanza della maglia, per cui si deve lottare e calcisticamente morire. “Io ho affrontato grandi attaccanti. Romario, Batistuta, Ronaldo. Grandi sfide e ho tanti ricordi magnifici. Però la cosa più importante è sempre stata quella maglia. E, pensi, non l’ho mai voluta scambiare a fine gara”, perché la maglia è tutto per il nuovo tecnico del Bologna. Che riconosce i suoi riferimenti calcistici in Allegri e Giampaolo e che svela l’argomento della sua tesi di laurea a Coverciano: “Dal settore giovanile alla prima squadra: percorsi, problemi e difficoltà.”
Una porta aperta ai giovani del Bologna, come a Cagliari è stato per Murru e Del Fabro. Perché il Bologna avrà bisogno di tutti per tornare subito nel calcio che gli compete e perché l’importante sarà che chi scenderà in campo suderà per la maglia fino all’ultimo secondo. Come faceva Lopez. 

(Intervista completa sull’edizione odierna di “Stadio”) 

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