Bologna FC
RS – STADIO: Il rientro di Kone e gli esami di Ballardini – 28 mar
Contro l’Atalanta, domani, non sarà affatto facile. Per dire, chi viene a trovare il derelitto Bologna è reduce da cinque vittorie nelle ultime cinque partite, e cioè tante vittorie in un mese quanto la sgangherata truppa rossoblù ha collezionato in un intero campionato. Per questo Ballardini cerca di aggrapparsi a quelle poche certezze maturate finora: il ritorno al 3-5-2, con Lazaros in linea – ma pronto a sganciarsi – con Khrin e Perez e ai lati Morleo e Garics, con l’austriaco che tornerebbe al ruolo di fluidificante che sembra saper coprire decisamente meglio di quello insolito di mezzala con cui si era esibito – malino – nelle ultime due gare.
Forse in attacco due punte sono troppe, più che altro per le condizioni in cui versano i vari attaccanti, ed è per questo motivo che Ballardini proverà fino all’ultimo a recuperare Panagiotis Kone, miglior goleador stagionale con 4 reti e capace di giostrare dietro una punta unica: che non sarà facile da scegliere, detto che Moscardelli non viene visto da Ballardini e che Paponi è stato riesumato senza motivo per poi ricadere subito nel dimenticatoio, Bianchi ha avuto un acciacco dietro l’altro da settembre a oggi, mentre Acquafresca ha fatto capire chiaro e tondo che le ultime stagioni da comparsa lo hanno arrugginito fisicamente e svuotato psicologicamente.
Nonostante le buone intenzioni a parole, infatti, il pupillo di Ballardini sul campo ha dimostrato una pericolosità pari a zero, e si che di occasioni ne ha avute.
Un problema, quello della mentalità, che ha segnato questo Bologna: ne Livorno ne Chievo sono sembrati superiori tatticamente o tecnicamente ai rossoblù, ma mentalmente si e non di poco. Una corsa, una grinta, una voglia di lottare su ogni pallone, che a questo Bologna manca e che rischia seriamente di spingerlo verso la B. Tutte cose che i giocatori – fino a che parlavano con la stampa – ribadivano come “necessarie” per salvarsi ma che poi sul campo non hanno mai mostrato.
Ecco perché – forse – il silenzio-stampa.
Perché quando non hai niente da dire è meglio non dire niente.
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