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Bologna

“Tifo disorganizzato” 10 Gennaio 2018

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Il Toro cambia allenatore prima della partita col Bologna.
Il Bologna è famoso per aiutare i bisognosi.
Una nota società di scommesse quota la vittoria del Bologna per due a uno a dodici contro uno. E’ un po’ come far passare online il numero per gli sms di beneficenza aspettando che qualcuno versi il suo obolo. Nessun Bolognese capace di ascoltare il cervello e non il cuore caccerebbe via un euro per una partita il cui esito è scritto nel destino. Anche le due sorelline bariste Cinesi lo sanno e lasciano il bancone alla mamma. Il pubblico tradizionalmente presente segue i primi minuti con un senso di fatale rassegnazione a un destino infausto.
Donadoni sorride alla telecamera con la consueta verve e trascinante allegria.
L’arbitro che fischiò la grande vittoria del Bfc a Genova con tripletta di Adailton sembra lo starter dei cento metri da record di Bolt.

Il Toro incorna.
Il Bologna in corner.
Piovono palle in area.
Girano palle nel bar.
Dieci minuti e la parte sinistra del televisore potrebbe essere venduta su ebay.
Servirà nel secondo tempo.

Il vecchio Moreno sentenzia: “Vedo bene Pulgar!”.
Anch’io vedo bene Pulgar.
Lo vedo prendere a uomo, anzi, a pino De Silvestri.
Sul cross dalla destra rimane piantato come un pino e lascia indisturbato lo stempiato e sfrondato sempreverde terzino al sapore di bagnoschiuma. Doccia gelata.

Si riparte e si attende la reazione del Bologna. Ricordo un’ameba svenuta sulla spiaggia di Es Trenc ai quarantacinque gradi di Maiorca mostrarsi maggiormente dinamica. Il Bologna dimostra di usare giudizio. In questi casi non ci si lancia all’arrembaggio all’attacco.
In effetti il Bologna non attacca per nulla, se si eccettua una punizione che Verdi è riuscito a  battere, rubandola con astuzia a Pulgar.

Non riesce però a rubargli l’occasione del pareggio. Mentre Verdi, ammonito per aver ricevuto l’amputazione di un piede, si rotola a terra, il Toro si accinge a battere la punizione per simulazione. L’arbitro va a vedere una replica di Ceneretola in tv e si accorge che la scarpetta di cristallo di Verdi era stata in realtà frantumata da un pestone del principe granata. Ritorna sui suoi passi e sul piede di Verdi, toglie il cartellino e lo sostituisce con un rigore.
Rigore per noi?
Il bar protesta, non ci era abituato.
Tale eventualità era ancora meno probabile del due a uno per noi proposto dall’agenzia di scommesse.
Non accadeva dall’ultima volta che segnò Bernacci, sempre col Toro, su rigore.
Se segnò Bernacci su rigore col Toro può segnare chiunque.
Poi, vuoi che Verdi o Destro non segnino l’unico rigore assegnato nel millennio?
Certo che non lo segnano perché stavolta nessuno riesce a rubare a Pulgar la palla nascosta sotto la maglia in una sorta di gravidanza isterica.

Moreno ribadisce: “Vedo bene Pulgar”.
Moreno viene calciato fuori dal bar con la stessa potenza messa nel tiro dal Cileno, ma con maggior precisione, andandosi a conficcare sulla lancetta dei minuti del campanile antistante. Imparabile!

Pulgar raggiunge livelli di popolarità che avrebbero fatto invidia a un androide ottenuto tramite una fusione genetica fra Porcedda, Guaraldi, Menarini e Moggi.

Qualcuno dice che non è la sua giornata, alcuni che non è la sua partita, i più che non è il suo sport.

Moreno, rientrando dal campanile, sentenzia: “Vedrete si rifarà.”

Non sapevo che si dovessero assumere sostanze particolari per ottenere risultati simili, però la tentazione di farlo viene al sottoscritto quando nell’arco di diciassette secondi Pulgar passa da possibile uomo del pareggio a protagonista del raddoppio che chiude la partita.

Moreno viene calciato per la terza volta sul campanile, stavolta centrando la croce. Gli avventori vanno a recuperarlo per mettere al suo posto Pulgar, anche il barista vuole crocifiggere Pulgar e pure la moglie del barista sbraita contro Pulgar. Narciso comincia a litigare con tutti perché invece, secondo lui, è colpa di Pulgar. A quel punto viene crocifisso lui, mentre nel bar deserto in preda ad isterica rassegnazione il Toro dilaga.

E’ l’inizio di due settimane di turbamenti collettivi.
Chi vuole la testa di Pulgar, chi quella di Donadoni e chi continua a preferire altre parti del corpo della ex moglie di Dzemaili che pare destinato a tornare a Bologna. Ora nel pieno marasma, mentre si discute su Donadoni, sulla società, sulla possibile partenza già a gennaio del nostro Verdi, l’uomo di maggior prestigio in rosa, so che non è facile sorridere di un tre a zero subito senza nemmeno scendere in campo.
Spero però che almeno apprezzerete il fatto che sono riuscito a scrivere sulla sconfitta di Torino senza  fare nessuna battuta su N’ Koulou.
Ok, l’ho fatta. E’ facile e scontata, ma non è peggio della partita del Bologna a Torino.

Purtroppo.

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