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Bologna

“Tifo disorganizzato” 31 Gennaio 2018

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Al bar dei Cinesi entra un avventore occasionale con la barbetta che, guardando Napoli e Bologna scendere in campo, esclama:
“Allora, quanti ne prendiamo oggi?”.  

Si avvicina a Moreno, il vecchio “portaiazza” a cui ripete la domanda:
“Allora, quanti ne prendiamo oggi?” 

A volte i grandi amori nascono così. Quando due persone nate una per l’altra si ritrovano nel medesimo momento nello stesso posto, si riconoscono e si amano. Succede anche con i grandi portasfiga rompicoglioni. Il vecchio Moreno non aspettava altro e comincia ad inveire contro la scelta del mister.

“Lu lé l’è un creten, lasciare in panca Destro per far giocare Di Francesco e Palacio centravanti. Non faremo mai goal.”

Ventisette secondi, il goal più veloce della storia del Bologna, meno di quanto ci avrei messo io a spogliarmi consumare e rivestirmi con l’ex moglie di Dzemaili. Queste soddisfazioni sono forse persino meglio di ventisette secondi d’amore con l’Erjona, peccato che la domenica sportiva non finisca lì. Purtroppo il destino soffia il suo vento fino all’ultimo respiro e Bologna Napoli, che era iniziata col rifiuto di Verdi una settimana prima, non può finire di certo dopo ventisette secondi. Non finirà nemmeno al novantesimo e riempirà i nostri fegati per molto tempo ancora.

In sintesi, goal di Palacio al primo affondo. Da Napoli si diffonde un video in cui la palla, invece di entrare, va fuori per cui in realtà secondo loro sarebbe zero a zero.  Il bar esplode e Moreno non perde l’immediata opportunità di rifarsi con gli interessi.

“Vedo bene Verdi. Oggi sarà una grande giornata.”Sentenzia perentorio.
Non fa in tempo a dire “gior”. Al “na” di giornata Verdi si porta la mano sulla coscia. Si è rotto, cosa che succede puntualmente a chiunque ascolti Moreno veicolare la sua drammatica disgrazia.
Al “ta” di giornata M’Baye infila Mirante e pareggia per il Napoli, migliorando la mira sottoporta della giornata precedente col Benevento.

L’avventore occasionale con la barbetta si gira e ribadisce:
“Allora, quanti ne prendiamo oggi?”.

Palacio sta tirando scemo Chiriches, Reina riesce a rimediare. Per Moreno e l’avventore della barbetta nemmeno Reina ci può fare qualcosa. Al San Paolo, quando Reina non ci riesce, ci pensa Koulibaly, un nome, una garanzia. Il suo salvataggio su Palacio gettando il braccio oltre l’ostacolo avrebbe reso orgoglioso Julio Velasco, eppure immediatamente da Napoli viene diffuso un curioso remake del replay in cui la palla colpisce la coscia, l’ombra scompare e peccato che l’inquadratura non si allarghi abbastanza perché se fosse arrivata fino a me sarei sembrato giovane bello alto e magro.

Il punto è che a Mazzoleni non serve nemmeno taroccare il video, poiché è già sufficiente taroccare la realtà e fingere che Koulibaly sia la Venere di Milo. Non è rigore, lo è invece quando Callejòn esplode su una mina, allorché Masina gli spazzola la forfora da una spalla. La forfora cade pure fuori area, seppure i video provenienti da Napoli mostrino un omicidio con ventiquattro coltellate col cadavere biancazzurro riverso in area in una pozza di sangue.

Mertens trasforma il rigore , l’avventore occasionale con la barbetta esclama:
“Allora, quanti ne prendiamo oggi?”.
Il bar inveisce col Var. La mamma dell’arbitro cambia mestiere più volte in pochi secondi. Tutti se la prendono con Mazzoleni. Narciso insulta tutti perché invece è colpa di Mazzoleni.  Il primo tempo finisce con Koulibaly che amputa una gamba a Palacio, ma nel video Napoletano si vedrà chiaramente che Palacio ha sodomizzato Koulibaly ed essendo fallo da dietro andava espulso lui. Koulibaly, nel frattempo, nemmeno ammonito.

Mazzoleni riprende il secondo tempo da dove aveva lasciato il primo, fischiando un fallaccio dell’uomo invisibile ai danni di Mertens. Ammonito l’uomo invisibile che nel video prodotto a Napoli si vede benissimo. Mertens fa il terzo goal con una gran conclusione all’incrocio e la partita finisce lì.

Il tizio con la barbetta si gira verso di me e sta per aprire bocca.

Lo colpisco con un diretto alla mascella e gli chiedo.

“Allora, quanti ne prendi oggi?”

Non mi sente. E’ ancora steso a terra da tre giorni. Quando si rialzerà e si incazzerà con me per averlo colpito con un pugno temo mi vorrà denunciare.

Ma sono certo che da qualche parte ci sarà qualche video da Napoli che dimostrerà che l’ho colpito con la coscia.

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