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Sine qua non – Quella volta che Eneas sfidò Pelé

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SINE QUA NON, siamo qua noi – Quella volta che Eneasfidò Pelé

Nel precedente articolo avevo promesso che mi sarei occupato del libro di Carlo Alberto Cenacchi, Eneas. Una storia di saudade tra Bologna e il Brasile. Qualcuno ricorderà anche che avevo raccontato che consideravo Eneas, calciatore preferito della mia adolescenza, il nuovo Pelé. Ebbene nel bel libro di Cenacchi ho scoperto che nel 1973 avvenne una epica sfida tra il nostro Eneas e il grande Edson Arantes do Nascimento, a tutti noto come Pelé.

Era in palio il titolo del Campionato Paulista, il più antico campionato statale brasiliano. La giovane Portuguesa, con Eneas a vestire la maglia numero 8, si trovò di fronte le leggendarie casacche bianche del Santos, che schierò quattro campioni del mondo del 1970 (sì proprio il Mondiale che vide il Brasile battere in finale l’Italia per 4 – 1). I campioni del mondo erano Carlos Alberto, Clodoaldo, Edu (che in quel mondiale disputò solo uno scampolo di partita contro la Romania) e Pelé (unico calciatore ad aver vinto 3 campionati del mondo).

Ma come avevano fatto la Portuguesa ed Eneas ad arrivare in finale? Ce lo racconta Cenacchi. La stagione del 1972 per la Portuguesa era stata drammatica, ed ebbe il suo apice il 13 settembre, quando dopo una sconfitta per 1 – 0 (la dodicesima gara senza vittoria) il Presidente Oswaldo Texeira Duarte mise in vendita i sei giocatori più prestigiosi: tra questi ci fu Marinho Peres, che avrebbe disputato quella finale del 1973 nelle file del Santos. Il giovane Eneas, si stava facendo apprezzare dal tifosi della Portuguesa e aveva già disputato un torneo preolimpico per la qualificazione ai Giochi di Monaco 1972, con la maglia verde oro del Brasile al fianco di Zico. Quello smembramento della squadra fu l’occasione per mettersi in mostra.

La stagione successiva vide una grande novità: nuovo allenatore della Portuguesa fu Otaviano Martino Glória, allenatore del Portogallo di Eusébio nel 1966, che aveva eliminato proprio il Brasile nei campionati mondiali disputati in Inghilterra. Glória stravedeva per Enas, che in breve tempo, grazie ai suoi guizzi e a suoi gol si guadagnò il soprannome “el Diablo”. La prima parte del Campionato si concluse con una dimostrazione di forza del Santos, che conquistò 19 punti su 11 partite, guadagnandosi il diritto alla finale. La Portuguesa concluse la prima parte della stagione solo all’ottavo posto con 11 punti.

A quel punto, però, il campionato si interruppe per una tournée del Brasile in Europa. In quella occasione anche l’Italia si prese una piccola rivincita contro il Brasile. Il 9 giugno del 1973 allo stadio Olimpico di Roma l’Italia vinse per 2 – 0 con due gol rocamboleschi: di Riva il prima, di Capello il secondo, che però fu un gol fantasma, perché dopo aver battuto sulla traversa il pallone rimbalzò ben distante dalla linea di porta, ma il gol venne convalidato lo stesso. Il calcio in Brasile, però, non si fermò. Si disputò un torneo denominato Taça Sao Paolo. Fu un torneo dello stato di San Paolo a cui parteciparono le più importanti squadre del torneo paulista, tranne il Santos che aveva preferito partire per una serie di amichevoli negli USA. La Portuguesa non solo vinse il suo girone, ma batté due volte in semifinale l’Associaçao Ferroviaria de Esportes di Araquara per 1 – 0. In entrambi i casi marcatore per la Portugeusa fu Enaes. In finale allo stadio Pacaembu di San Paolo il trionfo fu totale: 3 – 0 al Palmeiras con doppietta di Wilsinho e gol di Eneas.

Il successo nella Taça Sao Paolo, però, fu solo l’anticipo di quello che sarebbe accaduto nella seconda parte del torneo paulista. Questa volta fu la Portuguesa a dominare il torneo con 18 punti. In questo modo si guadagnò il diritto a disputare la finale contro il Santos che aveva vinto la prima parte del torneo.

La finale allo stadio Marumbi di San Paolo si disputò il 26 agosto del 1973. La partita vedeva contrapposti Eneas e il suo idolo Pelé. Da ragazzo Eneas come molti altri amanti del calcio, non solo in Brasile, ritagliava le foto di Pelé dai giornali, desiderando di diventare un giorno come lui o più semplicemente di poterlo affrontare sui campi di calcio. Quel giorno si realizzò il suo sogno.

Il vero protagonista della partita, però, fu l’arbitro Marquez, che commise due errori gravissimi: il primo al 37′ quando annullò un gol a Cabinho della Portuguesa, in quanto “ravvisa una irregolarità e annulla inspiegabilmente la rete, col guardalinee che stava già correndo verso il centrocampo”; purtroppo non ci sono immagini televisve di questo gol, quindi non sapremo mai come andarono veramente le cose. Lo stesso Cabinho, in seguito a un successivo incidente d’auto, subì una amnesia selettiva. Tra i ricordi rimossi ci fu proprio quel gol dell’agosto del 1973.

Il secondo errore dell’arbitro Marquez fu ancora più clamoroso. La partita si concluse sullo 0 – 0. Eneas aveva lasciato il campo per fare posto a Tatà. I supplementari non cambiarono il risultato. Fu quindi necessario andare ai calci di rigore. Qui capitò l’inverosimile. Per il Santos tirarono Zé Carlos (che sbagliò), Carlos Alberto ed Edu. Per la Portuguesa Isidoro, Calegari e Wilsinho, ma nessuno dei tre riuscì a battere Cejas, portiere argentino eroe della partita. A quel punto avvenne che Marquez dichiarò terminato l’incontro, senza considerare che se il Santos avesse sbagliato gli altri due rigori e la Portuguesa li avesse segnati sarebbe ancora stato possibile un risultato di parità. Quando se ne rese conto era già troppo tardi: i giocatori della Portuguesa avevano già abbandonato il campo! Far riprendere o ripetere la partita non era più possibile, anche perché dopo pochi giorni sarebbe cominciato il campionato brasileiro nazionale. La decisione fu eclatante e sorprendente: entrambe le squadre vennero ritenute vincitrici del campionato paulista del 1973. Per il Santos e per Pelé fu forse uno smacco, per la Portuguesa, che non vinceva il titolo dal 1936, fu un grande trionfo.

Il 1973 fu sicuramente per Enas l’anno d’oro con i trionfi nella Taça Sao Paolo e nel Campionato paulista. Nella stagione successiva, invece, fu costretto a prestare il servizio militare, che rallentò decisamente la sua crescita calcistica, proprio quando sembrava che sarebbe potuto diventare una stella di prima grandezza!

Copertina libro Eneas

Il libro di Carlo Alberto Cenacchi racconta molto di più della vita di Eneas de Camargo, come ad esempio il perché del nome: questo non ha nulla a che vedere con l’eroe troiano, ma “Enea, secondo gli atti degli Apostoli, è un paralitico che San Pietro guarisce e fa alzare dal letto dove giaceva da sempre.” È stato un piacere leggere e proporre questo libro. Mi auguro che possa appassionare tutti i tifosi del Bologna, gli amanti delle belle storie sul calcio e i lettori della rubrica “SINE QUA NON – siamo qua noi”.

Amedeo Gargiulo

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