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STADIO: Bologna, il futuro è…Verdi! – 24 mag

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La stagione si avvia alla sua naturale conclusione: tutto pronto per la finale di Europa League, si avvicina quella di Champions, alla nostra Serie A manca una sola giornata e pochissimi verdetti. Il Bologna, come quasi tutte le altre squadre, pensa al futuro, e così anche “Il Corriere dello Sport – STADIO”, che dedica l’edizione odierna per la maggior parte alle mosse per il futuro, tra allenatori che vanno e allenatori che forse lo faranno e ipotesi di calciomercato. In casa Bologna tutto è già definito: i rossoblu ripartiranno con Donadoni in panchina e con una certezza: Simone Verdi.

Verdi-Bologna, il matrimonio va avanti

Quale sarà il futuro di Simone Verdi? Furio Zara se lo domanda nel suo articolo più importante dedicato al mondo rossoblu oggi. Verdi è stato il colpo migliore di Riccardo Bigon, pagato 1,5 milioni e recuperato dopo un’annata disastrosa persa in prestito tra la Spagna e Carpi. Si è rilanciato, è addirittura sembrato volare prima che un infortunio lo fermasse proprio sul più bello e per quasi tre mesi. C’è stata paura, allora: quella che il ragazzo non sarebbe più tornato quello di prima, che quel maledetto strappo ne avesse condizionato il volo definitivo. Invece Simone ha smentito tutti, è tornato ed è sembrato ancora più forte a livello mentale, più convinto: ha raggiunto l’azzurro, si è ben disimpegnato sia nel 4-3-3 che come trequartista nel recente 4-2-3-1 lanciato da Donadoni, palesando solo un poì di mancanza di continuità, su cui intende comunque lavorare con lo staff rossoblu. Dunque resterà? Detto che il Bologna avrà nei prossimi anni un budget ristretto e la necessità di vendere qualcuno per fare mercato, la risposta che dà Zara è si, Verdi resterà. Perché il 20% sulla prossima cessione che il Milan si è assicurato quando lo ha ceduto significa che in caso di un’offerta di dieci milioni il Bologna ne incasserebbe solo otto, una miseria per l’importanza del ragazzo. Forse la società potrebbe ragionare sui venti (sedici in cassa e quattro al Milan), ma la sensazione è che il ragazzo voglia restare, il Bologna lo voglia in rosa e Donadoni ci punti molto. Per cui il cerchio si chiude: Verdi-Bologna, il matrimonio va avanti.

Ultima di campionato, il ballo dei debuttanti

Se l’ultima giornata di campionato non dirà niente a livello di esiti sul campo, con Bologna e Juventus che non hanno più niente da chiedere a questa Serie A 2016/2017, potrebbe voler dire molto per i tanti ragazzi rossoblu che gravitano tra la Primavera e la prima squadra. Qualcuno potrebbe debuttare, mettere un piede in Serie A, non una garanzia di una carriera ad alto livello ma comunque un momento significativo nella vita di un calciatore e certo non riservato a tutti. Lo racconta Lorenzo Longhi, che si domanda a chi toccherà – se a qualcuno toccherà – l’onore che spettò la scorsa stagione a Aaron Mattia Tabacchi, giovane attaccante che rilevò Giaccherini nell’ultima contro il Chievo. Ecco allora che il giornalista di “STADIO” va indietro nel tempo per ripescare alcuni debuttanti al ballo di fine anno della Serie A: prima di Tabacchi, nel 2010, toccò al difensore Bassoli contro il Cagliari, lanciato da Colomba e oggi al Sudtirol. E prima ancora, nel 2004, alla punta Gennaro Fragiello, che Mazzone lanciò a Verona contro il Chievo e di cui poi si sono perse le tracce. Così come si sono perse quelle di Luca Villa e Michele Nesi, esordienti rispettivamente nel 1989 e nel 1991 a campionato ormai concluso. Più facile ricordare il brasiliano Claiton, che esordì nel 2001 lanciato da Guidolin e che oggi è al Crotone: esordì in coppia con un altro giovane, Francesco Quintavalla, che poi passò alla SPAL e recentemente ha giocato i preliminari di Champions League con i sanmarinesi del La Fiorita. Indimenticabile il portierone Astutillo Malgioglio, eterno dodicesimo di buon livello e che esordì nel lontano 1977, subentrando a Franco Mancini in un Roma-Bologna 1-0. Eccezionale infine quanto realizzato da Marino Perani all’ultima giornata del campionato 1979/1980, quando contro un Torino che veniva al Dall’Ara per una partita senza significato fece partire dal primo minuto ben tre ragazzini all’esordio assoluto e uno lo fece entrare nella ripresa: particolare non da poco, uno si chiamava Fausto Belli e indossava l’11, uno Mirko Fogli, indossava il 10 ed era il figlio del grande Romano, due erano i figli dello stesso allenatore, Daniele e Claudio, a cui papà Marino regalò una giornata da ricordare.

 

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