Stadio – Pioli: Saphir è nato pronto, poi è migliorato – 25 maggio

Se vogliamo fare un paragone, l’allenatore può essere comparato ad uno scultore: da un blocco di marmo ne deve saper tirare fuori una statua e la Pietà di Michelangelo sa di cosa stiamo parlando. Per questo, nell’articolo odierno di Furio Zara, per Pioli sia Taider che Cherubin (del quale in tempi non sospetti disse “Ha tutto per fare l’allenatore“) sono due esempi di come la mano dell’allenatore possa incidere e fare emergere e vivere un “capolavoro” (calcistico). “I giocatori devono sapere riconoscere le situazioni positive e negative”, e per questo Pioli li allena con test dedicati: alla presentazioni di immagini tu devi sapere, in pochi millisecondi, dire si o no rispetto ad una domanda chiusa. Allenamento a capire e comprendere una situazione in pochi istanti e poi agire. E non è solo questione d’istinto, perchè l’istinto nasce dalla competenza, è la goccia di sudore dopo la corsa, una reazione fisiologica. “Io sono convinto di una cosa: se il giocatore migliora, la conseguenza logica è il miglioramento della squadra“, conclude il Nostro Mister. L’emblema di quest’assioma è proprio Saphir: arriva a 19 anni, al suo primo anno 14 presenze, moltissime con partenza dalla panchina e non nello starting eleven. Quest’anno quasi sempre presente, quando disponibile. Quando un giocatore può definirsi “pronto”? “E’ sbagliato  pensare che siamo noi allenatori a fare le scelte, il più delle volte sono i giocatori che le fanno. Quando l’anno scorso abbiamo ceduto Mudy, dissi alla società di stare tranquilli perchè avevamo Taider“. Taider aveva già dimostrato di essere pronto, perchè, come dice Pioli, “ha fame e ha la testa (in senso esperienziale e di giudizio) di uno di 30 anni“. Per questo quando il Mister e lo staff lo hanno visto giocare e crescere si sono detti che il giocatore aveva tutto per affermarsi nel grande calcio, perchè “in due anni mai una volta ci sia capitato di doverlo motivare, mai!“. Così parlò Zarathustra Pioli.

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