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Stadio – Quando il ritiro pre-trasferta è una best practice

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Le partite dei rossoblù contro Inter, Torino, Verona e Empoli, trasferte con sconfitta, che cosa hanno in comune? Hanno un comune denominatore cioè quello di non aver svolto il ritiro pre partita (che nel mondo del pallone è anche un modo di fare team building con la squadra, preparandosi al match tutti insieme, mangiando e dormendo nello stesso hotel), ma partendo da Casteldebole il giorno stesso della partita, visto che le distanze lo potevano permettere (Torino in pulmann/treno è raggiungibile con poco più di tre ore).

Thiago Motta, in quelle vigilie, ha dato la possibilità di dormire in famiglia la notte prima della partita e questa coincidenza con il risultato finale (tutte sconfitte con il Bologna) può diventare momento di riflessione.

 

Riflessione che può inerire alla concentrazione: lo stesso Stefan Posch, in una sua intervista, aveva sollevato il problema di una possibile  mancanza di concentrazione nelle ultime tre trasferte. Stefan rifletteva sulla differenza di approccio fra match casalinghi (giocati cioè al Dall’Ara) e quelli lontano dalle mura amiche, dove la concentrazione, a suo dire, si era espressa su livelli differenti.

Ora questo sillogismo (no ritiro pre trasferta – sconfitta) non ha basi assolute di scientificità (ne lo vogliamo sostenere noi, ndr), ma le coincidenze vanno quantomeno annotate, così come domani il Gruppo della Prima squadra, si muoverà direttamente dal “Niccolò Galli” per raggiungere il Mapei Stadium di Reggio Emilia.

ll viaggio fatto il giorno prima aiuta sicuramente il Gruppo a cementarsi e a conoscersi meglio, staccando magari dai problemi della quotidianità e aiutandosi a concentrare, insieme, sulla partita del giorno dopo. E sottolineiamo come il ritiro, inteso in senso punitivo (quelli cioè che duravano una settimana, quando la squadra navigava in acque difficili e complicate), adesso è un’usanza ormai desueta e gli allenatori difficilmente lo propongono ai propri giocatori, con l’unico obiettivo di ricementare il Gruppo squadra sull’obiettivo, che spesso è la salvezza (esattamente come è successo all’Empoli appena incontrato e che lo stesso Zanetti, allenatore dei toscani, ne ha rimarcato l’importanza). Motta invece non lo reputa, quello prepartita, necessario o funzionale ai giocatori, salvo che la trasferta lunga lo imponga.

Domani, e non oggi, si parte per Sassuolo: siamo certi che quella del Mapei Stadium sarà tutta un’altra storia.

 

(Fonte Dario Cervellati – Stadio)

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