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The Day Before – Amici miei: da Adailton a Gilardino, intreccio a tinte rossoblù – 1 Mag

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Amici miei: da Adailton a Gilardino, l’intreccio a tinte rossoblù.

Bologna e Genoa: società tradizionalmente antitetiche, ma in fondo simili come nessun’ altra. Gemelle separate alla nascita. Vecchie glorie del primo calcio (per intenderci, quello anteguerra) costrette, dopo abbuffate di scudetti e trofei, a vivere mezzo secolo e passa di brucianti e continue delusioni.  Una sorte di dazio, da pagare per metà Novecento vissuto alla grande.

Due tifoserie storiche, appassionate e sempre presenti a sostenere i propri colori anche in categorie non di competenza quali serie B o addirittura C.

A proposito di colori: rosso e blu per entrambe, ennesimo punto d’incontro di due rette per troppo tempo rimaste parallele. Il motivo? Sindrome da ascensore: su e giù per tutte le categorie, un sali-e-scendi senza sosta. Per quasi un ventennio, a partire dagli anni ’80 l’incrocio non s’ha da fare: poi, improvvisamente, eccolo nella stagione 2006-2007, in cadetteria, con esito positivo per il Grifone ( che torna in A dopo tanto tempo), ma negativo per i rossoblù bolognesi, costretti a sorbirsi un altro anno di B. In estate, però, si pongono le fondamenta per la futura promozione: dalla Genova rossoblù arriva infatti quell’Adailton protagonista, l’anno prima, sotto la Lanterna e pronto a bissare a giugno sotto le Due Torri. E’ il primo grande favore genoano: e non di certo l’ultimo.

L’anno successivo, infatti, sarà sempre la squadra di Preziosi a dare più di un concreto aiuto agli sventurati emiliani: prima per la svendita di Marco Di Vaio ( autore quell’anno di 24 reti), poi per la vittoria contro il Torino alla penultima,col goal di Milito già passato alla leggenda, e capace di fatto di salvare il disastrato Bologna dei Menarini, scampato al pericolo retrocessione non certo per meriti propri.

Nella città petroniana, ancora oggi a distanza di cinque anni, si ricorda il Principe genoano come un vero e proprio salvatore evangelico.

Due favori a zero: è tempo di ricambiare. Nelle stagione successive i valori della squadre cambiano: il Bologna ottiene delle tranquille salvezze, mentre il Genoa ( che nel frattempo prenderà il fallimentare Malesani, reduce da una buona stagione coi rossoblù della via Emilia) per due volte di fila si salverà all’ultimo, soprattutto grazie all’arrivo, nel mercato di riparazione, di Daniele Portanova, ex capitano felsineo costretto a lasciare dopo aver rotto con la dirigenza. Una ferita che, in effetti, brucia ancora.

E siamo ai giorni nostri, con l’ultimo caso di scambio di favori, il più evidente, quello di Alberto Gilardino: anonimo a Genova, rilanciato a Bologna in prestito ( 12 goal e salvezza ottenuta praticamente da solo, più il ritorno in nazionale), fino al ritorno in quel del “ Marassi”, per il risultato di una stagione a dir poco strepitosa ed il rimpianto dei tifosi felsinei.

Domenica un nuovo capitolo del grande intreccio a tinte strettamente rossoblù, con i bolognesi di Ballardini ( allenatore amatissimo, tra l’altro, da quelle parti) costretti a far punti per inseguire una salvezza dir poco complicata: sulla panchina genoana Gasperini, lo stesso che, per intenderci, cinque anni fa guidava il Grifone nella pazza e a noi cara partita di Torino.

Tutto torna, ma nel calcio non si sa mai: perché, nonostante la salvezza già raggiunta, i tifosi genoani vorranno a tutti costi vincere per raggiungere l’odiata Samp in classifica. E il duo di ex? Avranno il dente avvelenato o saranno colti da un’improvvisa nostalgia tale da impedire di far del male al vecchio amore? Portanova, espulso, non sarà del match: tutto, in effetti, dipenderà dal Gila, per continuare nel solco della tradizione del “ volemose bene” o romperla tutta d’un tratto.

Bologna e Genoa: amiche, volenti o non, nonostante non corra buon sangue tra le rispettive tifoserie. Eppure la storia e quello strano scherzo imprevedibile chiamato destino parlano decisamente chiaro…

 

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