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Bologna

Ti ricordi Francesco? – 1 Apr

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LazioPress.it


Lazio-Bologna si è rivelata una partita tatticamente perfetta da parte dei rossoblù, che hanno più volte rischiato di spuntarla a dispetto dei colleghi biancocelesti. Due settimane dopo la storia si ripete al Dall’Ara, quando i felsinei si trovano di fronte l’altra squadra della capitale, la Roma. La squadra di Donadoni prima studia l’avversario, non si scopre, difende con attenzione, poi al 18° sferra la zampata decisiva con Pulgar, che da fuori area fa pendere l’ago della bilancia in favore della squadra di casa. Nella seconda frazione però Di Francesco butta nella mischia Dzeko, che assieme a Schick e Defrel forma un tridente pesantissimo per la retroguardia petroniana. Che alla fine cede, concedendo il goal del pari all’attaccante bosniaco al 76°, unico goal giallorosso in un pareggio finale di cui gran parte del merito è senza dubbio di Donadoni. Ma riavvolgendo di poco il nastro ecco il misfatto: minuto 90, Verdi lascia il terreno di gioco al posto di Krejci e come di fronte al più brutto film della storia, il pubblico comincia a fischiare sonoramente il proprio allenatore. Rapporto ormai giunto ai minimi termini quello tra il Bologna e l’allenatore di Cisano Bergamasco, che però anche nella conferenza stampa di venerdì ha ribadito l’orgoglio di allenare la sua squadra ed il suo augurio di restare per molte altre partite ancora alla guida della squadra. Nonostante il non gradimento della guida tecnica, perché fischiare al termine di una prestazione così positiva? Si sa, il pubblico sotto le due Torri è di palato fino, ha visto grandi campioni del calibro di Baggio, Signori, Cruz, Di Vaio solo per citarne alcuni, assaporato la fragranza dell’erba dei campi europei e conquistato titoli nazionali ed internazionali. Ma dopo l’epoca d’oro del grande Bologna vi sono state due retrocessioni, quattro diversi cambi societari e numerosi calciatori dalle dubbie capacità, fattori che hanno indispettito non poco il pubblico bolognese. E non basta che l’attuale dirigenza abbia investito più di 100 milioni, acquisito a titolo definitivo i terreni di Casteldebole e stia potenziando gradualmente tutte le rose colorate di rosso e di blu, facendo maturare pian piano un progetto solido per le fondamenta di casa Bologna. Ed allora ritornano alla memoria vecchi ricordi: Bologna-Juventus 1-0, Signori esce dal campo per Locatelli e lo stadio esplode con fischi ed ingiurie verso il tecnico felsineo, che quando la sua squadra sigla il 2-0 si lascia andare ad un “città di m…”. Stessa situazione, diversi protagonisti: Donadoni come Guidolin, un buon rapporto con la città, mai realmente decollato e che col tempo è andato deteriorandosi, con l’allenatore nativo di Castelfranco Veneto che nel 2002 raggiunse addirittura il quarto posto e restando stabilmente nella parte sinistra della classifica negli altri campionati. Personaggi diversi con storie calcistiche diverse, ma sempre sulla stessa panchina. Bologna, impara dai tuoi errori e non far avverare la profezia del buon Francesco…

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