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Trent’anni di Sartori: il miracolo Atalanta

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fonte immagine: Atalanta BC


Le aspettative costruite sull’arrivo di Sartori a Bologna sono state costruite su solide realtà. Dopo i 22 anni di Verona, sponda Chievo, Giovanni Sartori nel 2014 ha deciso di spostarsi a Bergamo. Una piazza più grande, con attese certamente più importanti della realtà di quartiere clivense. Guardando indietro all’inizio di quella avventura sarebbe stato davvero difficile immaginare i risultati poi conseguiti.

È il 2014, è il momento del cambio. Nella prima stagione l’Atalanta si salva per un pelo, arrivando 17ma, ma Sartori inizia a porre le basi dei successi futuri. A Bergamo, in quel 2014, arriva il Papu Gomez dopo un’esperienza difficile in Ucraina con la maglia del Metalist Kharkiv; a gennaio 2015, porta nella primavera nerazzurra Franck Kessié. L’estate 2015 è quella dell’arrivo di alcuni dei protagonisti ancora oggi a Bergamo come Remo Freuler, Marten De Roon e Rafael Toloi; ci fu poi li ritorno dal prestito a Vicenza del mediano Roberto Gagliardini e l’approdo in prima squadra dei Andrea Conti e Marco Sportiello.

Il 2016/17 si rivela in assoluto la stagione più importante: al di là dell’arrivo al quarto posto, che allora ancora significava “solo” Europa League, l’Atalanta inizia a strutturare un circolo virtuoso che continua ancora oggi: ai già citati pilastri si aggiungono Mattia Caldara di rientro dal prestito al Trapani, Bryan Cristante riportato in Italia dopo l’esperienza fallimentare al Benfica, ma anche l’arrivo di Hans Hateboer, Leonardo Spinazzola e Andrea Petagna. Le prime grandi cessioni arrivano già a gennaio, dopo i primi grandi risultati: l’Inter si assicura Roberto Gagliardini per 30 milioni, la Juventus invece prende Mattia Caldara per 25, lasciandolo in prestito per un ulteriore anno e mezzo.

Dopo quella eccezionale stagione, l’Atalanta si conferma arrivando settima, ma qualificandosi per l’Europa League e raggiungendo anche i sedicesimi di finale della stessa competizione, e la semifinale di Coppa Italia. Nel contempo, in estate aveva venduto Andrea Conti e Franck Kessié al Milan per un totale di 50 milioni (l’ivoriano, inizialmente, in prestito per due stagioni ma con obbligo), al di là dell’addio di Alessandro Bastoni per 10 milioni in direzione Inter, frutto del funzionante settore giovanile dell’Atalanta. L’estate 2017 porta altre future colonne e affari: Robin Gosens un olandese che giocava in Germania con il piccolo Heracles Almelo, José Palomino calciatore argentino che aveva già esordito in Champions League con i bulgari del Ludogorets, Timothy Castagne, Gianluca Mancini sottratto alla Fiorentina, Matteo Pessina, Josip Ilicic e approdano in prima squadra anche Musa Barrow e Dejan Kuluseski, arrivato nel 2016 dopo un torneo estivo in cui il talento svedese aveva giocato in maniera fenomenale con il Brommapojkarna squadra del piccolo quartiere di Bromma, a Stoccolma. La stagione 18/19 vede l’Atalanta cominciare con una cocente eliminazione ai preliminari di Europa League, ma a fine stagione i risultati sono clamorosi: finalista di Coppa Italia e 3° posto finale in Serie, che significa Champions League! Il tutto cedendo ancora: Cristante saluta, inizialmente in prestito, con riscatto di oltre 30 milioni, direzione Roma; Petagna va alla SPAL, inizialmente in prestito ma con riscatto a 12 milioni. In compenso, arrivano in prestito pezzi da 90 come Pasalic e Zapata.

Nella stagione 2019/20, la Dea si conferma al 3° posto in Serie A, arriva ad un passo dalle semifinali di Champions League, nell’edizione rivista causa covid e chiude affari d’oro. A gennaio, mentre sta facendo faville al Parma, Kulusevski viene ceduto alla Juventus per 35 milioni più 9 milioni di bonus e Musa Barrow passa in prestito proprio al Bologna con riscatto obbligatorio fissato a 15 milioni. In estate, intanto con la solita formula del prestito con obbligo l’Atalanta saluta anche Gianluca Mancini, il cui riscatto per la Roma è fissato ad oltre 20 milioni. E per raggiungere gli eccellenti risultati in campo nazionale ed europeo, i bergamaschi portano a casa Luis Muriel e Ruslan Malinovskyi. 

La stagione 20/21 è storia recente con la conferma in Champions, una nuova finale di Coppa Italia questa volta persa contro la Juventus, ma soprattutto le altre cessioni milionarie come quella di Amad Diallo, praticamente mai impiegato come Kulusevski e ceduto per oltre 20 milioni di euro al Manchester United. L’acquisto in prestito con diritto di riscatto a 16 milioni dell’argentino Romero, ceduto poi con la medesima formula al Tottenham con riscatto fissato a 50.

Fino ad oggi, con Sartori che lascia una rosa con talenti quali quello di Miranchuk, ora accostato al Bologna (qui la sua scheda), ancora in attesa di esplodere, Teun Koopmeiners, la cui prima stagione in Serie A ne ha fatto immediatamente un pezzo pregiato e tanti altri. Una base solida costruita in un’esperienza di 8 anni, un progetto lungo, come era stato al Chievo e che Sartori, Saputo e i tifosi rossoblù sperano possa ripetere anche a Bologna.

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