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Tutti gli uomini di Mister Siniša – Emilio De Leo: il “tecnico venuto da Internet”

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Il Portico

Emilio De Leo, un nome che, fino a qualche mese fa, era ancora sconosciuto ai più, trovando positivi riscontri solo nei più fervidi conoscitori di calcio e nei colleghi del mondo del pallone. Un uomo che negli ultimi tempi, complice la malattia di Mihajlović, ha preso in mano le redini del Bologna e, insieme al collega e amico Miroslav Tanjga, ha amministrato e trascinato la squadra come il più navigato degli allenatori, con carisma e pazienza, senza mai sbilanciarsi eccessivamente sulle prestazioni della squadra, senza piangersi addosso nei momenti di difficoltà, ma trovando sempre aspetti positivi anche nei momenti più bui e difficili. Vero artefice della “rivoluzione culturale”, portavoce delle idee e delle tattiche di Siniša, De Leo ha saputo imporre una mentalità vincente al gruppo, un resilienza che contraddistingue la compagine rossoblu da ormai diversi mesi. Ripercorriamo insieme la sua carriera:

GLI INIZI. Emilio De Leo nasce a Cava de’ Tirreni il 18 gennaio 1978. Calca i primi campetti di provincia come allenatore della Cavese e della Nocerina, dimostrandosi sin da subito esperto di tattica: collabora con il sito Allenatore.net che pubblica i suoi report sulle varie squadre, facendogli acquisire quella consapevolezza e fiducia che lo spingeranno ad inviare queste analisi a diversi allenatori. Tra questi Fausto Salsano, concittadino di De Leo ed ex bandiera della Sampdoria, collaboratore di Roberto Mancini alla prima esperienza nell’Inter, che, colpito dai suoi lavori, lo contatta proponendogli una collaborazione; Emilio, entusiasta, accetta. Il sodalizio tra De Leo e Salsano proseguirà anche durante l’esperienza di Mancini al Manchester City e non passerà molto tempo prima che Siniša Mihajlović, ex vice-allenatore dell’Inter e ora alla guida del Bologna, lo chiami per chiedergli alcuni report per conto del Bologna in piena zona retrocessione. La prima esperienza di Siniša sulla panchina rossoblu non fu indimenticabile e il 14 aprile 2009, dopo la sconfitta interna con il Siena per 1-4, l’allenatore serbo viene esonerato, interrompendo così ogni contatto con De Leo. 

LA CRESCITA. Dopo la breve parentesi con il Bologna, ancora una volta, la diffusione massiccia di Internet, gli consente di esprimere le proprie idee e, grazie ad un video postato su Youtube in cui spiega i movimenti del 4-2-3-1, suscita la curiosità di Karol Marko, allenatore del Banik Ostrava, che gli chiede di affiancarlo in qualità di collaboratore tecnico. De Leo non se lo fa ripetere due volte e vola in Repubblica Ceca, voglioso di dimostrare sul campo le proprie qualità e capacità. Nonostante non venga riconfermato per la stagione successiva, De Leo può comunque dirsi soddisfatto dell’esperienza ceca, un anno pieno di soddisfazioni e stimolante dal punto di vista professionale che gli permette di diventare uno dei collaboratori tecnici più stimati ed ambiti in un mondo, quello del calcio, quantomai ermetico. Nel frattempo la Cavese, il club che lo lanciò, fallisce e nasce così l’Aquilotto Cavese, militante in terza categoria e di cui De Leo diventa primo allenatore. Il tecnico, forse inebriato dall’aria di casa e con un bagaglio culturale importante grazie alle esperienze maturate all’estero, stravince il campionato totalizzando 24 vittorie su altrettante partite, facendo segnare alla sua squadra ben 176 goal e subendone solamente 6, numeri limpidi di un successo per nulla scontato. 

LA CONSACRAZIONE. Successo che non passa inosservato e che gli vale la seconda chiamata da parte di Salsano: «Siniša sta per accettare una proposta che gli è arrivata e ti vorrebbe con sé, ma te ne parlerà meglio lui. Mi ha chiesto di contattarti dato che è rimasto molto soddisfatto dai tempi del Bologna.» Poco dopo riceverà la proposta ufficiale di Mihajlović che gli chiederà di seguirlo a Belgrado in qualità di collaboratore tecnico della nazionale serba. L’esperienza non durerà tanto, solo un anno, ma servirà a cementificare il rapporto tra i due che da lì in poi diventeranno inseparabili. Proprio durante questo periodo in terra serba, De Leo conoscerà Miroslav Tanjga, ex difensore serbo dell’Herta Berlino, con il quale condividerà le esperienze sulle panchine di Sampdoria, Milan e Torino. La parentesi granata si concluderà bruscamente il 4 gennaio 2018, all’indomani della sconfitta per 2-0 nel derby con la Juventus nei quarti di finale di Coppa Italia. 

L’INASPETTATA SVOLTA. Dopo la brevissima, anzi inesistente, esperienza con lo Sporting Lisbona, il 28 gennaio 2019 Mihajlović viene richiamato dal Bologna, in piena crisi di risultati e di identità, ad un passo dalla retrocessione, e con lui tutto lo staff che lo ha accompagnato in questi mesi tra cui lo stesso Emilio De Leo. Sarà una vera e propria manna dal cielo per la squadra felsinea che in quattro mesi riuscirà a risollevarsi e a scrollarsi di dosso le ombre della Serie B, conquistando un decimo posto che, dopo la Caporetto interna contro il Frosinone, sembrava un’utopia. De Leo sembra aver trovato la sua dimensione, abile burattinaio della manovra del Bologna che, dietro le quinte, olia i meccanismi di una squadra ben costruita, grazie anche agli ingenti investimenti del patron Joey Saputo. 
Ma ecco che, in un’afosa mattinata di luglio, con i giocatori già in ritiro a Castelrotto, Siniša Mihajlović comunica, tramite una conferenza stampa, di essere malato di leucemia mieloide acuta. Gli umori sono stravolti, i visi sgomenti, i giocatori increduli, mai avrebbero pensato che una personalità così forte e scultorea potesse ammalarsi così gravemente. La dirigenza del Bologna, tramite il direttore delle aree tecniche di Bologna e Montréal Walter Sabatini, compie una scelta saggia, ma soprattutto profondamente umana, rimanendo accanto a Siniša in un momento così difficile, confermando il tecnico e con lui tutti gli uomini dello staff. Miroslav Tanjga prenderà il suo posto in panchina per tutta la durata della degenza di Siniša, ma rimane da capire chi farà da portavoce con i giornalisti e chi si farà carico del confronto tecnico quotidiano con Mihajlović. La scelta ricade su De Leo, che, in un batter d’occhio si ritrova catapultato in una realtà nuova, caratterizzata da dinamiche particolari, un compito per nulla facile per uno abituato a lavorare in incognito, al riparo dai riflettori mediatici. Eppure, in pochissimo tempo, già a partire dalle amichevoli estive, Emilio si cala nella parte con grande professionalità, dimostrandosi un abilissimo comunicatore, dotato di un’eccezionale ars oratoria, (forse anche grazie alla Laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Salerno) capace di apparire sempre lucido e chiaro nelle disamine delle partite con i giornalisti, ma altrettanto diretto e concreto con i giocatori, guida sicura e punto di riferimento per i tifosi che stravedono per lui, per il suo modo genuino, sincero ed educato di rapportarsi, valori preziosi da preservare e da custodire gelosamente. 

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