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Calcio

TRIPLICE FISCHIO – Il Milan corre, Conte senza Champions è sereno. Juve, McKennie ricorda…

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1000cuorirossoblu


Rieccoci qui, ancora una volta. Terminata la tredicesima giornata è già tempo di pensare alla quattordicesima, in programma questa sera e domani. E’ necessario però fare un passo indietro per analizzare quanto accaduto nel turno precedente. 

C’era chi, alla vigilia del turno precedente, pronosticava il sorpasso in classifica dell’Inter ai danni del Milan. Rafael Leo ci ha messo sei secondi e mezzo per ammazzare sul nascere i sogni di gloria dei nerazzurri. Nel gol più veloce nella storia della Serie A c’è molto del carattere di questo nuovo Milan: pazienza se il Sassuolo poteva fare meglio, ma l’aggressività di Calhanoglu e Leao è sintomo di leggerezza e personalità. Vincere a Sassuolo, quest’anno, non è facile, figuriamoci farlo senza Kjaer, Bennacer e Ibrahimovic. Noi, di questo Milan, a differenza di altri, non ci meravigliamo più. Qualcuno ancora “spera” in una caduta del Diavolo: ora, dalle parti di Milanello, qualcuno dirà: “Aspetta e spera”. E come dargli torto.

Continua la marcia dell’Inter, chi vince e insegue nuovamente i cugini: contro un buon Spezia la decidono Hakimi e il solito Lukaku. Non è stata una gara facile, e in alcuni frangenti Conte ha anche rischiato, ma la gara di domenica ci ha lasciato un’indicazione particolare: la squadra ha ritrovato quella leggerezza che aveva perso subito dopo l’eliminazione dalla Champions League. Qui occorre fare un passo indietro. Conte ha dato il meglio di sé senza le coppe: che sia questa la chiave per vincere lo Scudetto? Alla Juventus ha funzionato, i tempi e i modi erano diversi ma attenzione, perché la filosofia del salentino è sempre quella.

Al terzo posto c’è la Juventus, che batte in modo strepitoso il Parma con un perentorio 4-0. Di solito, quando una squadra vince in maniera netta, c’è poco da dire. Questa volta no, anzi; Pirlo sta lentamente trovando la quadra giusta, ha il suo modulo e a piccoli passi ci sta infilando anche i suoi interpreti migliori. In difesa c’è un de Ligt che sembra un veterano, a centrocampo onori a McKennie: corre, si inserisce, contrasta, è ovunque. Sembra il Vidal del primo anno alla Juventus. Oggi siamo un po’ nostalgici. In avanti, infine, Alvaro Morata: arrivato apparentemente come terza scelta, lo spagnolo si sta dimostrando il nueve perfetta e la spalla migliore che Cristiano potesse desiderare. Dybala non è nelle sue condizioni migliori ma, a prescindere, togliere il posto a un Morata così sarà davvero difficile. Pirlo, in Serie A, ha solamente tredici gettoni. Sta dimostrando però la stessa intelligenza che aveva da calciatore. Il tempo ci dirà chi ha ragione e chi torto, per ora la ragione sta dalla parte di Madama. 

Dopo le prime tre, sarà una lotta fino all’ultimo respiro per assicurarsi un posto tra le prime quattro. Poteva fare un salto di qualità, ma la Roma perde nettamente a Bergamo e si vede ridimensionata le aspettative che, dopo le ultime prestazioni, erano salite alle stelle. Un 4-1 dell’Atalanta che tutto ha dimostrato tranne che la Dea stia pagando le conseguenze per il caso Papu. Tra le tante buone notizie ce n’è una in particolare: Josip Ilicic è tornato al gol in campionato. E ci voleva. Ha passato un periodo terribile, lui come tanti; ha superato le sue fragilità ed è tornato, ora tutto il calcio ha bisogno di riavere lo sloveno. E quanto ci è mancato. Perde consapevolezza anche il Napoli, che contro la Lazio disputa la sua peggior prestazione stagionale. Gli infortuni possono essere un alibi, ma se Gattuso ha portato la squadra in ritiro vuol dire che qualcosa che non va c’è. Grande vittoria, dunque, della Lazio: una serata da campioni, così come la voleva Inzaghi. 

E’ un campionato pazzo, quello a cui stiamo assistendo. Conferme, smentite e chi più ne ha più ne metta. Ma, in fondo, è questo il bello. Di tutto ciò, non ci stancheremo mai.

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