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TRIPLICE FISCHIO – Il Milan ha la personalità di Ibra. La Juve scopre Arthur. De Zerbi è il presente e il futuro

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E’ tornata la Serie A e lo ha fatto con il botto. Ora possiamo dormire sogni tranquilli, perché fino a Natale si giocherà praticamente sempre. L’ottava giornata di campionato ci ha regalato conferme e smentite.

L’Inter di Conte ha vinto e lo ha fatto in rimonta contro un bel Torino. Questa vittoria, da 0-2 a 4-2, significa una cosa precisa: l’organico nerazzurro, quest’anno, è davvero forte. Escono Sanchez, Vidal? Nessun problema, entrano Lautaro Martienz e Brozovic. La forza di questa Inter sta anche in questo: Brozo non è più titolare fisso e, in alcune partite, rinunciare a lui non porta molti rischi. Entrano tutti, tutti tranne Eriksen. Il problema tra Conte e il danese è ormai bene noto, e il carico da novanta viene appesantito da Marotta: a gennaio si valuterà la cessione del centrocampista. E’ un vero peccato, da grandi aspettative si è passata a una cocente delusione: basti pensare la presentazione del calciatore, avvenuta alla Scala di Milano, per capire quanto ci credevano tutti. Sia chiaro, Eriksen rimane un top player, ma a volte un rapporto o nasce o cessa sul nascere. E, in questo caso, così è stato. Tornando alla partita, Conte deve capire una cosa: la squadra che quest’anno la società gli ha messo a disposizione è potenzialmente fortissima, sta a lui mettere i calciatori nella condizione ideale per rendere al massimo. E quindi, perché non provare per una gara a usare il 4-3-2-1? Qui noi non siamo allenatori e lui allena l’Inter, ma una modesta opinione possiamo darla. In difesa ci sono Hakimi e Kolarov pronti a esplodere sulle fasce, Eriksen si potrebbe invece provare a metterlo da trequartista dietro la Lu-La. Una cosa, in queste prima otto partite, si è capita: Eriksen, nel 3-5-2 nerazzurro, ha poco spazio. E allora perché non provare qualche altra soluzione? Non costa nulla, a noi.

La prima della classe, per ora, resta il Milan. Senza Pioli, senza metà dello staff tecnico ma poco importa. La squadra rossonera è una condizione di estasi incredibile, e uno Zlatan immortale annichilisce un Napoli del tipo “vorrei ma non posso”. Questo Milan non è solo Ibra, ma ha davvero tanto del carattere dello svedese: è una squadra costruita a immagine e somiglianza del suo tecnico. Dovrebbe essere sempre così, ma nella maggior parte dei casi acquisti e idee tecniche sono linee parallele. Un dettaglio, in questo Milan, è importante. A inizio stagione, Ibra arrivava quasi a centrocampo per giocare la palla, ora non più: si fida dei suoi compagni, fa il centravanti e soprattutto segna. Alla fine si è fatto male, ma conoscendolo un po’ siamo sicuri che sia già a correre a Milanello. Favorito per lo Scudetto questo Milan? Voi continuate a dire di no, ma fino a ora avete visto qualche altra squadra fare meglio di loro? Se sì, fatecelo sapere. Dall’altra parte il Napoli è stato troppo rinunciatario e Gattuso si è infuriato, giustamente. Rino ringhia, questo è un dato di fatto, ma non vuole solo quello. Ha accusato i suoi calciatori di essere troppo professori, a volte: serve senso di sacrificio e la mentalità giusta, quella utile per capire gli errori commessi e ripartire. Ha minacciato di andare via, e questo sarebbe un vero peccato perché Napoli e il Napoli ha bisogno di una personalità forte come la sua. 

La stessa personalità che a piccoli passi sta acquisendo la Juventus, bella e spietata contro un Cagliari battagliero. Sono passate otto giornate, ancora poco, ma l’impronta di Pirlo inizia a farsi vedere. La difesa, con il ritorno di de Ligt e la conferma dell’onnipresente Danilo, inizia a tenere bene; a centrocampo si sta prendendo un posto importante Arthur. Il brasiliano, contro i sardi, ha effettuato più di 100 passaggi sbagliandone solo un paio: è il calciatore che voleva Pirlo, è il calciatore che mancava ai bianconeri. In avanti c’è poco da dire, un cenno su Morata che – arrivato tra alcuni malesseri dei tifosi – si sta prendendo il posto da titolare: segna, fa assist, è altruista. Il partner ideale di Ronaldo, che segnerebbe anche con una benda sugli occhi. Letale, non serve dire altro. Dopo alcuni punti persi per strada, ora la Juventus sembra aver imboccato la strada giusta. 

La stessa che ha preso il Sassuolo di De Zerbi, ma già diverso tempo fa. “Si, ma prima o poi perderanno colpi”; certo, può essere, ma chi non lo farà? La realtà dice che il Sassuolo è meritatamente secondo con 18 punti, e sicuramente non è colpa del caso ma di un progetto ben organizzato e che ha al comando un allenatore con gli attributi. Roberto De Zerbi è il futuro ma anche il presente, è tra gli allenatori più bravi di questa Serie A e sfido chiunque a dire il contrario. Confermare la prestazioni è difficile, lui non solo ci sta riuscendo ma addirittura riesce a fare meglio. Poi servono anche i calciatori giusti e lui ne ha diversi, perché Locatelli, Berardi, Boga, Caputo e tanti altri sarebbero titolari in almeno 12 delle attuali squadre di Serie A. Prima era un sogno, ora una stupenda realtà: chapeau.

 

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