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Fede

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Federico, 37 anni, sempre in cortile a giocare a pallone, album panini, una vita da mediano, senza il crociato anteriore destro che ancora non ho operato, nell’allora unico modulo 4-3-3, sino alla quinta elementare a tifare Platini poi una domenica dopo un pranzo con i parenti mio zio mi porta a vedere gli ultimi 20 minuti (un tempo aprivano i cancelli!!!) di uno squallido Bologna Genoa 0-0, e Michel l’ho mandato a quel paese.

Per tutte le medie (era pre Maifredi) allo stadio con mio cugino, spesso mi portava in San Luca per insultare meglio i tifosi ospiti, mille partite passate con ilseggiolino di polistirolo a protezione della faccia per non prendermi monetine in testa, ogni tanto mi chiedeva “hai paura?”, “no…no..”, e pensavo cazzo, ma così non riesco a vedermi tranquillo la partita, perchè anche a 12 anni per me era sacra!

Dalle superiori finalmente libero da vincoli familiari, Andrea Costa in balotta, in trasferta con i Forever (di Marchino), voglio ricordare Paolino che spesso non stava bene ma per il Bologna c’era sempre. Passa qualche anno e migriamo dai facinorosi, non mi piaceva, piano piano ho convinto tutti e deccoci tra i Freak in catena di produzione, cartina, filtro, accendino, durante la settimana gradivo e non poco, allo stadio no, dovevo guardarmi la partita, mi pare a Lucca una volta mi presi uno schiaffo da Pedro perchè non fumavo, ma io sono uno di quelli a cui durante la partita non devi rompere i maroni, mi concentro convinto che le mie energie si trasmettano alla squadra, se sono in forma riesco anche a spostare la traiettoria della palla, non so se capite, ognuno ha i suoi problemi.

La vita va avanti, moglie, due figlie, tre cani e lavoro, senza pilla, meno stadio, ma in un modo o nell’altro il Bologna c’è sempre. Ricordo più bello Milan – Bologna in Coppa Italia, li sbattiamo fuori ai rigori, credo che Emilio Fede si ricordi ancora di me, ritorno a piedi verso le tre di mattina da prima dell’uscita di Casalecchio alle due Torri sotto una neve della Madonna, nessuno aveva freddo.

Poi bastonate a Marsiglia (dove chi ti rivedo? sempre mio cugino e le sue monetine..), ultima trasferta (per ora). Assolutamente dedito per amore alla famiglia e per forza al lavoro, il Bologna come amante, e allora adesso è più facile incontrarmi a Casteldebole o in aeroporto che allo stadio. Ho sicuramente dimenticato tante cose, ne riparleremo.

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