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Oggi à successo (28 Marzo 1969 – Nasce Ivan Gotti – Ciclista.)

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Ivan Gotti (San Pellegrino Terme, 28 marzo 1969) è un ex ciclista su strada italiano. Professionista dal 1991 al 2002, vinse due edizioni del Giro d’Italia. L’8 novembre 1996 si è sposato con Francesca. Vivono a Zogno, a pochi km da San Pellegrino Terme anche se in passato hanno vissuto a San Pellegrino Terme.

Ha un fratello minore, Ugo Gotti, nato 3 anni dopo Ivan.

Quando il padre Giovanni e lo zio gli regalarono una bici ne regalarono una identica anche al fratello. Gotti era un corridore di costituzione minuta ed era magro. I due Gotti decisero di fare una gara sulla salita di Frasnadello, seguiti da un parroco: Ivan vinse la sfida e Ugo decise di dedicarsi al calcio.

La sua carriera inizia fra gli esordienti a 12 anni quando viene tesserato alla Paladina Maffioletti, una scuola ciclistica del bergamasco. A 18 anni decide di abbandonare le corse podistiche e il calcio per dedicarsi al ciclismo. Andando tra San Pellegrino e Bergamo, tra amatori e professionisti incontra anche Claudio Corti ed Ennio Vanotti.

Dopo quattro anni tra gli allievi vince la sua prima corsa sul monte Penice nel pavese. Tra gli juniores vince il Giro dell’Isola, staccando i migliori – tra i quali alcuni corridori cecoslovacchi – sulla salita della Roncola. Passa ai dilettanti della Remac, squadra di Mario Cioli.

Dopo le prime corse si fa notare come un abile scalatore. Nel 1990 Gotti è uno dei ciclisti più talentuosi nel panorama ciclistico italiano, forte in salita e con una grande capacità di recupero.

Nel 1989 vince la classifica generale del Giro della Valle d’Aosta, importante corsa a tappe per dilettanti. Nel 1990 finisce il Girobio dietro a Wladimir Belli ma davanti ad un altro giovane talento Marco Pantani, vincendo la tappa del Pordoi. Nello stesso anno si classifica secondo al Capodarco, nuovamente dietro Belli, e vince ancora il Giro della Valle d’Aosta, questa volta battendo Belli. Vince altre 9 competizioni. Tra i dilettanti vince 27 corse.

Divenuto professionista nel 1991 con la Gatorade-Chateau d’Ax, il ds Stanga lo vuole al Giro d’Italia 1991 in appoggio al leader Gianni Bugno. Gotti decide di non partire per la corsa rosa e durante la stagione avrà alcuni problemi di salute e di ambientamento tra i professionisti. Si fa notare dopo luglio con dei piazzamenti a Camaiore, al Trofeo Matteotti, alla Vuelta a Burgos e al Trofeo dello Scalatore. Arriva secondo al Giro dell’Emilia battuto da Cassani e alla Coppa Placci battuto da Dufaux. In queste ultime due corse si nota la sua debolezza maggiore, la volata.

Nel 1992 parte per il suo primo Giro d’Italia che conclude in ventitreesima posizione, secondo nella classifica dei giovani dietro ad uno dei suoi futuri grandi rivali, Pavel Tonkov. La stagione si conclude con alcuni piazzamenti i migliori sono il terzo posto alla Klasica Urkiola e al Trofeo dello Scalatore. Nel 1993 Gotti ottiene alcuni piazzamenti, non riuscendo a partecipare a nessun grande giro. Nel 1994 partecipa nuovamente al Giro d’Italia con il Team Polti, concludendo la corsa rosa in sedicesima posizione. Nella tappa dell’Aprica Gotti viene fermato dalla squadra per aiutare il capitano Bugno mentre insegue Pantani e Indurain Nel 1995 passa alla Gewiss-Ballan, dove allenandosi duramente migliora le sue caratteristiche nelle prove contro il tempo e in salita.

L’influenza gli fa saltare il Giro d’Italia del 1995: Gotti è costretto a puntare sul Tour de France del 1995. Dopo il prologo iniziale a dividere la classifica è la cronosquadre di circa 70 km tra Mayenne e Alençon, prova vinta dalla Gewiss di Gotti. Gotti conquista la sua prima maglia gialla nella frazione successiva a causa della caduta del leader Laurent Jalabert. Gotti mantiene il simbolo del primato per due giorni prima di lasciarlo al compagno Bjarne Riis, a Charleroi, in Belgio. La cronometro di Seraing potrebbe mettere in difficoltà Gotti, che però riesce a conquistare un undicesimo posto, a poco più di 4′ da Miguel Indurain. Sull’Alpe d’Huez scatta, rimanendo assieme a Marco Pantani: una caduta all’ultimo km gli fa perdere secondi preziosi ed una posizione nei confronti di Tony Rominger. Al fine di quella tappa Gotti è quinto. Nelle seguenti tappe tra montagne e cronometro resiste ai migliori superando anche Rominger ma facendosi passare da Jalabert. Alla fine della grande boucle è quinto nella classifica generale. Viene convocato da Alfredo Martini per il Mondiali 1995 in Colombia: Gotti si ritira dalla corsa. Nel 1996 Gotti punta al Tour de France, anche perché il compagno Berzin corre come capitano al Giro.

Con poco più di 20 corse disputate Gotti si prepara ad affrontare la corsa rosa in appoggio a Berzin e per trovare la giusta condizione di forma per il Tour. Nonostante sia Berzin il capitano della Gewiss, Gotti dimostra una forma migliore ed è più forte del russo in salita: a Vars tenta una fuga di 90 km.[4] Gotti lotta con Tonkov e Ugrumov.

A Marostica Berzin vince la cronometro ma Gotti vince due giorni dopo sull’Aprica la tappa col Mortirolo. È la prima vittoria da professionista di Gotti che ottiene il quinto posto in classifica generale. Al Tour Gotti paga le fatiche del Giro. Nella tappa di Lac de Madine Gotti a causa di un dolore al ginocchio e di una lacerazione al quadricipite della gamba destra che si era portato dal Giro è costretto al ritiro dalla corsa. Dopo il Tour rimane fermo per 40 giorni perdendo il finale di stagione.

Nel 1997  diviene un corridore della Saeco, squadra dove ha un ruolo da capitano per le grandi corse a tappe. Ad inizio stagione Gotti è tra gli outsider per la vittoria di un grande giro.

Gotti in preparazione al Giro d’Italia corre il Giro dei Paesi Baschi, il Giro del Trentino, il GP Gippingen e il Giro di Romandia. Al Romandia la forma non arriva mentre Tonkov dimostra di essere già in una buona condizione.

Fece il bis due anni dopo, grazie anche all’esclusione dalla corsa per ematocrito alto di Marco Pantani, che in quel momento, cioè a due tappe dal termine, era largamente in testa; Gotti riuscì comunque a staccare il rivale per la vittoria finale Paolo Savoldelli nella tappa dell’Aprica grazie ad un’azione sul Mortirolo condotta assieme allo spagnolo Roberto Heras e allo scalatore trentino Gilberto Simoni.

Dopo questo secondo successo iniziò per Gotti un periodo difficile: non riuscì più a conquistare successi di rilievo e fu anche accusato di aver avuto a che fare col doping. Uscì prosciolto da tutte le accuse, ma si ritirò dal mondo del ciclismo nel 2002. Attualmente Ivan Gotti risiede nel suo paese natale, dove gestisce un’attività di commercio di prodotti alimentari.

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