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Recensione Libri: Il David in carrozza – 30 Dic

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Il David in carrozza.
Le avventure di viaggio delle opere d’arte dagli obelischi egizi al boom delle mostre

Autore: Carminati Marco
Editore: Loganesi
Genere: Saggio
Anno: 2009

Sinossi

Come fecero i romani a trasportare gli obelischi dall’Egitto alla Città Eterna? Come giunsero a Venezia i cavalli di San Marco sottratti all’ippodromo di Costantinopoli? In che modo furono organizzati i convogli che portarono in Francia i capolavori di pittura e scultura trafugati da Napoleone al nostro Paese, e come fece Canova a riportarli indietro? A queste e a molte altre domande risponde il presente volume, che affronta un tema piuttosto singolare: l’epopea (è il caso di dirlo) dei trasporti di opere d’arte. Le quali hanno spesso affrontato peripezie di ogni genere: non solo guerre, incendi e razzie, ma anche lunghissimi itinerari via terra, temerarie traversate via mare, naufragi, assalti di briganti e pirati, col relativo corollario di imprevisti e pericoli. Il lettore può seguire da vicino come avvenne il trasporto dell’obelisco vaticano in piazza San Pietro, e come Leonardo progettò imballi speciali per monumenti equestri. Senza dire di Michelangelo, che disegnò i carri per trasportare i marmi dalle cave di Carrara. Ogni mezzo è stato usato per muovere le opere d’arte, dai piedi (così la Madonna del Rosario di Durer venne portata da Venezia a Praga) alle ambulanze (con tale mezzo la Gioconda viaggiò per le strade degli Stati Uniti), dai transatlantici ai jet, dai camion alle ferrovie.

 

Recenisione

Partiamo subito col dire che questo saggio, sarebbe benissimo potuto essere anche catalogato come “romanzo d’avventura“, perchè raccontare come un’opera d’arte abbia percorso migliaia di chilometri ed abbia superato indenne i secoli, le guerre ed alle volte anche le intemperie, è un po’ come raccontare la storia di un’avventuriero e quella di chi queste opere d’arte ha (ri)scoperto e movimentato (oltre che razziato).

Questo libro parla principalmente di come siano state trasportate nei secoli le opere d’arte, facendoci ragionare una volta di più sul fatto che quando guardiamo un quadro, una statua o altro, non dobbiamo solo rammentare la bravura e la fatica di chi quell’opera ha creato, ma anche chi, in qualche modo, ce l’ha resa fruibile oggi. Esistono, e sono sempre esistiti, una serie di veri e propri professionisti che vivono sulla movimentazione in sicurezza dei capolavori; ma non solo, in tempo di guerra ci sono persone che hanno rischiato la loro stessa vita per poter tramandare queste opere ai posteri. Ecco che sapere come sono stati gestiti i Cavalli della Basilica di San Marco non solo nel trasporto da Costantinopoli a Venezia, ma anche durante le Guerre Mondiali, ci faranno guardare l’opera con occhi differenti.

Questo libro ha un po’ il “danno collaterale” di farci risultare quasi ridicole tutte le precauzioni che vengono prese quando i pezzi sono in mostra: non avvicinarsi troppo per evitare magari eccessiva umidità, non toccarle, non fotografarle col flash… insomma dopo che abbiamo scoperto storie di assalti di briganti, imballi più o meno ortodossi, problemi con le sospensioni ai carri che le trasportavano e l’umidità di qualche scantinato bombardato durante la guerra, pare quasi assurda tutta questa attenzione. Ed invece a ben guardare non è così, anzi: se si pensa alle energie economiche ed umane spese ed ai rischi corsi, si capisce quanto sarebbe assurdo rovinare un’opera solo per il capriccio di vederla un po’ più da vicino.

In poche parole, questo libro si colloca a metà strada tra storia dell’arte e avventura, raccontandoci in modo davvero semplice e coinvolgente l’incessante spostamento di capolavori da un punto all’altro della terra attraverso i secoli, dall’Antico Egitto ad oggi.

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