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Tutto bene quel che finisce bene – 18 ago
Prima partita ufficiale della nuova stagione, tanta voglia di tornare “a casa”. Si arriva presto allo stadio e si sta a ciondolare di fianco alla cancellata, alla ricerca delle solite facce note che tutti gli anni si vedono quando si va al Dall’Ara. Ieri per un motivo non particolarmente interessante, ci siamo dati appuntamento all’ingresso della tribuna. Mentre si stava parlando del più e del meno, osservando le persone che passavano di li in quel momento, arrivano tre ragazzi, uno dei quali con una disabilità uditiva; quest’ultimo stava cercando aiuto perchè un suo accompagnatore non era potuto venire ed aveva bisogno di sapere come poter modificare il nominativo dell’accompagnatore. Chiede quindi al servizio biglietteria dello stadio che però non gestisce direttamente queste cose per motivi di sicurezza e non rappresenta una loro responsabilità. Essendo presenti membri delle forze dell’ordine, il ragazzo, chiede delucidazioni anche a loro, ma anche per loro non è una loro responsabilità, quindi nulla da fare nemmeno con loro. Sono gentili comunque e si informano dando la disponibilità di far parlare questo ragazzo con i dirigenti della digos che, puntualmente arrivano, ma nemmeno loro possono farci nulla. Stiamo parlando sempre del cambio di nominativo di un biglietto “accompagnatore disabili”. A quel punto noi, i 4 dell’Ave Maria, siamo spettatori di questa scenetta, che ha scaturito solo alcune riflessioni a riguardo. Ma andiamo avanti perchè non è finita qui. Arriva a questo punto, una persona che non abbiamo esattamente identificato come ruolo, che con un vestito elegante, un auricolare modalità “security”, viene a conferire con il ragazzo, per dirgli anche lui che, in sostanza, non si può fare quello che richiede. Parla 5 minuti, poi forse per il caldo procurato dal suo bellissimo vestito, gira le spalle senza diritto di replica al ragazzo e se ne va, oserei dire, abbastanza maleducatamente. Ok, è il momento di entrare in azione. Iniziamo a pensare come risolvere il tutto e dopo qualche momento di riflessione, vediamo arrivare “il nostro uomo”. Chi è? E’ Montagnani, responsabile marketing del Bologna, che passa proprio davanti ai nostri occhi. Gli spieghiamo l’accaduto e leggendo la sua faccia, abbiamo capito che lui ci avrebbe aiutato a risolvere il problema. Prende il suo compagno di viaggio quotidiano, ovvero il suo telefono e, senza far pesare al ragazzo il suo interesse, sistema la situazione. Si prodiga in prima persona, andando personalmente a prendere il biglietto con la correzione del nome. Morale: risolto. Ora, quella che poteva sembrare una situazione “banale” nella sua risoluzione, si è dimostrato in realtà molto più complicato del previsto. La burocrazia, il non volersi o potersi prendere delle responsabilità, crea problemi a chi, cercando d’essere corretto, vuole rispettare le regole. Ma per fortuna ci sono persone che hanno un certo livello di sensibilità e che fanno cose positive senza fartele pesare. Ci sentiamo quindi di ringraziare il signor Montagnani (perchè è stato un signore) per quello che ha fatto, da parte nostra e da parte di un ragazzo che ieri sera, rispettando le regole, ha potuto assistere alla partita grazie al buon cuore del nostro responsabile marketing. Non sempre ci sono cose positive in questo mondo, ma quando capitano, siamo lieti di portarle agli occhi di tante persone.
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