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VM Motori, il primo diesel d’Italia

Uno storico motorista della Motor Valley: la fama di VM Motori è esplosa quando l’azienda ha messo a punto il primo motore diesel d’Italia.

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Lo stand della VM Motori
Lo stand della VM Motori alla Fiera Campionaria di Milano del 1970 (© fondazionefiera.it)

Uno storico produttore di motori della Motor Valley: la ferrarese VM Motori è stata la prima azienda italiana a produrre un motore diesel, e negli anni ha instaurato rapporti di fornitura con alcuni dei brand automobilistici più importanti al mondo, sbarcando anche oltreoceano.

VM Motori: le origini

La VM Motori nasce a Cento, in provincia di Ferrara, nel lontano 1947; prende il nome dalle iniziali dei fondatori Vancini e Martelli, due imprenditori locali. Il nome del marchio ferrarese comincia a diffondersi quando, a qualche anno dalla sua fondazione, la VM Motori diventa la prima azienda italiana a produrre un motore diesel in totale autonomia. I ferraresi anticipano di poco FIAT, che mette a punto il suo 1.9 diesel nel 1952. La produzione della VM Motori è inizialmente destinata alle macchine industriali e alle barche da pesca.

In poco tempo, il nome dell’azienda di Cento comincia ad acquisire una certa fama, che va anche oltre i confini nazionali. Anche per questo, diventa presto necessario trovare nuovi spazi produttivi. Il nuovo stabilimento, più consono alla dimensione raggiunta dall’azienda, viene inaugurato nel 1962. Le cose vanno bene, ma l’azienda ha ormai raggiunto una capacità di sviluppo tale da aver bisogno di più fondi per poter attuare i propri progetti. Per questo nel 1971 la proprietà attua un’operazione di fusione con un’altra azienda, la Stabilimenti Meccanici Triestini. Nasce così la Stabilimenti Meccanici VM SpA, con due centri produttivi, uno a Cento e uno a Trieste. L’azienda viene inoltre rilevata dal gruppo IRI-Finnmeccanica: si tratta solo del primo dei cambi di proprietà della VM.

Le prime produzioni automobilistiche

Nello stabilimento di Cento, comincia verso la metà degli anni Settanta la produzione dei motori HR. Questa nuova serie di propulsori raffreddati ad acqua e ad alto regime di giri, intorno ai 4200 rpm, acquisirà grande popolarità negli anni successivi. Verso la fine del decennio infatti il mondo viene colpito dalla prima grande crisi petrolifera della storia, che impatta fortemente il mercato dell’automobile. I costruttori vedono nei motori diesel una prima, immediata soluzione per far fronte ai costi lievitati di quel settore di mercato. Trovano così applicazione i propulsori della serie HR della VM. 

La prima vettura con motorizzazione VM viene lanciata nel 1979. Si tratta dell’Alfa Romeo Alfetta, prodotta negli stabilimenti di Arese del “Biscione” e presentata al Salone dell’Auto di Francoforte. L’Alfetta monta un 4 cilindri da 1995 cc turbo da 82 CV, in grado di spingerla oltre i 155 km/h, rendendola così la 2000 diesel più veloce dell’epoca. Da quel momento in poi, la produzione di propulsori per case automobilistiche diventa centrale per la VM Motori. Tutte le motorizzazioni prodotte dall’azienda di Cento sono caratterizzate dalla presenza del turbocompressore, sistema che incrementa la potenza e allo stesso tempo riduce i consumi.

Alfa Romeo Alfetta

L’Alfa Romeo Alfetta, prima vettura motorizzata VM (© museoalfaromeo.com)

Un motore rivoluzionario

Verso la fine degli anni Ottanta, Finnmeccanica decide di mettere in vendita l’azienda, non ritenendo strategica per il gruppo la produzione di motori diesel. Con un’operazione di buy out, supportata dalla banca inglese Midland Montague, la VM viene privatizzata: Cento torna così ad essere l’unico centro di produzione, e il focus viene definitivamente spostato sui motori per auto.

In seguito, nel 1990, VM produce un motore rivoluzionario. Si tratta del Turbotronic, propulsore che introduce l’impiego dell’elettronica nel processo di combustione; verrà prodotto dalla VM motori per circa un decennio. Turbotronic viene definito “il motore più pulito del mondo”, e consente all’azienda di Cento di assemblare un parco clienti di tutto rispetto, comprensivo di colossi come Ford, Chrysler, Alfa Romeo e tanti altri. 

5 anni dopo, un nuovo cambio di proprietà: stavolta è il gruppo della Detroit Diesel Corporation, colosso del mercato statunitense, ad acquisire l’azienda ferrarese. Anche con questa nuova collocazione, VM continua per la propria strada, riuscendo anche ad instaurare una linea diretta con la Chrysler, di cui per anni sarà fornitore, motorizzando modelli come il Voyager e il Cherokee.

I cambi di proprietà e la VM Motori oggi

Nel nuovo Millennio continuano le vicende societarie dell’azienda. Prima, la DaimlerChrysler acquista la Detroit Diesel, e di conseguenza anche la VM. Poi, tra il 2003 e il 2007, Penske ne acquisisce prima il 50% delle quote, poi la loro totalità. Infine tra il 2011 e il 2013, fa la stessa cosa il gruppo FCA, che diventa così proprietario unico dell’azienda.

Negli ultimi tempi, VM Motori ha principalmente incentrato la propria produzione su motori diesel per applicazioni industriali e marine. Di recente però, Stellantis ha preannunciato lo sviluppo di cinque diverse linee produttive. Tra queste, oltre a quelle dei motori marini e per l’agricoltura, compaiono anche la produzione e industrializzazione di nuovi motori a idrogeno.

Le motorizzazioni più iconiche

Nella sua storia, VM è stata capace di produrre propulsori che hanno spinto veri e propri gioielli a quattro ruote. L’azienda ha sempre sviluppato i propri prodotti seguendo una logica di sviluppo modulare, ossia declinando un’unità di cilindri base in diversi frazionamenti per ottenere più cilindrate. Una delle motorizzazioni più iconiche di targa VM è sicuramente il 5 cilindri 2494 cc da 105 cv installato sull’Alfa Romeo 6 del 1983, e derivato dal 4 cilindri dell’Alfetta. Inoltre, un’evoluzione maggiorata di quest’ultimo, venne installata sull’Alfa Romeo 90; questo propulsore ispirò a sua volta il 3 cilindri 1779 cc dell’Alfa Romeo 33 del 1986.

alfa romeo 33

L’Alfa Romeo 33, equipaggiata con il 3 cilindri 1779 cc di targa VM (© museoalfaromeo.com)

Inoltre, negli anni diverse vetture sono state capaci di battere record ed entrare nella storia grazie alle motorizzazioni VM. Innanzitutto, l’Alfetta TD, spinta da un propulsore turbodiesel VM, ottenne 7 record di velocità sul circuito di Nardò nel 1982. A seguire, fu il turno dell’Alfa 164 TD, equipaggiata con un 4 cilindri VM da 2500 cc; la vettura del Biscione si aggiudicò il primato di auto più affidabile al mondo dopo un test di 24 ore svolte nel 1991 sul circuito francese di Montlhery. Infine, toccò al Chrysler Voyager motorizzato dal propulsore VM 16 valvole da 2500 cc. Riuscì a battere ben 22 record mondiali di distanza e velocità, compresa la più grande distanza percorsa in 24 ore con un pieno di carburante (1724 km).

alfa romeo 164

L’Alfa Romeo 164 motorizzata VM; nel 1991 venne giudicata come “l’auto più affidabile del mondo” (© fcaheritage.com)

 

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