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Virtus – Dirige l’orchestra il coach Luca Banchi

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La Virtus Segafredo Bologna ha giocato ad ora 240 minuti di pallacanestro ufficiale nella nuova stagione sotto la guida di coach Luca Banchi, dei quali circa 230 dominando le proprie avversarie, tra cui: Olimpia Milano, Brescia, Scafati, Zalgiris, Varese e la terza forza della scorsa Eurolega, Monaco. Eppure questa è una squadra fortemente rivoluzionata, che ha visto un cambio di guida tecnica a poco meno di una settimana dall’inizio della stagione, proprio questo cambiamento sembra aver creato un ambiente di squadra differente, una coesione che negli ultimi due anni raramente abbiamo visto. Manca il talento puro? Certamente non possiamo più godere delle visioni celestiali del 44 serbo, che tornerà in città venerdì prossimo con la sua Stella Rossa uscita ieri sconfitta da Kaunas, questo però sembra rendere meno prevedibile una Virtus che negli ultimi anni affidava quasi totalmente il suo destino nelle mani di Milos, traendone certamente risultati importanti ma anche sconfitte cocenti. 

Il fattore Banchi

Marco Belinelli è uno dei talenti più cristallini della storia italiana, riconosciuto da tutti per le sue doti incredibili nella metà campo offensiva, ma se ora, all’età di 36 anni, gli stiamo vedendo sputare il sangue anche in difesa il merito è forse anche del coach Grossetano, che in lui sembra credere veramente. Questa è solo la punta dell’iceberg, il sistema difensivo Virtus ad ora tende alla perfezione, avere Dunston a centro area certamente aiuta (8 rimbalzi di cui 5 offensivi), anche lui “vecchietto” ma con un energia che raramente abbiamo visto nelle gambe di un classe ’94, alto 208cm che ieri ha fatto registrare il secondo “n.e” di fila in Eurolega. Il coach bianconero sta provando ad inserire tutti nei meccanismi di squadra, come Cacok, che al momento non riesce ad essere produttivo, da lui sarà importante ottenere buoni minuti in futuro, ora però non sarà certamente l’accusa o la pressione di una piazza che il classe ’96 sembra realmente apprezzare a dargli fiducia, il ragazzo non sarà uno da quintetto, ma potrà, in una squadra che ha bisogno di tutti, dare il suo apporto alla lunga. Ieri poi la prova definitiva dell’onestà intellettuale di un coach ormai navigato: “ci manca ancora, iniziando da me, un livello di conoscenza reciproca superiore” queste le sue parole al termine della sfida persa contro Kaunas, contro Monaco la gestione del minutaggio tra singoli è stata rivista (25 minuti di Toko il dato più alto), fiducia in tutti i suoi, come Jaleen “Klay” Smith: 12 punti, sempre nei momenti cruciali, in 13 minuti, con una prestazione da pochi palleggi totali, che per le sue abitudini è un segnale di grande maturità. 

Lundberg, l’acquisto autunnale

Di autunnale c’è in realtà ben poco al momento, ma in Iffe c’è sicuramente una voglia diversa di vestire questa maglia e dimostrare che può essere ancora un giocatore di alto livello anche in Eurolega. Ieri 22 minuti per lui con 14 punti, 4 rimbalzi e 4 assist, ma sopratutto una fiducia in se stesso che non si vedeva dal 5 gennaio scorso, quando a Barcellona ne mise 20 a referto. Ora il Danese non solo non rinuncia ai tiri aperti, ma si prende e mette a segno anche quelli difficili sullo scadere dei 24 secondi, in penetrazione e dall’arco, non è certamente un playmaker puro, ma sa come rendersi un fattore e per questa Virtus, in questa maniera, potrà esserlo anche per tutta la stagione.       

Il +24 di Montecarlo 

Che Monaco non fosse al top della sua forma lo si era visto già la scorsa settimana contro Valencia, le Vu Nere hanno saputo approfittare del momento non positivo dei monegaschi, che in campionato viaggiano comunque imbattuti (6/6). La chiave legata al limitare Mike James è stata presa in mano di squadra, senza sbilanciare gli equilibri difensivi. Ad onor del vero i ragazzi di un deluso Obradovic hanno sprecato parecchio in alcune occasioni dentro l’area, ma il dominio bianconero è stato anche psicologico, sapere di avere sempre due avversari pronti a lanciarsi sul fuoco per recuperare un pallone non è semplice, e la Virtus lo scorso anno questo aspetto l’ha pagato in molteplici occasioni. Gli entusiasmi non portino alle stelle, una vittoria vale sempre uguale, certamente vincere di un punto o di 24 cambia alcuni equilibri alla lunga, ma questa Virtus deve portarsi a casa l’ultima immagine della serata, quella con la maglia di Achille Polonara che guarda dal divano di casa perché vorrebbe tanto, ma non può esserci, e i suoi compagni di squadra gli dedicano con un unico abbraccio la prima vittoria stagionale in Eurolega. La forza di questa squadra non sta nel talento dei singoli, che comunque è stato forse sottostimato da alcuni, ma nello stare insieme e guardare tanto alla sostanza del gruppo che insieme può togliersi delle soddisfazioni. Domani a Trento per esempio, non sarà una sfida semplice, bisognerà trovare interpreti differenti per far rifiatare chi ha speso tanto in vista del back to back casalingo della prossima settimana, in quelle gare un Paladozza pieno potrà sicuramente aiutare.

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