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6 Ore di Monza, la faccia vincente della medaglia

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La folla di appassionati durante una sessione autografi alla 6 Ore di Monza 2023Lo scorso weekend ha rappresentato le due facce della medaglia del motorsport. Da una parte il GP di Silverstone di Formula 1, dall’altra la 6 Ore di Monza del WEC. Inutile dire che la prima competizione ha oscurato inevitabilmente la seconda, che comunque ha riscosso un buon successo di pubblico sugli spalti dell’autodromo brianzolo. In Italia, però, facciamo fatica a goderci le cose belle dell’automobilismo, se una rossa va male.

Quindi ecco i processi, le invettive, la rabbia, verso una Scuderia Ferrari che stenta a prendere il volo. Tutta la scena è per loro, per quei membri della Gestione Sportiva che non riescono a far ingranare una stagione partita con il piede sbagliato, fondata su persone che non sono più in azienda e che, sicuramente, erano a fine ciclo. Non c’è spazio per chi ha lottato nonostante il regolamento sportivo, non c’è spazio per chi ha partecipato a una giornata di sport che è una bella pagina per il movimento automobilistico italiano. Non c’è spazio per chi ha deciso di vivere la propria passione per le corse toccandola con mano.

Io non so come siano gli altri popoli sportivi europei, non ho un termometro della situazione in questo senso. Non posso dire che noi italiani siamo peggio o meglio di altri. Posso però dire che tra venerdì 6 e domenica 9 luglio, nella nostra penisola, si è però svolto un evento di assoluto rilievo mondiale, che ha richiamato moltissimi appassionati in pista, nonostante il caldo e il calendario. 65.000 presenze nei tre giorni, è stato dichiarato ieri a Monza. Temo che questo numero sia stato leggermente «gonfiato» dagli organizzatori, come spesso capita, ma la realtà è che tanti tifosi Ferrari e tante persone che seguono le competizioni endurance hanno risposto presente. Lo hanno fatto con profondo rispetto, con tanta passione, con ironia e anche con un buono spirito di sacrificio. Il clima a Monza era disteso, a tratti goliardico, con il pubblico che partecipava attivamente a quello che accadeva in pista. Il tempio della velocità brulicava di appassionati che cercavano di godersi ogni aspetto della corsa, cercando di succhiarne la polpa, nonostante le gare del WEC non siano di immediata comprensione, date le caratteristiche sportive. Questo è il motorsport di cui bisogna parlare, sono questi i successi di cui bisogna andare fieri. Grazie anche alla vittoria alla 24 Ore di Le Mans 2023, tanti hanno puntato gli occhi sul World Endurance Championship, che è ora il secondo evento automobilistico mondiale. L’Italia ha risposto presente, nonostante una collocazione nel calendario non ideale, ed è un gran bel risultato.

Nello stivale il distacco tra la F1 e il WEC è ancora ampio e lo sarà per sempre. Il motivo è presto detto e sta nella natura delle due competizioni. Una è come uno snack, lo scarti, lo mangi, lo digerisci e sei pronto per quello successivo. Il Mondiale Endurance è invece un pranzo di matrimonio, lento, lungo, che sembra non finisca più. In mezzo, però, c’è la vita. Incontri, abbracci, passeggiate, ragionamenti, sorrisi, confronti, momenti di gioia, altri di commozione. La 6 Ore di Monza è stato questo, per i tifosi e non solo. Un lungo atto d’amore nei confronti del motorsport.

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