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Bologna, il Sabatini pensiero e i suoi colpi migliori

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Walter Sabatini è il nuovo coordinatore tecnico delle squadre di Joey Saputo, ora è finalmente ufficiale l’investitura dell’ex dirigente della Sampdoria. Sabatini arriva sotto le Due Torri per mettere a disposizione la sua immensa esperienza che farà molto comodo al Bologna. Walter lavorerà e collaborerà insieme a Riccardo Bigon, che rimarrà a capo delle scelte di mercato e l’unico direttore sportivo sotto contratto con i rossoblù, ma il “disegno allargato” come lo ha definito Fenucci, potrà fare solo del bene alla causa del Bologna.
La dirigenza quindi è stata confermata in toto, anche quel Marco Di Vaio che fu valorizzato proprio da Sabatini, quando quest’ultimo era il responsabile del settore giovanile della Lazio. Insieme a Di Vaio giocava un certo Alessandro Nesta.

Senza ripercorrere in lungo e in largo la sua lunghissima carriera, è doveroso raccontare il suo credo e i suoi colpi migliori. Il Sabatini pensiero si basa sulla poesia: “Il pallone per me è una sfera magica, l’Aleph di Borges, ci vedo l’universo intero, mentre altri notano solo la sfera di plastica. Per comprare un giocatore devo rimanere affascinato, mi devo emozionare. Immagino in anticipo quello che può fare in campo: è questa la mia peculiarità”.  Una visione superiore quella di Sabatini, che non guarda mai la prima giocata: “In un calciatore guardo la velocità in campo, come gestisce la palla e le idee che associa. La seconda giocata è quella che conta, la prima giocata per caso riusciva anche a me, fare la seconda è difficile”.

La seconda giocata sicuramente l’ha notata nel flaco Pastore, prelevato dal Palermo all’Huracàn nell’estate del 2009 per 7 milioni di euro. L’esplosione dell’argentino è impressionante, e porta il PSG a sborsare ben 42 milioni per il cartellino di Javier.
Sempre al Palermo porta Ilicic, scovandolo in Slovenia dall’NK Maribor, pagando solamente 2,3 milioni.

Alla Lazio porta giocatori del calibro di Kolarov, prendendolo nel 2009 per appena 800mila euro dall’OFK Belgrado e rivendendolo 3 anni dopo per 22,7 milioni e Liechtsteiner (1,2 milioni dal Lilla e rivenduto per 10 milioni), diventato poi una delle colonne della Juventus di Conte.

I suoi più grandi capolavori però avvengono nella capitale sponda giallorossa. In ordine sparso possiamo citare Erik Lamela, che ha permesso alla Roma di concretizzare una plusvalenza di 13 milioni; Marquinos, acquistato a soli 18 anni dal Corinthians per 7 milioni e rivenduto al PSG per 31,4 milioni; Pjanic, comprato per 11 milioni dal Lione e rivenduto con la clausola rescissoria alla Juventus per 32 milioni; Benatia, preso dall’Udinese e rivenduto poi al Bayern, con una plusvalenza di 15 milioni; Nainggolan, pagato 18 milioni dal Cagliari; Manolas, prelevato dall’Olympiacos per 13 milioni; Gervinho, Strootman e altri, fino ad arrivare ai due colpi che lo scorso 1 giugno hanno conquistato la Champions League.
Mohamed Salah Sabatini lo ha preso dal Chelsea nel 2015 con la formula dei prestito oneroso (5 milioni) e acquistato nell’estate successiva facendo valere il diritto di riscatto fissato a 15,5 milioni. Dopo una stagione super, viene ceduto al Liverpool per 42 milioni di euro più 8 di bonus, facendo segnare il record (poi ampiamente superato) per la società inglese.
Stesso percorso per il portierone Alisson Becker, pagato 8 milioni nel 2016 dall’Internacional. Il primo anno il brasiliano lo passa sotto l’ombra di Szczesny, ma dopo l’addio di quest’ultimo si prende la porta dei giallorossi e i più grandi palcoscenici europei, uscendo in semifinale di Champions proprio contro il Liverpool. I reds lo notano subito e versano nelle casse giallorosse ben 62,5 milioni di euro più 10 di bonus. Una cifra impressionante che risana le casse del Club e zittisce le voci che due anni prima accusavano Sabatini di aver speso troppo per un portiere non all’altezza.

I flop ci sono stati, per carità: da Iturbe (pagato 24 mln) a Doumbia (30), passando per Mattia Destro, che non ha reso i 16 milioni versati nel 2012, anche se ai tempi l’attuale attaccante rossoblù era considerato una delle punte più promettenti in Italia.

Un anno fa Sabatini parlava così dei suoi colpi: “Non ho mai fatto un capolavoro, ho preso tanti calciatori e ce ne sono molti che sono stati bravi. Quando ho preso calciatori da qualsiasi categoria, li ho affidati agli allenatori: senza un tecnico adeguato anche grandi calciatori restano indietro.
Da ormai qualche settimana sta lavorando con Bigon per il Bologna del futuro targato Sinisa Mihajlovic, sperando che sia lui il tecnico adeguato che ha in testa Sabatini.

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