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Bon anniversaire, Petit Zizou

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Guerin Sportivo

 

 

 

Giovedì scorso ha spento 36 candeline, uno dei più grandi rimpianti della storia del Bologna Fc. Mourad Meghni, talentuosissimo giocatore franco algerino, era un “predestinato”: per conformazione fisica e indiscusse qualità tecniche era stato già denominato “Il piccolo Zidane”.

Sicuramente è il 2001 l’anno, calcisticamente parlando, più esaltante della sua vita: l’arrivo a Bologna, la vittoria dello scudetto Allievi con un manipolo di giocatori ben guidati dal giovane Stefano Pioli, la vittoria dei Mondiali di categoria a Trinidad e Tobago (dove segnò anche un goal agli Stati Uniti) e la definitiva consacrazione con l’inserimento nella lista dei 100 migliori prospetti stilata da Don Balon, dove Mourad era addirittura  posizionato al 10 posto, davanti a mostri sacri come Kakà (95sima posizione), Berbatov (82sima posizione) o Zlatan Ibrahimovic (35sima posizione), solo per citarne alcuni. 

Di quel periodo parlò così:

Non ho sbagliato a partire da giovane e andare all’estero,- in una intervista rilasciata a”France Football’ – Bologna mi sembrava la scelta migliore per me, e non l’ho fatto per soldi. Lì tutto andava bene, ho giocato presto e non mi sono mai sentito così bene come in quella città ed in quel club. In quel periodo nelle Giovanili non si parlava che di me e De Rossi. La gente si aspettava molto di più da me“. 

Ma il 2001, la sua golden age, termina e arrivano anni più normali, anche se con capitoli importanti della sua vita: esordio in Seria A il 12 gennaio 2003 contro il Milan e la prima rete, sempre nella massima serie, arriva il 23 marzo 2003  a Como. Le stagioni successive non riesce ad affermarsi come ci si sarebbe potuto aspettare: nel 2005-06  gioca in prestito con il Sochaux, senza lasciare il segno (16 presenze senza reti), e l’anno successivo p trova la miglior stagione in rossoblù per costanza di rendimento con 35 presenze e 2 reti in Serie B. Qui forse finisce il percorso del predestinato e inizia il rimpianto: Lotito nell’estate 2007 investe poco meno di 3 milioni di euro per portare il giovane talento alla Lazio in comproprietà. Ma il salto di qualità non avviene, le aspettative vengono disattese e di quel periodo è lo stesso Mourad che ne parla come di un periodo non positivo:

Avrei dovuto lavorare un po’ di più. Quand’ero giovane riuscivo a fare la differenza, e sembrava sufficiente. Mi sono cullato sul mio talento. Dopo un’ottima stagione a Bologna, firmai con la Lazio, che è stata la più grande squadra della mia carriera“. 

Le cause di quel declino (eccessiva sicurezza nelle sue doti, scarso impegno nel lavoro) lo portano ai margini della squadra capitolina in quei 4 anni di permanenza biancoceleste e di lui si iniziano a perdere le tracce. Negli anni successivi, nel suo libro della vita, si trovano esperienze in Qatar, la scelta di provare con il Futsal e vestire la maglia del Cs Costantine, squadra di Ligue 1 algerina.

 

Sul Futsal, sport che lo avrebbe ricollegato al calcio, raccontò queste sue sensazioni, di un ragazzo che stava cercando di ritrovare l’uomo prima ancora che il calciatore:

Perché ho scelto il futsal? Mi avevano proposto cose come l’Australia. Ho avuto anche dei contatti in Francia, ma non ho intenzione di giocare in Ligue 2 o in categorie inferiori. Se tornerò a giocare a calcio sarà in Algeria, anche se ho dei fastidi alle ginocchia. Penso già al mio futuro, mi piacerebbe allenare. Ora sono di nuovo il Mourad che tutti conoscevano prima che arrivasse il calcio nella mia vita e sono ritornato nel mio quartiere, mi sta facendo bene ritornare ad una vita normale“.

Si ritira nel 2017 a soli 33 anni, ma l’amore per il calcio, quello giocato, gli fa rimettere la maglia, quella della Val de France, serie Dilettanti,  nel 2019, perchè la passione in Mourad, quella autentica, per il gioco più bello del mondo non poteva abbandonare un “predestinato”, che ancora si diverte e fa divertire i suoi tifosi con tutto il repertorio di cui era ed è ancora capace: grandi aperture, conclusioni micidiali, calci di punizione vincenti.

Altri danno tutto in campo, io porto loro la mia serenità.  Sto ancora imparando, anche in Regional 3. Ho sempre giocato per piacere. E ho bisogno di essere amato per giocare“.

Già essere amato, come proprio succedeva a Bologna che Ti ha visto sbocciare e Ti ha dato tutto per continuare a giocare ad alti livelli.

Rimane celebre la frase che Francesco Antonioli, portiere che giocò in squadra a Bologna con il franco algerino nel suo ultimo anno sotto le due torri, disse in un’intervista dell’epoca:”Mourad è il più forte giocatore che io abbia mai visto in allenamento“. 

Bon anniversaire, Petit Zizou!

 

 

 

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