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Come gioca il Lecce di D’Aversa? La continuità del progetto e i punti di forza dei salentini

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Fonte immagine: US Lecce / Anza e Marco Lenzi


Secondo match stagionale all’ora di pranzo per il Bologna di Thiago Motta, che domani alle 12:30 sfida il Lecce allo Stadio Via del Mare. I rossoblù cercano la prima vittoria esterna della stagione e proveranno a ripetere l’ “abbuffata” del primo lunch-match contro l’Empoli, quando una tripletta di Orsolini regalo al Bologna la seconda vittoria stagionale. Di fronte un Lecce alla ricerca di un successo che manca ormai da oltre due mesi (l’ultimo contro il Genoa, proprio in casa lo scorso 22 settembre) e che nelle ultime due gare ha pareggiato 2-2 col Milan, in casa, e col Verona in trasferta.

Lecce, D’Aversa nel solco di Baroni

Il Lecce ha cambiato tanto a livello di interpreti durante il mercato estivo, ma l’idea della società era quella di continuare con le stesse linee guida tecniche e tattiche delle passate stagioni. La formazione salentina, quindi, dal cambio Baroni-D’Aversa ha cambiato poco se non nulla. Infatti, il tecnico ex Parma e Sampdoria ha continuato nel solco del 4-3-3 con un atteggiamento “camalaeontico”. La squadra giallorossa è abile in entrambe le fasi e quando è in possesso produce un gioco di discreto valore tecnico ed estetico grazie alle intuizioni del DS, ex rossoblù, Pantaleo Corvino.

La tecnica dei salentini

La formazione del Lecce si contraddistingue per una eccezionale ricerca dell’equilibrio tra tecnica e fisicità. Infatti, i giallorossi hanno a disposizione calciatori di grande tecnica e nelle aree più delicata hanno inserito in questi due anni elementi che aumentano il peso muscolare della squadra. Quello che però impressiona è come Corvino sia riuscito ad implementare nella rosa del suo Lecce elementi di buona qualità tecnica a basso costo. La squadra di D’Aversa, così come fu per quella di Baroni, ha doti di palleggio e recupero palla molto interessanti. Ramadani e le mezzali garantiscono sicurezza nella fase di possesso e per questo i pugliesi hanno saputo reggere il confronto con squadre più blasonate anche dal punto di vista tecnico. Blin, Oudin, Gonzalez, Kaba ecc.. combinano dinamismo a tecnica ed intelligenza nel muoversi in fase di possesso. Inoltre, sanno interpretare diversi tipi di gara.

Lecce camaleontico

In questo avvio di stagione, abbiamo visto come il Lecce abbia affrontato gare con diversi atteggiamenti, riuscendo a raccogliere punti in tutte le situazioni. Domani sarà difficile capire come si presenterà il Lecce. Ma la squadra di D’Aversa è abile sia nel giocare partite aggressive, in cui cerca il dominio del possesso palla, sia partite attendiste, in cui la squadra invece difende bassa alla ricerca delle situazioni favorevoli per di partire e attaccare gli spazi lasciati dagli avversari. Punto di forza dei salentini non solo un centrocampo completo, ma anche l’abilità delle sue ali di individuare quegli spazi utili per creare superiorità numerica. Velocità e tecnica sono armi che tutte le ali del Lecce possiedono: Banda, Strefezza, Almqvist, Sansone sono tutti calciatori che hanno nelle loro corde non solo la capacità di incidere nell’uno contro uno ma anche al tiro. D’Aversa ha poi a disposizione due alternative importanti nel ruolo di centravanti come Piccoli e Krstovic. I due numeri 9, a turno, stanno garantendo impatto fisico, pulizia nel giocare il pallone spalle alla porta e anche quella buona freddezza in finalizzazione che non può mai mancare se vuoi raggiungere la salvezza il primo possibile.

 

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