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Cercare il palo nell’uovo…

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https://www.ottopagine.it/bn/sport/beneventocalcio/147805/le-pagelle-guilherme-un-palo-e-una-bella-partenza.shtml

Se Guilherme invece di scheggiare il palo avesse gonfiato la rete di Mirante, oggi a Bologna si respirerebbe tutta un’altra aria. L’idea di cambiare la coppia centrale? Un’idiozia. Mandare in campo Dzemaili in condizioni di forma a dir poco precarie? Solo un incompetente come Donadoni poteva farlo. E Saputo, in tribuna, pensava esclusivamente a quanto gli frutterà il nuovo stadio, mentre la squadra – visibilmente in rivolta contro il tecnico – rotola mestamente verso la zona retrocessione. Come dite? Le cose non sono andate così? Vero, però ammetterete che il Benevento è arrivato a un passo dal pareggio e le prime righe di questo articolo sarebbero state il riassunto (edulcorato) dei commenti che avremmo letto sui giornali e sui blog o ascoltato in radio e televisione. Per questo siamo andati a cercare il palo nell’uovo: per spiegare (in tempo di… pace) che è stupido lasciarsi andare a commenti “definitivi” 38 volte a stagione, ogni qual volta l’arbitro si esibisce nel triplice fischio.

Era il 6 gennaio. In cielo erano ancora visibili le scie (chimiche?) lasciate dalla Befana; più in basso, sulla Terra e nei nostri cuori, infuriavano venti di tempesta: il Bologna era uscito con le pive e tre palle nel sacco dalla tana del Toro. Apriti cielo! Donadoni doveva essere licenziato senza indugio alcuno, se non addirittura lapidato sulla pubblica piazza, Saputo era un presidente incapace. Quanto ai giocatori, beh, tanto li ricordate tutti, i giudizi che avete dato. Qualche giorno dopo, scoppiò la bomba-Verdi: lo voleva il Napoli, e una società farlocca come il Bologna non avrebbe avuto argomenti per trattenerlo. E giù pernacchie al presunto “progetto” saputiano. No, nessuno ha mai detto che si stava meglio quando si stava peggio, ma qualcuno ha insinuato che sarebbe andata meglio se Bologna fosse stata liberata da Quello Là piuttosto che dalle truppe nordamericane. Ricordate tutto, vero?

La vita va avanti, e questo faremmo bene a tenerlo sempre a mente, tant’è vero che stamattina ci siamo svegliati… in un altro mondo, dove tutti – più o meno – si vogliono bene almeno fino al prossimo psicodramma. E allora, ragazzi, oggi a rompere le scatole (no, meglio “a farvi ragionare”) ci provo io. Noi giornalisti, un tempo neanche tanto lontano, avevamo il compito di far crescere l’opinione pubblica raccontando i fatti e commentandoli secondo la nostra esperienza. Poi sono morti i giornali e i giornalisti, sono arrivati i “like” e il nostro mestiere è andato a donne di facili costumi. Ecco il motivo per cui oggi vi voglio far riflettere su un particolare per arrivare a ragionare sul generale. Il particolare: se la cannonata di Guilherme invece che sul palo fosse finita in rete, il Benevento – sulle ali dell’entusiasmo – avrebbe rovinato il Verdi Day e saremmo qui a discutere se Donadoni va lapidato o fucilato perché ha cambiato la coppia dei difensori centrali, ha messo in campo uno Dzemaili ancora lontano da una forma accettabile e via dicendo. Sul banco degli imputati avrebbero trovato posto pure Saputo (che non capendo di calcio non sa mandare avanti la società) e Destro (che al di là del gol è parso fuori dal gioco come non gli capitava da tempo), qualcuno avrebbe agitato i fantasmi della zona retrocessione e via delirando.

La morale di questa favola è sin troppo evidente e voglio sottolinearla ancora una volta: Saputo ha salvato il Bologna dal fallimento mentre altri facevano finta di volerlo fare; Donadoni è un ottimo allenatore pur non avendo la verve comica di Bisio; Bigon è uno dei migliori direttori sportivi del calcio italiano e si avvale di una consolidata struttura di scouting che tiene monitorati tutti i campionati del pianeta; Destro è uno dei migliori attaccanti “indigeni”; e potremmo andare avanti all’infinito. Non lo faccio perché, per l’appunto, cercare il palo nell’uovo serve solo a consolidare il concetto: amate la vostra squadra del cuore, gioite se vince e incazzatevi se perde, ma per carità rinunciate a quel tono da giudice di Cassazione al termine di ogni partita. Perché una volta il pallone prende il palo, un’altra si infila in porta, ma il Bologna resta sempre…

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