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Pagani, dall’Argentina alla Motor Valley

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X.com @PaganiAuto

Pagani Automobili nasce nel 1992 a San Cesario sul Panaro, in provincia di Modena; tuttavia, il viaggio che porta il fondatore Horacio Pagani nella Motor Valley parte da molto lontano.

Il sogno e le origini

Horacio Pagani nasce il 10 novembre 1955 a Casilda, in Argentina; i suoi bisnonni, italiani, si trasferirono in Sud America alla fine dell’800. Il panificio di famiglia, la “Panaderìa Pagani”, è molto popolare in città, ma gli interessi di Horacio sono altri, ovvero le automobili: fin da bambino coltiva questa sua passione, crescendo nel mito del suo connazionale Juan Manuel Fangio, 5 volte campione del mondo di Formula 1. Dopo aver studiato a La Plata e Rosario, Pagani torna a Casilda, dove apre un’officina; negli anni ‘70, insieme ad alcuni amici decide di lavorare al progetto di una monoposto da far gareggiare nel campionato ufficiale F2: la vettura vede la luce nel 1979, quando scende in pista guidata dal campione in carica dell’epoca Agustin Beamonte. Tre anni dopo, Horacio parte per l’Italia.

La monoposto Pagani F2 (source: Pagani.com)

Gli anni in Lamborghini

Nel 1983, Horacio Pagani approda in Lamborghini come operaio di terzo livello, ma in poco tempo scala le gerarchie, fino a diventare responsabile della Divisione Compositi; grazie a quest’esperienza ha la possibilità di studiare approfonditamente nuovi materiali compositi, come carbonio e kevlar. Nel 1985, collabora al progetto della Lamborghini Countach Evoluzione, prima vettura dotata di scocca in fibra di carbonio; tuttavia, non rimase altro che una concept car, e non venne mai presentata al pubblico. Pagani stravede per questo tipo di tecnologia; quando però presenta a Lamborghini il progetto di un automobile realizzata interamente in materiale composito, la casa di Sant’Agata non è convinta. Quindi, per proseguire le sue ricerche, nel 1988 Pagani fonda la società Pagani Composite Research, e incrementa gli studi e gli esperimenti sulla fibra di carbonio; grazie a queste analisi, nel giro di un anno produrrà diverse componenti in carbonio della Lamborghini Diablo.

La Lamborghini Countach Evoluzione, con scocca in fibra di carbonio (source: Pagani.com)

Pagani si mette in proprio

Lamborghini continua a non supportare appieno le idee di Pagani sui materiali compositi, così Horacio si mette in proprio: acquista un terreno nell’area industriale tra Modena e Bologna, a San Cesario sul Panaro, e fonda la Modena Design S.p.a.; poi, nel 1992, con la nascita del progetto C8, vede ufficialmente la luce Pagani Automobili. Inizialmente, Pagani pensa di chiamare la prima supercar di sua produzione “Fangio F1”, in onore del suo idolo e amico Juan Manuel Fangio; dopo la morte del campione argentino, avvenuta nel 1995, cambierà il nome in segno di rispetto. Così, l’auto verrà lanciata nel 1998 e presentata al Salone di Ginevra dell’anno successivo come “Zonda C12”; un nome che richiama i venti caratteristici delle pampas, pianure argentine in cui Pagani è cresciuto. Una sportiva caratterizzata da telaio e scocca in fibra di carbonio, con un design ispirato alle vetture Sport Prototipo Mercedes-Benz. Il resto è storia: da allora, 25 anni di passione e visione, in un mix perfetto tra la cultura e il design italiano e il carattere argentino fiero e deciso del suo fondatore. 

Zonda C12, la prima supercar di Pagani (source: X.com @PaganiAuto)

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