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Chiacchiere da Bar…bieri – Profondo Rosso?

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formula1.com


I primi ad avere ironizzato sull’inizio di stagione della Ferrari siamo stati noi ieri, nella cronaca di quel GP del Bahrain 2023 non proprio memorabile per la Casa di Maranello. Eppure Frederic Vasseur, quando scrivevo quelle righe, doveva ancora parlare, ma ha detto esattamente la scontata frase che la mia vena ironica mi ha suggerito. Alla Gestione Sportiva, infatti, devono ancora capire. C’è poco da fare, quando si inizia il primo appuntamento stagionale con un cambio precauzionale di batteria e centralina della power unit turbo-ibrida della SF-23 numero 16 di Charles Leclerc e poi questa, al giro 41, decide bene di ammutolirsi, è evidente che di lavoro da fare ce n’è.

Eppure gli spifferi provenienti dalla provincia di Modena davano i problemi di affidabilità come archiviati. Andatelo a dire al monegasco oggi, se la sua monoposto è stata affidabile. E’ un peccato perchè, sebbene la performance non fosse in linea con quella delle due Red Bull, l’ormai ex “predestinato” poteva assicurarsi un buon podio. Non è stato così e oggi il popolo ferrarista, sia quello tifoso che quello in fabbrica (che, percezione personale, probabilmente spesso è meno tifoso della rossa di quello che dovrebbe essere), si trova ad interrogarsi sui motivi di una prestazione che ha il sapore della debacle.

Non è questo il luogo giusto, né sono io la persona adatta, per fare congetture e architettare soluzioni di dubbia utilità. Da ciò che trapela pare che il problema sofferto ieri dall’auto di Leclerc sia dovuto a un guasto alla centralina, ma a Maranello stanno sicuramente facendo tutte le indagini del caso. I tifosi della Ferrari, già da ventiquattro ore, sono lì a dare per perso anche questo campionato. La storia però insegna: se il buongiorno si fosse visto dal mattino, nel 2022 in Red Bull sarebbero arrivati ultimi in classifica piloti e costruttori, mentre Mattia Binotto e compagnia cantante avrebbero conquistato il mondiale piloti probabilmente anche con Antonio Giovinazzi, quello costruttori, non solo per la stagione 2022, ma anche del 2023 e, perchè no, si sarebbero inseriti nella lotta retroattiva per quelli 2021.

La F1-75 infatti sembrava un missile, mentre la RB18 pareva sì veloce, ma non abbastanza e, soprattutto, non finiva le gare. Dimentichiamo infatti il doppio ritiro quasi simultaneo di Verstappen e Perez che avrebbe dato il diritto a Chris Horner e Adrian Newey di fare harakiri direttamente al muretto. Invece no, su le maniche, gambe in spalla e si va a dominare. Non dico che è quello che succederà nel 2023 in casa Ferrari, perchè sette decimi non si recuperano con un battito di ciglia. Risulta però ingeneroso dare già per scontato, dopo solo una gara disputata su 23, che la rossa sia già battuta. Il campionato è lungo e, sappiamo, può succedere di tutto.

Il punto però è un altro e su questo vale la pena riflettere. Ferrari è, per distacco, il team meno efficiente della storia della Formula 1 nel rapporto soldi spesi-titoli vinti. Oltre a questo, senza test in pista lo sviluppo è sempre stato molto difficile per i tecnici del Cavallino Rampante. In un circus che va sempre di più verso l’ottimizzazione delle risorse, alla GES partono con un grosso handicap. In passato, senza limiti di spesa, si vinceva o si era competitivi perchè c’era la possibilità di investire più degli altri. Ora invece bisogna lavorare sull’efficientamento delle risorse e sulla produttività che, secondo Il Sole 24 Ore, è uno dei problemi dell’industria del nostro paese.

Inoltre, in Ferrari, c’è da anni un problema di lotte interne. Alla GES, infatti, dicono gli insiders che ci siano più correnti che nella sede del Partito Democratico, solo per fare un esempio di facile comprensione. Che siano questi i mali emiliani contro i quali Vasseur dovrà combattere? Solo il futuro ci potrà dare qualche risposta.

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