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F1 – Gp di Monaco 1997 : Schumacher stravince sul bagnato e riapre il mondiale

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Credits: Twitter - @F1


Il Gran Premio del principato di Monaco è uno dei più longevi di Formula 1, da più di 70 anni le monoposto sfrecciano tra le strade di Montecarlo affacciate sul mar ligure. Qui i sorpassi sono di solito al limite del proibitivo ma nonostante questo le gare sono sempre spettacolari, come nel 1997, quando in un giorno uggioso caratterizzato da una costante pioggerella si disputò una gara ricca di colpi di scena.

Torniamo quindi al 1997, l’anno in cui Lady Diana perse la vita nel sottopassaggio dell’Alma, i suoi funerali vennero seguiti da 2 miliardi di persone, l’anno della pubblicazione della saga di Harry Potter in Gran Bretagna, dell’anime Pokemon in Giappone e della creazione di Google negli Stati Uniti.

Ma per la Formula 1 il 1997 è l’anno del duello tra Schumacher e Villeneuve, dell’esordio di Trulli con la Minardi, del passaggio di Hill, fresco campione del mondo, alla Arrows, con cui conquisterà appena 7 punti in quel campionato. Il 1997 è anche l’ultimo anno di un mondiale vinto dalla Williams, la vera scuderia dominatrice degli anni 90, e del debutto della Prost Gp, la Scuderia di Alain Prost.

Le Qualifiche a quella gara. Prima fila tutta tedesca per il Gp del 1997 di Montecarlo, con Frentzen alla prima pole in carriera centrata a pochi giorni dalla prima vittoria conquistata nella nostra Imola. Dietro alla Williams il connazionale Michael Schumacher, su Ferrari, quindi Villeneuve e Fisichella con la sua Jordan. Più dietro gli altri italiani presenti al via di quella gara: Larini partì undicesimo, mentre Trulli, al suo primo Principato con la Minardi, diciottesimo.

La Gara. I monegaschi si svegliarono con il cielo coperto quella mattina del 11 maggio ed una leggera ma costante pioggerella non diede tregua alla pista e soprattutto ai muretti: nonostante l’asfalto bagnato in Williams si optò per le slick, in Ferrari per le gomme da bagnato. Allo spegnersi dei semafori il primo verdetto di giornata: Ross Brown ci aveva visto più lungo del maestro Patrick Head: Schumacher partì bene riuscendo a scaricare appieno i cavalli della propria F310B sull’asfalto e sopravanzando un Frentzen occupato a dover tener a bada la proprio monoposto per mancanza di grip; al banchetto ai danni del pilota tedesco partecipa anche Fisichella che con la sua Jordan (con intermedie) riesce a superare agilmente entrambe le vetture Williams.

Al termine del primo giro Schumacher ha già staccato di 6 secondi l’italiano mentre, alle spalle dei due, le Williams vengono presto risucchiate all’interno della bagarre perdendo diverse posizioni. Ma la pista quel giorno, nonostante l’assenza di pozze e la pioggia poco aggressiva, è particolarmente scivolosa, anche le monoposto che montano pneumatici da bagnato faticano ad entrare bene in traiettoria, scodano in continuazione anche sul rettilineo. Le prime vittime di giornata non sono due nomi da poco: David Coulthard finisce in testacoda in entrata alla Chicane del Porto mentre Hill viene tamponato da Verstappenn nell’entropia creatasi al centro del gruppo nel tentativo di superare nel modo più veloce possibile la McLaren ferma in mezzo alla pista. Così mentre Schumacher scappa, Fisichella si ritrova a fare da tappo agli inseguitori e la Williams cerca di correre ai ripari richiamando al terzo giro Villeneuve ai box per il passaggio alle full-wet mentre Frentzen rientra quando è già nono.

La gara continua, e se Fisichella riesce a lottare per le prime posizioni lo stesso non si può dire per gli altri italiani: Trulli finisce la sua gara con un dritto sulle protezioni in un duello con Frentzen al settimo giro (nello stesso punto terminerà la propria gara anche Herbert due giri più tardi), mentre Larini rischia in diverse occasioni il tamponamento, finisce più di una volta in testa coda e addirittura in una via di fuga quando al 27° giro mette fine alle proprie sofferenze di giornata con l’ennesimo, questa volta determinante, testa coda.

Schumacher, in un circuito in cui ha sempre amato guidare e con le condizioni atmosferiche perfette in cui esprimere ancora meglio il divario tra il proprio talento e quello degli altri, conduce continuando a spingere al massimo senza preoccuparsi di gestire la gara: dopo 10 giri sono già 30 i secondi sul secondo, Barrichello. Alle spalle della futura coppia più vincente della storia moderna Ferrari si forma un gruppetto composto da Fisichella, Irvine, Panis e Salo mentre le Williams oltre a faticare, concludono entrambe anzitempo la gara: Villeneuve, già doppiato da Schumacher e  messo in difficoltà addirittura da Nakano, decide con il team di ritirarsi dopo appena 17 giri mentre lo sfortunato Frentzen finisce la sua avventura dopo 39 giri.

La gara e l’asfalto viscido non lascerà scampo a molti piloti, di 22 partiti ne arriveranno solo 10: Schumacher senza avversari in pista nella corsa verso il titolo comincerà a gestire di più la gara senza mettere a rischio eccessivamente una vittoria “facile” quanto fondamentale in quel momento, centrando così il gradino più alto del podio e dando comunque quasi un minuto a Barrichello (2°) e quasi un giro ad Irvine (3° dopo essere partito 15°), mentre Fisichella chiuderà con un più che onesto sesto posto alle spalle del finlandese Salo. Un podio quasi identico lo rivedremo poi nel 2001, con Barrichello in Ferrari ed Irvine, e qui sta la particolarità, in Jaguar.

Il 1997 è stato l’anno del duello tra Michael Schumacher, rilanciato nella corsa proprio dalla prova monegasca, e Jaques Villeneuve. Alla fine si risolverà tutto nell’ultimo Gp della stagione a Jerez dove Schumacher riuscirà a guidare la gara, e il campionato, fino a 22 giri dalla fine prima di vedersi superare dal pilota Williams: un momento che non solo deciderà la stagione ma che determinerà addirittura la squalifica di Schumi per tutta la stagione vigente, ma questa è un’altra storia…

 

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