Seguici su

Altri Sport

Carspillar – Maserati Tipo V4: doppia personalità

Pubblicato

il

Media Maserati - Wouter Melissen

Molto più di un’auto

Nel 1929 Alfieri Maserati, desideroso di raggiungere i vertici nelle massime competizioni automobilistiche, diede fondo a tutta la sua creatività progettuale per dare vita ad una vettura che segnasse un punto di non ritorno nella tecnica automobilistica. Non poteva saperlo, ma stava per materializzare una creatura incredibile e dalla doppia vita, capace di passare dalle vittorie in pista ai record di velocità per arrivare ai concorsi di eleganza, prima di finire nascosta negli anni della seconda guerra mondiale e riapparire più affascinante che mai fino al terzo millennio. Un po’ macchina e un po’ femmina, un po’ sportiva e un po’ lussuosa, sempre velocissima e unica. Pensate che non sia possibile? Beh vi state sbagliando, perché questa è la storia della favolosa Maserati Tipo V4.

Doppio cuore

Alla ricerca di prestazioni sempre più elevate, Alfieri elaborò un progetto piuttosto complesso che vedeva al centro un motore possente originato da una coppia di identici propulsori a otto cilindri in linea montati in precedenza sulla 26B con un unico basamento a contenere i due alberi motore, collegati tramite la presa di forza centrale costituita da un solido ingranaggio. I due blocchi da otto cilindri erano invece disposti a comporre tra loro una “V” con angolo di 25° per comporre un poderoso 16 cilindri da 3961,01 c.c. Da qui il nome della vettura, dove la V si riferiva alla sistemazione dei cilindri e 4 rappresentava i litri della cilindrata. Doppi erano invece gli organi ausiliari, poiché ognuno dei due propulsori orginali manteneva la propria accensione a magnete Bosch, il proprio carburatore Weber DO installato a monte di un compressore a lobi Roots, le proprie pompe di mandata e recupero per la lubrificazione forzata e quella centrifuga per il raffreddamento a circolazione d’acqua. La distribuzione era a due valvole per cilindro orientate a 90° tra loro e comandate da un doppio albero a camme in testa. Il risultato fu una potenza dai 280 ai 305 CV a 5400 giri/min, un valore quasi doppio rispetto alla 26B, ed una velocità massima tra i 250 ed i 260 km/h.

Baconin Borzacchin al volante della Tipo V4 a Bologna nel 1929 (Media Maserati)

Telaio da maggiorata

Alfieri tenne conto della generosa cavalleria sviluppata al momento di progettare il telaio, formato da longheroni di acciaio stampato con sezione a C ed anch’esso derivato dalla serie 26, ma opportunamente rinforzato ed allungato nel passo. Il gruppo trasmissione era costituito da un cambio a quattro velocità più retromarcia e da un unico albero che terminava al ponte rigido posteriore, mentre le sospensioni erano a balestre semi ellittiche con assale rigido anteriore. Punto debole della vettura era il peso di 1050 chilogrammi che, nonostante un’ottima ripartizione che garantiva il bilanciamento dinamico della vettura, creava non pochi problemi nella frenatura con i tamburi a comando meccanico dell’epoca oltre ad un veloce consumo degli pneumatici. Nonostante le criticità la V4 dimostrò comunque la sua validità con le vittorie di Baconin Borzacchini a Tripoli nel 1930 e quella di Ernesto Maserati a Roma l’anno dopo, oltre alla storica affermazione del pilota ternano a Cremona nella gara dei 10 chilometri lanciati con annesso record mondiale. Ma questa è un’altra storia.

Cambio d’abito

Dopo uno sfortunato tentativo di partecipazione a Indianapolis con i regolamenti che privarono la Maserati delle possibilità di vittoria, per l’unica coppia di esemplari di V4 realizzata giunsero destini opposti. Un telaio venne trasformato nella Tipo V5 finendo demolito a Tripoli nel 1934 in un incidente di cui fu protagonista Taruffi. Quello vincente a Cremona venne invece convertito all’uso civile con una splendida carrozzeria da granturismo realizzata da Zagato. L’atélier milanese, storico collaboratore di Alfa Romeo, realizzò una spider che coniugava eleganza e sportività con linee che ricordavano la contemporanea 8C 2300 del Portello. Il risultato fu di sconvolgente bellezza. La vettura, ribattezzata V4 Gran Sport Zagato e dipinta in un verde brillante con inserti scuri, partecipò nel 1931 al “Concorso delle Carrozzerie” a Roma cogliendo il terzo premio. Seppur in abito da sera, la V4 continuò anche la partecipazione alle gare in categoria “formula libera” e fece l’ingresso nei listini di vendita della casa. Tuttavia la storia non proseguì secondo le attese, perché non solo non vennero costruiti altri esemplari, ma si persero anche le tracce dell’unico esistente. Almeno per qualche anno.

La splendida V4 Gran Sport Zagato ai nostri giorni (Media Maserati – Wouter Melissen)

Una vita avventurosa

La V4 superstite riapparve nel 1939, quando un pilota di nome Erik Werkade la ritrovò in un magazzino a Bruxelles e, pagandola come un rottame, la salvò da una probabile distruzione. Le intenzioni dell’appassionato olandese erano quelle di rimettere la splendida Gran Sport in perfette condizioni, ma ci si mise di mezzo la tragedia della Seconda Guerra Mondiale a sconvolgere i suoi piani. Il tenace Werkade non si perse d’animo e riuscì a nascondere la preziosa Maserati evitando che le truppe di invasione tedesche la requisissero. Ma la sua opera non si fermò qui, perché smontò il motore e procedette al suo completo restauro in una officina molto speciale: la sua camera da letto. Non si sa se ciò corrisponda a realtà o leggenda, di sicuro c’è che dopo il conflitto Werkade riprese a correre con la sua Maserati 4CL mentre utilizzava la V4 come vettura stradale per spostarsi da un circuito all’altro. Nei decenni successivi vari passaggi di proprietà hanno portato la Gran Sport Zagato a varcare l’oceano per entrare in una collezione privata e cogliere la sua ultima affermazione: quella al Concorso di eleganza di Peeble Beach nel 2003. Perchè una figlia della Motor Valley non perde mai il vizio di vincere.

La V4 Gran Sport Zagato a Villa d’Este nel 2014 (Dirk Rumpff su YouTube)

Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

adv
adv

Facebook

adv