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Un circuito al mese – Rouen-Les Essarts, brividi tra le colline

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Circuit Rouen Les Essarts

Il Gran Premio di Francia di Formula 1, da quando esiste il campionato mondiale, è stato ospitato da ben sette diversi circuiti. Facendo un paragone con le altre gare storiche europee, molto più stabili dal punto di vista della location, questo dato rappresenta un’eccezione. Tra le diverse sedi transalpine in cui il Circus ha fatto tappa, una riveste un’importanza particolare. Il nome del circuito di Rouen-Les Essarts, situato in una nazione che ha dato un contributo notevole allo sviluppo dell’automobilismo, è legato ai pionieri delle corse su quattro ruote. Viene ricordata come una pista estremamente insidiosa, e nei cinque Gran Premi di Formula 1 che ha accolto ha visto imporsi solo nomi di grandissimo rilievo.

I legami con la storia

La Francia può essere riconosciuta come una delle culle delle automobili: qui, nella seconda metà del diciannovesimo secolo, iniziano a essere costruiti veicoli a motore, nascono fabbriche e marchi che sopravvivono fino al giorno d’oggi, come Peugeot. Ed insieme alle automobili, nascono anche le prime manifestazioni sportive. Quella che viene considerata la prima gara regolamentata della storia dell’automobilismo si svolge nel 1894, con partenza da Parigi ed arrivo a Rouen. Per ottenere la vittoria non conta soltanto essere i primi a tagliare il traguardo: i giudici tengono in considerazione anche la sicurezza e la maneggevolezza del veicolo. E in Francia, nel 1906, per la prima volta un evento motoristico viene denominato “Grand Prix”, per via dell’ingente somma destinata al vincitore. Nei pressi di Le Mans, su di un circuito stradale lungo un centinaio di chilometri, si svolge quindi il primo Gran Premio della storia. Decenni più tardi, nel 1952, il Gran Premio di Francia verrà per la prima volta disputato a Rouen.

Un raro filmato a colori del Gran Premio di rancia 1962 a Rouen: unica vittoria Porsche in Formula 1 (Kohli su YouTube)

Il tracciato

Il circuito di Rouen, situato sulle colline avvolte da un fitto bosco, era costituito principalmente da un insieme di strade normalmente aperte al pubblico. Si trovava a qualche chilometro dall’abitato del capoluogo della Normandia, nei pressi del quartiere periferico Les Essarts. All’apertura, nel 1950, le sue tribune e la zona box erano tra quelle più all’avanguardia dell’epoca. La pista era caratterizzata da numerosi saliscendi e molte curve non erano dotate di vie di fuga, poiché le strade si sviluppavano all’interno di una vallata. Inizialmente il tracciato prevedeva una lunghezza di 5,1 chilometri, venendo poi esteso a partire dal 1955 fino a raggiungere i 6,5 chilometri. Erano tredici le curve di questa configurazione, da percorrere in senso orario. Subito dopo la partenza, si affrontavano in discesa una sequenza di curve veloci, tra cui la Six Frères, fino ad arrivare al tornante Virage de Nouveau Monde. Seguiva un tratto in salita, tortuoso ma comunque veloce, al termine del quale si raggiungevano una serie di tre rettilinei, collegati tra loro da pieghe a destra anche in questo caso molto rapide. Passata la Virage du Paradis, si tornava sul rettilineo di partenza. La pista, tanto spettacolare quanto pericolosa, subì diverse modifiche negli anni’70 e fu utilizzata sempre meno dalle serie principali, fino alla chiusura avvenuta nel 1993.

La gara dell’Europeo di Formula 2 1978 a Rouen in un servizio televisivo francese (Formula 1 Amarcord su YouTube)

Le gare

La città famosa per la sua imponente cattedrale gotica ha ospitato cinque edizioni del Gran Premio di Francia di Formula 1, tra gli anni ’50 e ’60. La prima, come detto, si tenne nel 1952, sul percorso ancora ridotto, con il trionfo di Alberto Ascari su Ferrari. Il massimo campionato a quattro ruote tornò in Normandia nel 1957, e in tale occasione il primo posto andò a un’altra vettura della Motor Valley, la Maserati condotta dal leggendario Juan Manuel Fangio. L’unico pilota che può vantare due successi a Rouen è Dan Gurney, vincitore nel 1962 e nel 1964. Nel 1968 avvenne un tragico incidente, costato la vita a Jo Schlesser. Il pilota francese si schiantò al terzo giro con la propria Honda RA302 alla curva Six Frères, e la vettura fu avvolta da un incendio alimentato dal carburante e dalla struttura in magnesio del telaio. Schlesser, quarantenne, al suo terzo Gran Premio di Formula 1, era stato chiamato dalla casa giapponese per portare in pista la vettura, inizialmente destinata a John Surtees, che si era rifiutato di guidarla per la sua pericolosità, preferendo salire sul vecchio prototipo. Questa tragedia segnò la fine del rapporto tra la Formula 1 e Rouen. L’ultimo nome che compare nell’albo d’oro è quello di Jacky Ickx su Ferrari. Negli anni ’70 il circuito dedicò la propria attenzione alla Formula 2, un campionato al quale all’epoca partecipavano importanti case costruttrici e costituiva un trampolino di lancio per i campioni del futuro. Vinsero a Rouen in questa categoria piloti come Mike Hailwood, Eddie Cheever e Bruno Giacomelli, ultimo a trionfare qui nel 1978. Successivamente la pista venne utilizzata ancora per una quindicina di anni da serie minori. Da segnalare l’organizzazione nel 1972 di una edizione della 1000 km di Parigi, gara endurance valida per il campionato europeo sportoprototipi, e di due Gran Premi di Francia del Motomondiale, nel 1953 e nel 1965.

Come sarebbe Les Essarts con una F1 di oggi? Ecco un giro simulato con Pierre Gasly, il pilota di casa, con la sua AlphaTauri (Mitsos su YouTube)

 

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