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Storie Olimpiche – Tokyo 1964, il sol levante di Latynina

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I giochi della XVIII Olimpiade vennero disputati in Asia, precisamente a Tokyo. La capitale giapponese, avrebbe dovuto ospitare le Olimpiadi del 1940, che furono annullate a causa della guerra. Ventiquattro anni dopo gli organizzatori decisero di fare accendere la fiaccola olimpica a Yoshinori Sakai, ragazzo di 19 anni nato a Hiroshima il 6 agosto del 1945, giorno in cui la bomba atomica esplose. Tokyo 1964 rappresentò per i cittadini giapponesi l’opportunità di riscattare il paese, occupato fino al 1952 dai militari americani. 

La manifestazione durò dal 10 al 24 ottobre e vi parteciparono circa 5150 atleti, pochi meno di quelli che parteciparono a Roma 1960, per un totale di 93 nazioni, in aumento grazie alla decolonizzazione. Tra le nazioni escluse figurarono l’Indonesia e il Sudafrica. L’organizzazione fu impeccabile e tutte le delegazioni olimpiche si complimentarono con gli organizzatori per i servizi, l’ordine e le infrastrutture utilizzate per l’edizione. 

La tecnologia ebbe un ruolo importantissimo. Per la prima volta i computer vennero utilizzati per segnare i risultati degli atleti e le loro statistiche. Inoltre, i satelliti, sempre per la prima volta, riuscirono a trasmettere i giochi  negli Stati Uniti, anche se non riuscirono per l’Europa. Infine, anche stadi, piscine e impianti vennero costruiti con criteri moderni e avanzati, tanto che agli architetti e agli ingegneri che si occuparono dei lavori vennero richiesti altri progetti per altre edizioni dei giochi olimpici. 

Come sempre il medagliere fu dominato da Usa (36 ori e 90 medaglie totali) e Urss (96 medaglie totali ma meno ori) che arrivarono rispettivamente primi e secondi. Sul terzo gradino del podio si posizionò il Giappone e a seguire la Squadra Unificata Tedesca (comprensiva di Germania dell’Est e Germania dell’Ovest). 

Tante le imprese degne di nota che hanno caratterizzato Tokyo 1964: Abebe Bikila, dopo il successo di Roma 1960, vinse nuovamente la maratona, diventando il primo a vincerla per due volte di fila; Dawn Fraser vinse il terzo oro consecutivo nei 100sl, diventando l’unica donna nella storia a riuscirci; Joe Frazier conquistò il titolo di campione dei pesi massimi nonostante una mano rotta. Ma l’impresa più importante fu quella portata a termine dalla ginnasta russa Larissa Latynina che disputò la sua ultima olimpiade, collezionando 6 medaglie (2 per metallo) diventando l’atleta con il maggior numero di vittorie olimpiche (18) per quasi 50 anni, fino a quando nel 2012 Michael Phelps la superò.

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