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18 Aprile: il punto su Basket City. Questa Virtus non starà pagando oltremisura la scomparsa di Alberto Bucci?

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Se la scorsa settimana invitavamo il basket bolognese a non lasciarsi andare a reazioni isteriche dopo gli insuccessi inattesi della domenica precedente, oggi è quasi obbligatorio spronare l’ambiente virtussino a non farsi prendere dal panico. La brutta sconfitta con Brindisi è piovuta sul PalaDozza e sui tifosi bianconeri come un fulmine a ciel sereno; la speranza di accedere ai playoff di campionato si è ridotta al lumicino, ma non bisogna dimenticare che fra poco più di due settimane la Segafredo è attesa da una prova che potrebbe dare un senso notevole alla stagione, le Final4 di Champions League, una coppa europea vera, non la coppetta del nonno, come sostiene qualcuno. Probabilmente fra le quattro contendenti la Virtus è quella con le minori chance di vittoria finale, tuttavia la squadra di Djordjevic ha già dimostrato che se riesce ad esprimersi con la giusta intensità può davvero vincere con chiunque, per lo meno a questi livelli, che non sono, ovviamente, gli stessi dell’Eurolega. Sarebbe pertanto il caso di stringersi tutti attorno ad un progetto sportivo che avrà anche molti difetti ma potrebbe rivelarsi meno velleitario di quanto sostenuto a questo punto dai tifosi più inferociti, perché la stagione non ha avuto solo bassi, fin qui (la qualificazione alle Final8 di Coppa Italia con la splendida vittoria contro Milano, il superamento degli ottavi e dei quarti di finale in BCL con l’entusiasmante partita contro Nanterre92, in campionato diverse partite come la vittoria in trasferta ad Avellino, per esempio) e le ultime settimane potrebbero riservare ulteriori sorprese. Anche la società, però, dovrebbe adoperarsi per ritrovare la serenità imprescindibile per poter condurre a termine la stagione in modo positivo, come non possiamo dire sia pienamente accaduto la scorsa settimana. Un conto potevano essere i proclami lanciati dai tifosi più rancorosi dopo l’inopinato stop contro Pistoia e la successiva baldoria notturna milanese di alcuni giocatori, un altro forse doveva essere la reazione della società nell’ottica più pragmatica dell’obiettivo da raggiungere; per una volta, lavare in casa i panni sporchi senza i consueti spifferi, per non dire della censura resa pubblica con un comunicato stampa, sarebbe stato sicuramente più opportuno. Non è la prima volta che i rapporti con l’esterno prendono una strada quanto meno discutibile, in casa Virtus, quest’anno, con le tante voci che hanno preannunciato quasi sempre questa o quell’altra scelta tecnica o amministrativa, complicando di sicuro non poco il compito di chi sarebbe formalmente delegato a curare questo tipo di relazioni con la stampa e più in generale con l’esterno. Figuriamoci ora che, dopo l’ulteriore débacle contro Brindisi, sotto i portici e sui social sembra quasi partita una caccia all’untore che coinvolge l’intera Bologna cestistica. A questo punto, così, ci sorge un dubbio: non sarà che la Virtus oggi come oggi stia pagando oltre misura la tragica scomparsa del proprio presidente? La saggezza, l’esperienza, l’umanità di Alberto Bucci avevano notoriamente guidato molte delle risoluzioni prese nei momenti cruciali, il suo carisma e la sua umanità sono stati fondamentali in diverse occasioni “a rischio”. Purtroppo, non c’è più, l’ambiente dovrebbe farsi carico di questa sua assenza cercando nel suo esempio – nei fatti, non solo a parole – una guida comportamentale che sappia coniugare logica e passione. Poi, fiducia piena nel coach, ma perché non concederne altrettanta ai giocatori che solo quindici giorni fa erano gli “eroi” dell’avventura europea e non possono, d’un tratto, essersi trasformati in una accozzaglia di derelitti? Il tifoso è rapido nell’esaltarsi e dimenticare, per la società non può, non deve essere lo stesso. Dietro l’angolo, due trasferte insidiose aspettano la Segafredo: Reggio Emilia e Brescia. Due partite sulla carta alla portata, che tuttavia potrebbero trasformarsi in una tortura come le ultime due gare casalinghe se affrontate col medesimo atteggiamento. Dopo di che, arriverà Trento al PalaDozza e quindi la partenza per Anversa. È il momento dell’azione, non del panico, consapevoli di quanto potenti siano gli effetti della mente sulla reattività del corpo, e non giova ad alcuno scendere in campo ferito nello spirito o nelle motivazioni.

In casa Fortitudo tira un’aria totalmente diversa, seppure si provenga da una sconfitta, peraltro non paragonabile come importanza. Sarebbe sbagliato chiedere più di così a questa squadra, che il proprio campionato lo ha già giocato interamente ottenendo il miglior risultato possibile. Pretendere che la squadra non abbia momenti di rilassamento mentale a questo punto ci pare una sciocchezza, anche se è attesa dallo scontro diretto con la vincente del girono ovest per un primato che nella sostanza dovrebbe rivelarsi platonico. I problemi ora sono altri, riguardano il futuro, la salita al piano superiore, il budget finanziario a disposizione, gli orizzonti che si allargano ed imporranno scelte tecniche gravose che i tifosi dovranno saper comunque accettare per la fiducia che si è meritato fin qui lo staff dirigenziale della Fortitudo.

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