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Dell’Aquila e il Leone #27 – Ma non c’è pace quaggiù

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La corsa alla gloria nell’alto dei cieli virtussini vacilla ma non inciampa mentre la effe deve arrendersi ad una lotta ancor più serrata per non essere fagocitata dalle fiamme della serie A2. Anche questa volta ci è mancato poco, un possesso per l’esattezza. Se poi si ripensa a come è stato gestito quell’ultimo pallone, quello che avrebbe potuto mandare la gara al supplementare, ecco aggiungersi qualche altro rimpianto che si sfoga sulla decisione di coach Martino di non schierare Procida nel finale. 

Sebbene l’allenatore biancoblu abbia spiegato nel post-partita la motivazione tecnica che lo ha portato a preferire Feldeine al giovane azzurro, questa continua a non convincere i tifosi (e pensando al rendimento del rientrante numero 14, lo storcere il naso appare giustificato).

Martino ha parlato solo di scelta strategica non menzionando la condizione fisica di Procida, anzi dicendo che sotto quel punto di vista il ragazzo sarebbe stato pronto a rientrare. Ieri, però, al danno della sconfitta si aggiunge una beffa, una doppia beffa per l’esattezza: fermi ai box Procida, appunto, e Groselle.

Se per il classe 2002 si tratta di un colpo alla coscia sinistra rimediato durante il derby e solamente entro la giornata di oggi si saprà l’esito dell’ecografia, l’americano è prossimo a sottoporsi ad un ciclo di terapie per rimediare ad una distorsione alla caviglia con interessamento successivo del legamento. 

E’ difficile dunque, per quest’ultimo soprattutto, recuperare per Trieste. Ci si trova davanti ad un roster corto che si assottiglia ancora di più perdendo due pezzi al momento pregiati, tra i più in forma della Fortitudo in questo periodo. Qualche speranza per Procida va covata per forza anche perché senza di lui, i primi 20′ minuti di domenica sera avrebbero anticipatamente chiuso la gara in favore dei cugini. 

Questo va evidenziato come va evidenziata l’importanza, a questo punto enorme, dell’asse adattato play-pivot tra Benzing e Feldeine. Tolti gli infortunati, quelli su cui contare sono loro (con il dubbio che Durham non sia più ai livelli di ottobre), non a caso il tedesco ha ricoperto il ruolo di lungo contro la Virtus e ha cercato più soluzioni offensive vicino a canestro del solito (anche se il suo solito è prossimo alla zero). 

Fiducia a chi sta bene e fiducia nell’atteggiamento visto nelle ultime settimane con calendario e calcoli alla mano: 9 partite mancanti, 3 in casa e 6 in trasferta, almeno 12 punti (6 vittorie) per raggiungere una ragionevole quota salvezza. Sì, con 24 punti probabilmente ti salvi, sarebbe stranissimo il contrario. Dove e quando li racimoli? Se la Fortitudo ripete le recenti prestazioni potenzialmente ogni occasione è buona con un punto interrogativo più grande degli altri pensando alle trasferte di Sassari e Venezia; anche le dirette concorrenti, però, avranno il coltello tra i denti e partono davanti in classifica.

Non c’è, sportivamente parlando, pace per la effe. A questo punto serve qualcosa di straordinario. Questa settimana, a dire il vero ed a proposito di vera pace, qualcosa di straordinario è successo ma lontano dal campo. L’adesione della società al progetto “Stop War” merita un grande plauso che non si può non riportare. 

 

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