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Dell’Aquila e il Leone S2 #29 – Come Candussi ha cambiato la Fortitudo

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Se da ormai qualche settimana si parla di una Fortitudo senza Candussi e una con, un motivo ci sarà. Infatti c’è eccome. 

Per tre quarti di stagione gran parte delle criticità biancoblu hanno avuto origine dalla carenza di verticalità sotto le plance determinando in negativo più di un esito finale. Responsabilità di un mercato estivo tardivo che ha potuto portare a Bologna giocatori non adeguati al tipo di campionato ipotizzato. Inizialmente, ripercorrendo l’iter che ha poi reso fortitudino l’ex Verona, Paci doveva essere la prima opzione nello slot di pivot. Ben presto sfiduciato dalle prestazioni e dai limiti tecnici, Barbante ha messo in luce caratteristiche diverse non andando però ad interpretare nello stesso modo il ruolo. Allora Dalmonte ha tentato l’alternanza Cucci-Davis senza fortune se non in rari casi. Intanto si ragionava, o meglio, si prospettava qualche mossa di mercato correttiva mentre Candussi rimaneva ai margini della Scaligera guardandosi attorno. 

Un matrimonio tira e molla per un paio di mesi poi risoltosi con il fatidico “sì” una volta compiuti i necessari tagli al roster. Che si sia ingranata una buona marcia è evidente fin dalla sua presentazione nella quale il giocatore parla molto chiaramente senza cadere nei soliti cliché: parla delle accortezze da avere nell’entrare in uno spogliatoio che già si conosce e si allena da mesi e della voglia di mettersi in gioco secondo le esigenze che la situazione richiede rispettando le gerarchie ma non inserendosi per forza in punta di piedi.

Chiaro e deciso, dalle parole si passa velocemente ai fatti e quelle gerarchie le scavalca in una manciata di minuti sul parquet. Certo, la strada era spianata ancor prima che firmasse il contratto ma alla prima prova dei fatti, non delude le aspettative spostando gli equilibri del gioco biancoblu. Sempre in doppia cifra da quando è arrivato, si può già parlare di prima opzione offensiva della squadra nonostante la presenza in squadra di giocatori del calibro di Aradori, Fantinelli, Thornton, Cucci, etc.? Al momento non solo se ne può parlare ma lo si può anche certificare. 

L’emblema della sua importanza si racchiude nel supplementare giocato a Pistoia. Dopo una partita approcciata bene e gestista con intelligenza dalla Effe, nel momento in cui lui esce per falli, gli avversari impattano e portano la gara all’overtime. La squadra si scioglie senza più idee e soccombe perdendo una preziosa occasione. Fosse rimasto in campo, l’esito sarebbe stato diverso? 

“What if” a parte, le caratteristiche che mischiano la fisicità di Paci alla precisione di Barbante, come già scritto nelle pagelle di regular season, hanno dato l’imprinting mancante alla rosa. 

Da queste parole pare si stia descrivendo lo Jokic della A2; sebbene si possa rilevare una certa somiglianza somatica, soprattutto in viso, dei limiti Candussi li ha. Il record della Fortitudo con lui è di 1-3; non lo si può definire, quindi, un giocatore in grado di farti vincere la partita, di farti rimanere a galla ed indirizzare una sfida sì ma di vincerla no, almeno, non ancora. Volendo poi completare il discorso “criticità tecniche”, in fase difensiva non è definibile solidissimo, in particolare nell’insistere in post-basso contro i pari ruolo avversari. In attacco il discorso, invece, s’inverte riuscendo a spaziare sia al ferro con un sapiente uso del piede perno sia dalla media.

Senza date X sul calendario per trovare conferme definitive, Candussi la Fortitudo l’ha già cambiata in positivo aggiungendo al roster una delle carenze maggiormente mancate durante la regular season. Certo, il convertire questo cambiamento in successi tangibili non solo personali ma della squadra sarebbe l’innesto perfetto o, come ama dire Dalmonte, l’innesto il migliore possibile.

 

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