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Le parole di Djordjevic e Ricci dopo la vittoria di Pesaro

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Nel dopo partita di Pesaro – Virtus, si sono incontrati con la stampa Sasha Djordjevic e Giampaolo Ricci. Queste, le parole del coach virtussino:

“Conoscendo l’importanza di questa partita per tutta Pesaro l’abbiamo preparata con grande impegno; siamo partiti costruendo, partendo dalla difesa, tiri aperti in transizione passandoci la palla e cercando extra-pass che mi sono piaciuti molto, sbagliando, nel primo tepo, anche tiri aperti però costruiti bene. Abbiamo saputo sfruttare i nostri lunghi, soprattutto Gamble, in buona maniera, quando abbiamo appoggiato la palla sotto. Sono contento di molti giochi in attacco. Penso che per quaranta minuti non abbiamo mollato in difesa, i ragazzi stanno capendo che questa deve essere la nostra forza. Noi dobbiamo giocare di squadra, e non credo sia il caso, in questo momento, di parlare dei singoli. Abbiamo comunque trovato minuti anche per i giovani, che hanno giocato bene, soprattutto Pajola ha tenuto a lungo il campo ed è stato bravo, nonostante nel 4° quarto abbia commessi errori che non mi sono piaciuti. Ogni vittoria fuori casa è importantissima, anche questa qui a Pesaro, ma noi stiamo costruendo questa annata partita dopo partita”.

Questa è la sesta gara ufficiale di stagione, e le cose stanno andando piuttosto bene. Avendo una partita quasi ogni due giorni, il lavoro del coach è più mentale o tecnico, per cercare di tenere la squadra coi piedi per terra senza perdere il buono che si è costruito?

“Come dicono i buoni maestri, è sempre meglio quando si vince. Ma anche in una vittoria si possono trovare cose da correggere, il lavoro del coach non si ferma mai, bisogna sempre cercare di migliorare gli automatismi, occorre spiegare bene le proprie idee parlando anche tanto, soprattutto all’inizio, sia in campo che fuori. Oggi ho parlato poco nello spogliatoio con i ragazzi, ho solo detto che adesso ci aspetta una squadra molto forte, Andorra, che da vari anni sta facendo un buon cammino in Eurocup. Ho grande rispetto per questa società che sta sempre crescendo e quindi noi dobbiamo dimenticare in fretta questa partita, dovremo concentrarci domani sul recupero delle forze fisiche e a me in questo momento interessa molto riuscire a distribuire bene i minuti fra i vari giocatori”.

Alla quarta giornata la cosa vale quel che vale, ma erano 13 anni che la Virtus non era da sola in testa al campionato. Che effetto fa?

“Non lo sapevo, ma in questo momento non mi interessa. Noi cerchiamo di migliorare, col lavoro, il processo è appena cominciato, la classifica attuale non mi importa più di tanto”.

Il pubblico di Pesaro non ti ha dimenticato e ti ha applaudito in questa che è stata la prima volta che sei venuto come allenatore

“Anch’io non ho dimenticato Pesaro, e tengo a ringraziare tantissimo i tifosi. Ho passato qua anni stupendi, abbiamo fatto una finale insieme, ci siamo guadagnati l’Eurolega ma quello è stato l’anno che è mancato Alphonso Ford e non potrò dimenticarlo, mai nella vita. Un grande colpo per Pesaro ma anche per tutta la pallacanestro mondiale”.

È stata poi la volta di Ricci:

Nel secondo quarto Pesaro era tornata a -3. Lì, cosa è cambiato, nella partita?

“Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile, Pesaro ha recuperato giocatori importanti, ci eravamo detto che avremmo dovuto metterci tutta la nostra fisicità. Siamo partiti bene, poi loro sono rientrati, allora ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti che dovevamo metterci l’energia giusta, che è poi quello che ci chiede il coach. Siamo stati bravi a passarci la palla, fare due o tre buone difese di fila, a prendere così il gap che abbiamo mantenuto fino alla fine. Una prova di squadra, la nostra, di solidità, e bravi tutti quelli che sono stati chiamati in causa”.

Che sensazione dà vedere la Virtus in testa dopo 13 anni?

“È ancora molto presto, però è bello essere lì in alto ed è stimolante, perché chiunque giocherà contro di noi adesso vorrà fare la partita della vita, e noi dobbiamo essere pronti a questo. Noi dobbiamo pensare partita dopo partita, la prima parola che ha pronunciato il coach nello spogliatoio è stata Andorra, con cui giochiamo tra due giorni e dobbiamo dimenticare questa vittoria. Noi vogliamo fare un passo alla volta, dobbiamo sapere che siamo qui per vincere tutte le partite, vogliamo vincerle tutte, ho visto adesso che Milano ha perso ma noi dobbiamo guardare a noi stessi. È bello stare in vetta, ma dall’altro lato sarà difficile rimanerci”.

È questa la squadra più forte con cui hai giocato? Quanta qualità vedi in questo team?

“Questa, sì, è la squadra più forte, più lunga, con più nomi e gente di esperienza con cui abbia mai giocato e devo dire che è bello farci parte; è bello anche allenarsi con loro. L’altro lato della medaglia è che balza agli occhi che ognuno di noi così è importante, ma nessuno indispensabile, nel senso che se non ti alleni nel modo giusto sai che poi potresti non trovare spazio in campo; c’è insomma una sana competizione che aiuta tutti a migliorare. Sono consapevole della forza della squadra ma nello stesso tempo di quali siano i suoi margini di miglioramento, quindi adesso è passato solo un mese, le stiamo vincendo ma il campionato è ancora molto lungo, noi pensiamo partita dopo partita e piano piano proviamo a diventare qualcosa di grande”.

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