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Concentrazione e intensità per una Virtus Segafredo che diverta. L’editoriale del lunedì

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foto Virtus Pallacanestro

 

 

Ritengo che cominciare a parlare, come si sente già in giro, della partita di domenica prossima fra Virtus Segafredo e A|X Armani Exchange Milano prima di aver giocato l’incontro di Eurocup di domani contro Andorra sia assolutamente sbagliato. Penso, infatti che anche se il risultato di domani, sul piano pratico, non conterà alcunché, a mio parere una squadra che abbia deciso di cercare di andare il più avanti possibile in un campionato debba rimanere massimamente concentrata su di esso in ogni momento. Fare “calcoli” sarebbe sciocco e presuntuoso, senza considerare il fatto che arrivare alle Top16 come unici imbattuti non porterebbe certo benefici in termini di cifre, ma sul piano psicologico qualcosa lascerebbe, se non altro sul piano dell’immagine, che è poi quello che potrebbe fare tanto piacere a una proprietà che è anche primo sponsor della Virtus. Non dimentichiamoci come sono finite partite “scontate” casalinghe con formazioni decisamente meno quotate di Andorra e quali strascichi abbiano lasciato. Aggiungendo che l’inserimento di un campione come Marco Belinelli in una formazione vincente piuttosto che in una così così, diciamo: ballerina, di fatto creerebbe dinamiche anche interne assai diverse. Giacché sì, domenica con Milano dovrebbe essere la volta buona anche per il “Beli” in bianconero, con tutte le dovute cautele sul piano delle aspettative di cui si scriveva già nei giorni scorsi. Concentriamoci tuttavia sull’attuale roster virtussino, sul quale qualche considerazione credo si possa anche fare. Ad esempio, viene da chiedersi come mai insistere con l’attuale quintetto di partenza che, risulta evidente, non ha, almeno di questi tempi, nel DNA l’intensità che occorrerebbe per non prendere le ormai solite imbarcate in avvio di partita. Sarà una questione di gerarchie, sarà per motivi che conosce bene lo staff tecnico e noi mortali non siamo in grado di cogliere, ma oggi come oggi – mica per sempre – l’impressione è che se partisse Pajola al posto di Markovic qualcosa potrebbe anche cambiare. Ma è anche presuntuoso ritenere di poter dare consigli ad un coach che è lì al posto nostro per un evidente motivo. Un’altra cosa che invece lascia abbastanza stupiti è lo scarso minutaggio mediamente concesso a Hunter in Eurocup, inferiore pure a quello di Tessitori (12,4 contro 13, 4 e 17, 4 per Gamble) pur essendo il giocatore maggiormente di punta della squadra ai livelli più alti, ma questo magari deriva da una sua minore “fisicità”? Mentre vorrei spezzare l’ennesima lancia a favore di Josh Adams che ha sicuramente vissuto un periodo di rodaggio non sempre felice ma poco alla volta sta venendo fuori e ritengo possa continuare a dare parecchio alla squadra, pure con l’avvento di Belinelli, soprattutto se, come spero, la fisionomia della nuova Segafredo dovesse essere quella di una squadra votata a correre il più possibile. Che sarà realizzabile però solo se l’intensità difensiva dovesse confermarsi elevata per la maggior parte della partita, e non solo a sprazzi, come si è fin qui visto anche nelle gare più “difficili”.  Sta di fatto peraltro che la Virtus Segafredo che si sta prefigurando dovrebbe essere una squadra sicuramente divertente, sul piano del gioco, svincolata dalla diffusa pratica di quasi esclusiva applicazione di noiosi pick’n’roll. Perché alla fine conta anche divertirsi, sebbene l’essenziale resti vincere, e il gioco più bello resta sempre quello che porta alla vittoria. Alla faccia di certi “puristi” del gioco, magari con la puzza sotto il naso…

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