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La Virtus presenta Pino Sacripanti – 15 Giu

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È arrivato il momento della conoscenza diretta con Stefano “Pino” Sacripanti, il nuovo coach della Virtus Pallacanestro che giunge a Bologna dopo diciotto stagioni ai massimi livelli nazionali, con un curriculum di tutto rispetto. L’ultima avventura, ad Avellino, si è tinta di toni sia chiari che scuri, finalista in Europa, eliminato un po’ presto ai play off, ma non ci sono dubbi che la Virtus con lui pone le basi per un nuovo ciclo pieno di speranze, come sottolinea, alla sua presentazione alla palestra Porelli, il vicepresidente Sermasi.

Dalla Salda, nuovo ad, ci informa invece che l’allenatore ha firmato un contratto biennale con possibilità di uscita, da parte della società, al termine del primo. Con lui la Virtus avrebbe trovato il giusto condottiero per arrivare a provare un’esperienza anche europea, disponibile ad affrontare questa avventura full time, a differenza di altri nomi altisonanti che sono stati accostati alla squadra bianconera in queste settimane.

Sacripanti conferma tutto l’entusiasmo che si sta riversando su di lui: “sono arrivato, appena contattato, senza se e senza ma. Ho detto subito di sì pressoché senza condizioni.  Lavoreremo per fare un buon campionato, con l’obiettivo di entrare nelle prime otto, ma importante sarà anche affrontare una sfida europea, che vorremmo portare avanti nelle giuste condizioni anche sul piano tecnico.”

Lo scorso anno ha già fatto la Champions, di quanti giocatori deve essere composto un roster per poterla affrontare? “Penso che per fare le coppe occorrano almeno dieci giocatori veri, disposti a distribuirsi il minutaggio anche per solo quindici, venti minuti per il dispendio di energie fisiche e mentali che queste competizioni richiedono”.

Lo scorso anno la Virtus aveva qualche difetto di “verticalità” “Noi partiamo da tre giocatori già sotto contratto, Baldi Rossi, Aradori, che conosco già bene, e il giovane Pajola. È chiaro che non è il caso di fare confronti col passato. Ricominciamo da tre, l’atletismo comunque conta tanto nella pallacanestro attuale”

Si immagina la possibilità di restare a Bologna per un lungo periodo? “Perché no, a non si possono fare di questi programmi, ora. Speriamo di rimanere il più a lungo possibile”

Ma quanto è importante partire con giocatori che l’allenatore conosce già bene? “L’importante è che si crei la chimica giusta. Poi, magari la cosa aiuta, di giocatori ne ho allenati tanti, ma quello che ho nella testa è cercare di combinare giocatori compatibili e, fondamentale, contenti del proprio ruolo. Per ora sono appena arrivato, da domani cominceremo a muoverci seriamente sul mercato per fare le scelte più giuste”.

E sarà importante avere un centro “di stazza”? “L’importante è avere un 5 “bravo”, sia tecnicamente che fisicamente, poi non ho preclusioni di questo tipo. Ho avuto centri “grossi”, ma anche no”.

Il futuro di Pajola, alla luce della partenza di Stefano Gentile? “È un ragazzo interessantissimo, di costruzione virtussina, dobbiamo rifletterci sopra”

Come definirebbe il proprio basket? “Un gioco essenziale, che faccia vincere, che sfrutti al meglio le caratteristiche dei giocatori e faccia divertire il pubblico. Mi piace mettere la palla in post basso, non necessariamente coi lunghi, ma soprattutto mettere aggressività e possibilmente correre tanto. Quando arrivai a Cantù Antonello Riva mi fece notare l’importanza del pubblico nel dare aggressività sul campo, confido che lo stesso sarà anche qui a Bologna”

Che tipo di giocatori cercherete sul mercato, soprattutto fra gli stranieri? “Risposta difficile, sulla quale dovremo confrontarci. Occorreranno un buon play, giocatori che sappiano affrontare la pressione del PalaDozza, con un mix di freschezza ed esperienza”.

E arriverà Oldoini come vice? “No, perché mi risulta che abbia firmato come capo allenatore a Caserta. Per il vice, ora, è prematuro rispondere. Ci sarà uno staff che dovrà essere in linea con quanto si prefigge la società”.

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