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La capolista si impone al Paladozza. Virtus sconfitta ancora nel finale – 13 Nov

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La Segafredo stecca al fotofinish. Passa Brescia per 74-76 (parziali: 16-22; 41-45; 61-52)

 

SEGAFREDO BO: A. Gentile 13, Umeh 6, Pajola n.e., Petrovic n.e., Ndoja 4, Lafayette 14, Aradori 15, S. Gentile 10, Berti n.e., Lawson 6, Slaughter 6. All. Ramagli.

GERMANI BS: Moore, Hunt 15, L. Vitali 9, Landry 16, Fall 2, Traini n.e., M. Vitali 14, Moss 4, Sacchetti 10, Bushati 6. All. Diana.

 

Terza sconfitta in fila per la Virtus, costretta, ancora una volta, a cedere il passo nel finale agli avversari. Brescia vince con merito dopo aver rischiato di incappare nella prima sconfitta stagionale, mantenendo così record di imbattibilità e testa della classifica. Le prime battute del match sembravano indirizzare la gara in favore dei bianconeri che, sull’asse Ndoja-A. Gentile, firmavano il primo break di 5-0. Dopo qualche passaggio a vuoto gli ospiti rispondono prima con Hunt, poi con la bomba dell’ex M. Vitali che vale il vantaggio bresciano. Il neo capitano Ndoja infiamma il pubblico subendo, con astuzia, un fallo dal fischiatissimo Moss, poi serve l’assist ad Aradori che non sbaglia da oltre l’arco. Timeout immediato di coach Diana, bravo a spezzare l’inerzia dei padroni di casa che, al 5’, sono nuovamente avanti sul 14-10. Bologna si incaponisce nella ricerca del bersaglio grosso dalla distanza, ma il ferro rimanda al mittente tutte le conclusioni della Ramagli band. Brescia non si fa sfuggire l’occasione e con un contro break di 0-8 ritorna a condurre le danze. Al 10’ ospiti avanti sul 16-22. Il copione non muta e le distanze tra le compagini aumentano grazie alle bombe di Bushati. La Segafredo gioca senza successo la carta della zona 3-2, spesso punita dagli attacchi avversari che continuano a controllare l’inerzia del match sino al magic moment di Lafayette. Il play bianconero straccia la retina da oltre l’arco per due volte in fila, riducendo le distanze a sole 4 lunghezze. Il divario rimane invariato alla pausa lunga (41-45), lasciando i giochi ancora aperti.

 

Al rientro in campo la Virtus mostra tutto il proprio potenziale. Nuovo break di 5-0 firmato A. Gentile-Lafayette e valido per il controsorpasso bianconero. Sul ribaltamento di fronte Brescia incappa in una palla persa dopo ottima difesa dei padroni di casa, sulla quale coach Diana decide di parlarci su. Aradori non sembra risentire del piccolo momento di pausa e con una bomba riporta i suoi sul +5 (50-45). Seguono attimi molto complicati per la terna arbitrale. Con decisione e fermezza, decidono di spezzare il ritmo gara attraverso una pioggia di falli tecnici che colpisce ambo le compagini. Il match sale quindi di intensità e cattiveria e dal momento di pura difficoltà ad uscirne meglio è la Virtus. Prima la bomba di Umeh, poi quella di A. Gentile portano le Vu nere sulla doppia cifra di vantaggio, a cui segue il libero d L. Vitali, altro ex di turno, che al 30’ fissa il risultato sul 61-52. Brescia dimostra di essere capolista non per caso e con pazienza ricuce lo strappo sino al -3 (65-62). Gli ospiti continuano a punire gli errori di una Segafredo la cui spia della riserva sembra iniziare a lampeggiare con insistenza. Ne sono una evidente dimostrazione le troppe forzature che producono affrettate conclusioni dai 6,75 m. M. Vitali realizza cinicamente il layup del nuovo controsorpasso bresciano mentre l’errore a cronometro fermo del fratello consente ad A. Gentile di correre il campo e servire un ottimo assist a Slaughter che realizza il sottomano della parità a quota 74. La palla pesa e la stanchezza si fa sentire su ambo i fronti. Di L. Vitali il jumper in avvitamento che, a 2.8” dal termine, riporta avanti gli ospiti. Il timeout bianconero è d’obbligo, al fine di organizzare la rimessa in zona offensiva per la ricerca della bomba di una possibile vittoria che, sfortunatamente, mai arriverà. La palla viene messa in campo a fatica e certamente il destinatario non sarebbe dovuto essere Slaughter. Il lungo in maglia n° 44 tenta la conclusione dalla media, ma la mira è completamente errata. La sirena finale sancisce la fine delle ostilità, è vittoria per Brescia.

 

 

Nuovamente un finale nefasto per le Vu nere che appaiono sempre povere di idee nei momenti in cui si decidono le partite. Se nel recente passato sono stati gli errori tecnici a condannare la Segafredo, quest’oggi i punti critici sono, probabilmente, aumentati di numero. L’attacco ha risentito del troppo palleggio e dei troppi (spesso affrettati) tentativi dalla distanza, che hanno poi permesso agli avversari di correre il campo dopo il rimbalzo difensivo. Troppo molli alcune difese, soprattutto nei singoli da cui ci attende decisamente di più (vedi alla voce. A. Gentile ed Umeh). Pesano poi gli errori a cronometro fermo, un fondamentale spesso sottovalutato ma di importanza capitale. Ed infine una miglior gestione dell’ultimo possesso avrebbe forse potuto cambiare il corso degli eventi, poiché ci si domanda come due papabili tiratori (Umeh e Ndoja) siano rimasti a guardare mentre la palla finiva nelle mani del giocatore sbagliato per tentare, quantomeno, di prolungare la gara ai supplementari. Questa è forse la sconfitta che fa più male, ma non si deve vedere tutto nero. Questa squadra, seppur incompleta, non ha sinora beneficiato di un calendario semplice, dimostrando di potersela giocare ad armi pari con qualunque avversario. È certamente un grande merito, di giocatori e staff, ma rimane evidente che manchi ancora qualcosa sia dal punto di vista dell’organico (probabile arrivo dell’ormai ex Cantù Burns) sia da quello del cinismo. Tra una settimana si vola a Brindisi, attuale fanalino di coda. Possibile inversione di rotta per i bianconeri? Ai posteri la sentenza.

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