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Le pagelle del giorno dopo: San Giobbe Chiusi-Fortitudo

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Foto di Sofia Rosamilia

Netto passo indietro biancoblu a Chiusi rispetto alle ultime due uscite. Se la prima parte di gara è giocata sulla scia delle precedenti, il tilt arriva quando ci si avvicina alla metà senza una reazione che impedisca la fuga avversaria. Finisce 75-59, brutte prove individuali che culminano in un attacco da soli 59 punti. Le pagelle del giorno dopo:

 

– Marcus Thornton (2 pt/2 rim/2 ass) 4,5:

Up: su di lui si incolla un Medford in grado di metterlo in un angolo ed impedirgli di entrare nel vivo della manovra fortitudina. Questo non giustifica ma spiega parte della sua prova.

Down: indipendentemente da chi lo marca, quando una guardia americana segna due punti in 34 minuti, fa 1/4 da due e 0/6 da tre, allora non c’è molto altro da aggiungere al voto. 

 

– Pietro Aradori (7 pt/4 rim/1 ass) 5:

Up: al di là delle facili ironie, la buona notizia è il suo rientro in campo e nelle rotazioni di coach Dalmonte. Come anticipato, il suo minutaggio viene relativamente dosato, come è dosato, non nullo però, il suo contributo nei pressi dell’area avversaria. 

Down: si eclissa dopo il primo tempo, diventando, di fatto, il quinto in campo, l’ultima opzione della squadra. 

 

– Simone Barbante (2 pt/3 rim/1 ass) 7:

Up: ha i centimetri per fare la differenza ma non le caratteristiche richieste per la partita specifica.  

Down: le mancanze vincono sull’altezza, almeno per l’allenatore. Forse si poteva osare di più con lui ma i numeri non confortano questa ipotesi. 

 

– Alessandro Panni (0 pt/2 rim/1 ass) 4:

Up: per lui è sempre valido il discorso dell’atteggiamento proattivo e spavaldo.

Down: il problema è che questo atteggiamento non è accompagnato da concretezza. Sbagliare tutti i tiri pesa molto di più sulla bilancia della gara rispetto alla spavalderia.

 

– Matteo Fantinelli (10 pt/6 rim/7 ass) 5:

Up: le statistiche individuali tendono ad abbassare meno del previsto il giudizio, che rimane in ogni caso insufficiente.

Down: gli errori elementari, invece, il giudizio lo determinano come il non riuscire a gestire la manovra nella tempesta, perdendo il timone del gioco ed anche, e soprattutto, 5 palloni sanguinosi.

 

– Nazzareno Italiano (16 pt/2 rim/2 ass) 6: 

Up: il contributo in attacco non glielo si può negare. Anzi se fosse venuto meno si parlerebbe di un risultato ancor più disastroso.

Down: lo frega il nervosismo che porta all’espulsione. Se la sua carica galvanizza in certe situazioni, in altre diventa dannosa. Ieri questa doppia faccia è evidente.

 

– Valerio Cucci (17 pt/7 rim/2 ass) 6,5: 

Up: propositivo e battagliero. Si conferma una risorsa preziosa per la squadra, in grado di reggere anche da solo, in situazioni di difficoltà, sia l’attacco che la difesa. Ovviamente quando succede vuol dire che si sta soffrendo. Troppo spesso è quello che si salva nelle sconfitte e quasi mai l’MVP quando si vince, lavoro sporco che non gli rende giustizia.

Down: prezioso ma non salvifico, quando la Effe scompare dalla partita, lui comunque non è esente da responsabilità. 

 

– Steven Davis (5 pt/2 rim/0 ass) 5:

Up: non è più fuori dalla sfida, o se c’è, quantomeno lo è insieme ai compagni senza risultare il pesce individuale fuor d’acqua. 

Down: la prova della scorsa settimana è stata un bluff? A giudicare da quella di ieri si direbbe di sì, in particolar modo quando nel secondo tempo esce dalla gara, mentalmente e fisicamente. 

 

– Coach Luca Dalmonte 5:

Up: la preparazione della sfida, messa in campo in avvio, suggerisce un piano partita studiato bene. 

Down: non lo è altrettanto la lettura del suo proseguimento, soprattutto quando la fluidità della Effe viene meno ingolfandosi completamente senza trovare soluzioni dalla panchina, forse troppo corta. 

 

– Fortitudo 4,5:

Up: l’approccio iniziale fa ben sperare, nel solco delle ultime uscite. Prima del crollo verticale.

Down: appunto, il crollo verticale che investe la Kigili tra secondo e terzo quarto. Identità smarrita ed incapacità di creare gioco offensivo. Segnali poco rassicuranti e che fanno sorgere una domanda: “sono tornati i blackout del girone d’andata?”

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